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Amazon Italia

Amazon: in Italia 300 nuovi posti di lavoro in sei mesi

Nei primi sei mesi del 2015 Amazon ha creato in Italia più di 300 nuovi posti lavoro a tempo indeterminato. Sono più di trecento i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato creati da Amazon in Italia nei primi sei mesi del 2015, l’annuncio arriva in una nota della stessa società. Il colosso dell’eCommerce ha…

Sono più di trecento i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato creati da Amazon in Italia nei primi sei mesi del 2015, l’annuncio arriva in una nota della stessa società. Il colosso dell’eCommerce ha aperto i suoi uffici in Italia nell’ottobre del 2011 contando all’epoca 150 dipendenti. Da quel giorno di strada ne è stata fatta parecchia. A distanza di 4 anni, con tanti fatturati da sogno alle spalle, le divisioni Amazon operanti in Italia contano oltre 1250 lavoratori, di cui 270 a Milano, 250 al Customer Service di Cagliari e 750 al Centro di Distribuzione di Castel San Giovanni.I dipendenti assunti con contratti a tempo indeterminato nel primo semestre del 2015 si suddividono in 250 persone a Castel San Giovanni e 50 a Cagliari. I lavoratori assunti a tempo indeterminato il Centro di Distribuzione e il Customer Service sono perlopiù lavoratori che hanno già avuto esperienze lavorative nelle strutture di Amazon durante i periodi di picco stagionale

“Nei primi sei mesi del 2015 oltre 300 nuovi dipendenti si sono aggiunti al nostro team in Italia”, ha commentato Francois Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna. “Questi nuovi ruoli coprono diverse funzioni, dalla logistica al marketing – gli esempi includono ingegneri meccanici e del packaging, buyer, designer, account manager, specialisti in digital marketing, addetti alle operazioni di magazzino e al centro di assistenza ai clienti”.

Amazon e le dure condizioni di lavoro 

Un’inchiesta condotta dal New York Times ha puntato nelle scorse settimane i fari sulle condizioni di lavoro all’interno dei centri di distribuzione americani della società. L’inchiesta ha parlato di situazioni al limite dell’immaginabile: orari di lavoro massacranti e spesso dilatati, maternità negate, cronometraggio nell’evasione degli ordini, depositi privi di aria condizionata, lutti familiari ignorati, reperibilità fuori dall’orario di lavoro.

Amazon
Jeff Bezos

La grande eco mediatica avuto dall’inchiesta ha costretto Jeff Bezos ad intervenire personalmente, inviando una mail ai propri dipendenti:

«Cari amazonians, se non l’avete ancora fatto vi invito a leggere attentamente l’articolo del New York Times che parla di noi. Un reportage – prosegue Bezos – che non descrive l’Amazon che conosco né gli amazonians con cui lavoro ogni giorno, e che vuole far intendere che il nostro approccio è quello di creare un luogo di lavoro senz’anima, distopico, in cui non c’è divertimento e non si sorride mai. Ancora una volta non mi riconosco in questa Amazon e mi auguro con forza che anche per voi sia così».

Il fondatore della società invita i dipendenti a scrivere direttamente a lui qualora si verificassero casi simili a quelli descritti dall’inchiesta: «Anche se i casi descritti sono rari o isolati, la nostra tolleranza per tale mancanza di empatia deve essere zero». Per Bezos: «una società che adotta l’approccio descritto dal Nyt non credo possa sopravvivere né tanto meno aver successo in un mercato tecnologico come quello odierno dove la competitività è fortissima». Bezos conclude con un invito: «chi lavora in una società che è davvero come quella descritta da questo articolo sarebbe pazzo a rimanere, e io stesso lascerei immediatamente».

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