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Andrea Roventini, ecco chi è il prof pro debito pubblico che Di Maio vuole all’Economia

Chi è e che cosa pensa Andrea Roventini, l’economista che il candidato premier M5S, Luigi Di Maio, vuole al ministero dell’Economia e delle Finanze in un eventuale governo a guida dei Pentastellati. Tutti i dettagli nell’articolo di Start Magazine con gli approfondimenti anche su altri candidati pentastellati per i maggiori dicasteri E’ un difensore del…

E’ un difensore del ruolo del debito pubblico il candidato al ministero dell’Economia come annunciato da Luigi Di Maio. Si chiama Andrea Roventini ed è professore associato all’Istituto Sant’Anna di Pisa e ha 40 anni. Roventini fu tra i partecipanti del convegno organizzato dal M5s Lo Stato innovatore. Su Twitter si descrive, nel suo profilo, come «keynesiano eretico», pubblica lavori sul Journal of Evolutionary Economics e, recentemente è tra i co-autori, assieme a Joseph Stiglitz di un lavoro dal titolo Rational Heuristics? Expetations and Behaviors od evolving economies with Heteregeneous interacting agent.

LE PAROLE DI DI MAIO

“Roventini ha l’età di Macron ma già scrive con un premio Nobel che è Stiglitz, con lui torneremo a fare politica espansiva”, ha spiegato Di Maio: “Roventini ha già portato avanti tre progetti con la commissione Ue per rivedere i parametri economici e quelli deficit/Pil”, ha aggiunto il leader del Movimento 5 Stelle che ha poi sottolineato: “In Italia servono risorse fresche, con basta austerity e politiche espansive, su cui io e Roventini siamo in perfetta sintonia”.

IL CURRICULUM DI ROVENTINI

Ecco il suo curriculum così come viene sintetizzato nella sua pagina all’interno del sito della Scuola superiore Sant’Anna: “I am advisory editor for the Journal of Evolutionary Economics. I am currently participating to European Commission FP7 project “Impacts and Risks from Higher-End Scenarios: Strategies for Innovative Solutions”; European Commission H2020 project, “Distributed Global Financial Systems for Society “(DOLFINS); European Commission H2020 project, “Innovation-Fuelled, Sustainable, Inclusive Economic Growth” (ISIGrowth). My works have been published in Journal of Evolutionary Economics, Journal of Applied Econometrics, Journal of Economic Dynamics and Control, Environmental Modelling and Software, Macroeconomic Dynamics, Computational Economics”.

(CHI E’ – E COSA PENSA – IL PROF. TRIDICO, CANDIDATO DA DI MAIO AL MINISTERO DEL LAVORO)

LO STUDIO DEL PROF

Una delle principali tesi esposte di recente da Roventini riguarda il debito pubblico. Ne ha dato conto di recente Economia e Politica, “rivista on line di critica della politica economica”. La rivista cita la ricerca di Mattia Guerini, Alessio Moneta, Mauro Napoletano e Andrea Roventini, The Janus-Faced Nature of Debt: Results from a Data-Driven Cointegrated SVAR Approach (Guerini et al. 2017) in cui gli autori – scrive la rivista – fanno una stima degli effetti del debito pubblico e privato sull’attività economica negli USA, utilizzando una metodologia innovativa sull’identificazione di relazioni causa-effetto: “Vengono utilizzati modelli SVAR (Structural Vector Autoregressive) cointegrati e le relazioni strutturali vengono identificate usando algoritmi di ricerca causali data-driven, in modo da identificare gli shock del debito pubblico “lasciando parlare i dati” e senza ricorrere a procedure ad-hoc fondate su teorie economiche scelte a priori”.

(TUTTE LE IDEE DI FIORAMONTI, L’ECONOMISTA CHE M5S CANDIDA ALLO SVILUPPO ECONOMICO)

LE TESI SUL DEBITO PUBBLICO

Le conclusioni della ricerca? I risultati dello studio – scrive la rivista – “suggeriscono che gli shock del debito pubblico influenzano in modo positivo e persistente l’output. In particolare, maggior debito pubblico avrebbe un effetto di crowding in su consumi ed investimenti privati stimolando la crescita economica sia nel breve che nel medio periodo. Secondo la ricerca, infatti, le possibili minacce alla crescita di medio-lungo periodo non provengono dal debito pubblico ma da quello privato”. “Come precisano gli autori dello studio – chiosa la rivista Economia e Politica – la stessa crisi del 2008 non è stata provocata da conti pubblici in disordine, ma dallo scoppio della bolla del debito privato che, solo successivamente ai necessari salvataggi pubblici, si è tramutata in una crisi del debito sovrano”.

I PRIMI PROPOSITI A CALDO

Comunque niente “misure bizzarre o utopistiche” in arrivo, ha rassicurato il prof in una intervista al Sole 24 Ore, né aumenti di debito pubblico, anzi: “Il rapporto debito/Pil deve certamente calare, principalmente attraverso la crescita economica e non con surplus crescenti di bilancio. L’evidenza empirica dimostra che oggi i moltiplicatori fiscali sono maggiori di uno: va colta questa opportunità attraverso investimenti pubblici, in particolare “mission oriented” a sostegno dell’innovazione”.

(CHI E’ – E COSA PENSA – IL PROF. TRIDICO, CANDIDATO DA DI MAIO AL MINISTERO DEL LAVORO)

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