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Pentagono Usa

Attacchi Hacker: il Pentagono lavora a un nuovo sistema di difesa

Il Pentagono lavora alla costruzione di un enorme sistema automatizzato capace di rilevare istantaneamente attacchi informatici a reti militari, armamenti e infrastrutture. La sicurezza informatica è ormai una priorità per tutti gli stati. Lo sviluppo delle reti e la diffusione di dispositivi sempre più connessi espongono la popolazione e le infrastrutture strategiche a continui attacchi…

La sicurezza informatica è ormai una priorità per tutti gli stati. Lo sviluppo delle reti e la diffusione di dispositivi sempre più connessi espongono la popolazione e le infrastrutture strategiche a continui attacchi informatici. Dotarsi di sistemi capaci di riconoscere o prevenire gli attacchi degli hacker è necessario in mondo sempre più vulnerabile.

Il Dipartimento della Difesa statunitense ha dichiarato di essere al lavoro per la costruzione di un enorme sistema elettronico capace di fornire una panoramica di tutti gli attacchi informatici a reti militari, armamenti e infrastrutture, consentendo  ai funzionari impegnati nella cybersecurity di intervenire tempestivamente. A darne la notizia dal vertice annuale Billington Cybersecurity a Washington è il generale Kevin McLaughlin vice comandante del U.S. Cyber Command – comando militare impegnato nella protezione da attacchi informatici. Stando alle dichiarazioni rilasciate a Reuters, lo sviluppo potrebbe iniziare tra pochi mesi e l’obiettivo sarà quello di trasformare l’attuale sistema in una sorta di “tabellino segnapunti” automatizzato.

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Il progetto nasce da una relazione critica rilasciata del chief weapons tester del Pentagono e dai crescenti attacchi informatici che coinvolgerebbero Cina e Russia. La relazione, esposta dal direttore del Pentagono Michael Gilmore, ha sottolineato la vulnerabilità agli attacchi informatici dei principali sistemi d’arma statunitensi, molti ormai datati risalgono a 30 anni fa.

Nel mese di giugno il Department of Homeland Security ha diffuso la notizia che l’Ufficio della direzione del personale e il Dipartimento dell’Interno erano stati entrambi vittime di un pesante attacco durante il quale sarebbero stati compressi i fascicoli personali di almeno 4,2 milioni di dipendenti, i maggiori sospetti ricadono sulla Cina. Gli hacker cinesi sarebbero inoltre responsabili di attacchi contro industrie statunitensi, dura la reazione del presidente Barack Obama per il quale  lo spionaggio industriale verrà considerato come un “atto di aggressione”. Intanto, mentre la Cina prende tempo e propone di collaborare, la Casa Bianca valuta un piano di sanzioni.

 

 

 

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