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Creval, ecco che cosa faranno Mediobanca e Algebris con il Credito Valtellinese

Tutto bene dunque in casa Creval? E’ la domanda che in queste ore si stanno ponendo azionisti, investitori e addetti ai lavori dopo l’aumento di capitale andato quasi tutto in porto l’8 marzo scorso, come raccontato da Start Magazine in questo articolo di approfondimento. Ma le sfide ora non mancato per il Credito Valtellinese, tra…

Tutto bene dunque in casa Creval? E’ la domanda che in queste ore si stanno ponendo azionisti, investitori e addetti ai lavori dopo l’aumento di capitale andato quasi tutto in porto l’8 marzo scorso, come raccontato da Start Magazine in questo articolo di approfondimento. Ma le sfide ora non mancato per il Credito Valtellinese, tra il ruolo del consorzio di garanzia capitanato da Mediobanca per l’inoptato della ricapitalizzazione e il piano industriale dei vertici della banca scrutato fra attese e apprezzamento dagli investitori istituzionali. Ecco le prossime mosse e attese per il Creval dopo l’aumento di capitale.

(COME ANDRANNO GLI UTILI DELLE BANCHE ITALIANE. REPORT CER)

I NUMERI

Il Creval ha chiuso l’offerta in opzione dell’aumento di capitale da 700 milioni di euro raccogliendo 581,6 milioni di euro, pari all’83% delle adesioni, ha comunicato la sera dell’8 marzo l’istituto valtellinese. I diritti di opzione non esercitati saranno offerti in Borsa dal Creval nelle sedute dal 13 al 19 marzo, salvo chiusura anticipata dell’offerta in caso di vendita integrale. La sottoscrizione delle nuove azioni dovrà avvenire entro il 20 marzo.

L’INOPTATO

L’inoptato è stato circa 15 volte il controvalore negoziato venerdì scorso in borsa, mentre negli accelerated bookbuilding solitamente viene collocato un importo pari a 20 o 30 volte i volumi giornalieri. Il boccone è insomma alla portata degli investitori che già nel corso del road show avevano mostrato forte interesse per il dossier.

IL RUOLO DEL CONSORZIO DI GARANZIA

Su quanto avanzasse dall’asta – come detto – scatterà poi l’impegno di sub underwriting sottoscritto prima dell’avvio dell’offerta con Algebris, Fonspa e Dorotheum. Insomma, al consorzio capitanato da Mediobanca  (global coordinator e bookrunner) dovrebbero restare un accollo minimale che non preoccupa i banker. Il pool è composto da Santander, Barclays, Citigroup e Credit Suisse (co-global coordinator e joint bookrunner), Commerzbank  e Société Générale (senior joint bookrunner), Banca Akros, Equita  Sim e Keefe, Bruyette & Woods (joint bookrunner) e MainFirst (co-lead manager).

(COSA SUCCEDERA’ AGLI NPL DELLE BANCHE ITALIANE. IL REPORT)

COSA FARA’ SALVETTI

La nuova normalità promessa dal direttore generale Mauro Selvetti sarà quella di una banca ripulita dal credito deteriorato, con costi sotto controllo e una redditività organica sostenibile nel medio termine, ha scritto Milano Finanza. L’azione di derisking sarà probabilmente conclusa entro il mese di giugno. L’obiettivo è cedere 2,2 miliardi di euro lordi di crediti deteriorati, di cui 1,6 miliardi attraverso una cartolarizzazione con garanzia pubblica (Gacs), nell’ambito della quale il Credito Fondiario svolgerà il ruolo di master e special servicer, e prezzo atteso tra il 30 e il 35% del nominale.

LE MOSSE DI ALGEBRIS

Conclusa la due diligence del portafoglio, proprio in queste settimane sarebbero in corso i contatti con le agenzie per il rating. Per quanto riguarda l’importo residuo Creval ha riconosciuto ad Algebris un diritto di esclusiva su un portafoglio di inadempienze probabili, mentre Dorotheum ha ottenuto l’esclusiva per il ramo d’azienda relativo al credito su pegno: “Complessivamente la terapia d’urto dovrebbe portare la banca valtellinese ad avere un npl ratio (rapporto tra crediti deteriorati lordi e impieghi) al 9,6% a fine 2020 e una copertura sulle sofferenze al 77,7%, uno dei livelli più alti nel sistema bancario italiano”, ha scritto Milano Finanza.

(COME ANDRANNO GLI UTILI DELLE BANCHE ITALIANE. REPORT CER)

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