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Borsa Italiana

Creval, ecco tutte le strane analogie fra Credito Valtellinese e caso Carige

L’articolo di Claudia Cervini, giornalista di Mf/Milano Finanza, su un confronto tra l’aumento di capitale del Credito Valtellinese (Creval) e quello di Carige Le regioni d’origine e le economie dei territori di riferimento sono ben diverse: una è la Liguria, l’altra la Lombardia. Anche le storie presentano poche analogie, ma l’aumento di capitale da 700…

Le regioni d’origine e le economie dei territori di riferimento sono ben diverse: una è la Liguria, l’altra la Lombardia. Anche le storie presentano poche analogie, ma l’aumento di capitale da 700 milioni del Credito Valtellinese  partito ieri, assomiglia sempre di più a quello da 500 milioni appena condotto in porto da Banca Carige .

LE SIMILITUDINI

Passando al setaccio le due operazioni si scopre infatti un modus operandi molto simile. Due dettagli saltano all’occhio: la natura iper-diluitiva delle operazioni e quel secondo livello di paracadute sull’inoptato costituito da soggetti sub-garanti che accettano di acquisire azioni della banca a fronte di esclusive e diritti di prelazione per l’acquisto di npl o di un ramo relativo al credito su pegno. Si tratta di garanzie incrociate, schema che aveva fatto il suo esordio proprio in occasione dell’aumento della realtà ligure.

LE COMUNI DILUIZIONI

Primo punto: le caratteristiche della ricapitalizzazione. I soci di Creval  che decidessero di non seguire l’aumento subirebbero una diluizione del 99,8%. Sorte molto simile a quella subita degli azionisti di Carige  per i quali la tegola è stata del 98,3%. Numeri simili che fanno comprendere come mai Consob e Borsa abbiano deciso in entrambi i casi di predisporre il cosiddetto modello rolling. Una tale diluizione determina infatti il rischio che, durante il periodo di offerta in opzione delle nuove azioni, si verifichino anomalie nel processo di formazione del prezzo (in pratica una sopravvalutazione del prezzo di mercato delle azioni rispetto al loro valore teorico).

MODELLO ROLLING

Il modello rolling – permettendo di esercitare in via anticipata i diritti di opzione in ciascun giorno dell’aumento a partire dal terzo e di ricevere immediatamente le azioni di nuova emissione – minimizza questo rischio. Tale consegna anticipata dei titoli di nuova emissione permette infatti di effettuare l’arbitraggio fra azioni e diritti di opzione già a partire dal primo giorno di avvio dell’aumento di capitale; a sua volta, l’attività di arbitraggio evita sul nascere le anomalie di prezzo suindicate.

LE GARANZIE INCROCIATE

La seconda similitudine risiede nelle già citate garanzie incrociate. Nel caso di Carige , Sga e Credito Fondiario sono intervenuti nell’aumento come sub-garanti di prima allocazione insieme a Chenevari e Gabriele Volpi sottoscrivendo tramite Equita  Sim (co-garante) 11.925.301.640 nuove azioni ordinarie per un controvalore complessivo pari a 119.253.016,40. L’intervento aveva portato Sga e Credito Fondiario al 5,4% del capitale e Chenevari a una quota leggermente inferiore. In cambio di questa sub-garanzia Chenevari ha acquisito la società di credito al consumo Creditis, Credito Fondiario un consistente pacchetto di npl e la piattaforma di gestione degli stessi, e Sga aveva acquisito a sua volta una tranche di crediti deteriorati.

SCHEMA CREVAL

Uno schema che si ripete nell’aumento Creval . In base a quanto comunicato da Credito Valtellinese  nel weekend Algebris Limited, Credito Fondiario e Dorotheum GmbH & Co KG hanno sottoscritto con i garanti accordi di sub-garanzia di prima allocazione per un ammontare complessivo massimo pari a 55 milioni. Si sono quindi impegnati nei confronti dei garanti a sottoscrivere le azioni eventualmente non sottoscritte al termine dell’offerta in borsa dei diritti inoptati in via proporzionale fra loro come si racconta nell’altro articolo in pagina.

(articolo di Mf/Milano Finanza)

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