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Conti Banche

Carige, ecco mire, manovre e segreti di Mincione (anti Malacalza)

Divisioni, schieramenti tra soci e al vertice, prossime tappe. Tutti i dettagli su movimenti e sommovimenti in Banca Carige nell’approfondimento di Fernando Soto per Start Magazine Sarà un cda ad alta tensione quello convocato da Carige martedì 6 marzo. La discussione sull’istanza del nuovo azionista Raffaele Mincione, che ha acquistato il 5,4% della banca attraverso…

Sarà un cda ad alta tensione quello convocato da Carige martedì 6 marzo. La discussione sull’istanza del nuovo azionista Raffaele Mincione, che ha acquistato il 5,4% della banca attraverso il suo Capital Investment Trust e che da terzo socio chiede voce nel board, è destinata ad assorbire larga parte della seduta.

L’ORDINE DEL GIORNO

La lettera indirizzata al presidente Giuseppe Tesauro, in cui il finanziere chiede rappresentanza in consiglio, non è all’ordine del giorno della riunione del 6 marzo ma nell’ordine del giorno compare la voce “comunicazioni del presidente” e tutto fa supporre che tra queste ci sia proprio il caso Mincione. Consob avrebbe acceso un faro sulla questione ed è impossibile che il tema non venga affrontato.

LA LETTERA

Nella lettera, Mincione argomenta il suo ingresso in Carige descrivendolo come un investimento di medio lungo periodo. E a fronte di un cda che non rispecchia più la composizione dell’azionariato, il finanziere chiede voce per contribuire alla governance da subito, visto che l’attuale cda scadrà solo nel 2019.

IL PIANO

Potrebbe arrivare a chiedere la revoca e il rinnovo del consiglio di amministrazione di Carige con l’appoggio di fondi di investimento titolari di quasi il 30% del capitale attraverso una assemblea straordinaria dei soci da tenersi dopo quella già stabilita del 29 marzo. E’ questo il “piano b”, come è stato ribattezzato tra gli addetti ai lavori, su cui è al lavoro Raffaele Mincione, titolare del 5,4% di Carige, nel caso in cui non trovasse risposta la richiesta presentata al presidente della banca Giuseppe Tesauro di poter avere una rappresentanza in cda adeguata al pacchetto di azioni detenuto.

I RUMORS DI RADIOCOR

Secondo quanto ricostruito da Radiocor, il finanziere starebbe iniziando a verificare la fattibilità di una richiesta di convocazione di una assemblea straordinaria con all’ordine del giorno la revoca dell’attuale consiglio, che ha una maggioranza

IL PIANO B

Il “piano B” implica un ribaltamento della maggioranza, oggi in mano a Malacalza con il 20,6%, attraverso l’aggregazione di più fondi nazionali e internazionali intorno a Mincione (che si dice sia pronto a investire ancora, per raggiungere il 10%) con l’obiettivo di raggiungere un 30% che supererebbe l’autorizzazione a salire al 28% data da Bce a Malacalza, ha scritto il Secolo XIX, quotidiano di Genova. A quel punto, a fronte di due schieramenti di peso analogo, Gabriele Volpi con il suo 9% giocherebbe il ruolo di ago della bilancia.

DIVISIONI E SCHIERAMENTI

Ma quali sono gli schieramenti ai vertici della banca e tra gli azionisti? L’amministrazione dell’istituto, Paolo Fiorentino, sarebbe alla ricerca di investitori da attirare dalla propria parte con l’obiettivo di arginare il potere della famiglia Malacalza e del suo 20% abbondante del capitale, ha scritto Carlotta Scozzari su Business Insider Italia. Il finanziere con passaporto nigeriano e interessi nel mondo del petrolio nigeriano, Gabriele Volpi, salito al 9% di Carige con l’ultimo aumento di capitale, sarebbe dalla parte di Fiorentino. E lo stesso potrebbe dirsi per il neo azionista Mincione. Che, tra l’altro, potrebbe essere in qualche modo collegato allo stesso Volpi. Basti pensare che – come raccontato dal Corriere della Sera del novembre 2013 – nell’indicare le prospettive di investimento a Enasarco, aveva parlato di banche e di “petrolio nigeriano”, cosa che farebbe appunto pensare a un collegamento con Volpi. Se così fosse – ha aggiunto Business Insider Italia – “Fiorentino avrebbe già attratto dalla sua parte quasi il 15% di Carige. A questa percentuale andrebbe poi aggiunto il 5,4% in mano alla Sga, tra gli investitori entrati nell’azionariato con l’aumento di capitale. Si arriverebbe così al 20% di Carige, la stessa quota in mano alla famiglia Malacalza”.

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