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Vi spiego le conseguenze per l’Italia di una fusione tra Fca e Psa. Parla Bertone

Punti di forza e di debolezza della nuova Casa auto in cantiere tra Fca e Psa. Fatti, numeri e il commento di Ugo Bertone

 

Psa e Fca in trattativa per una fusione alla pari. Le indiscrezioni del Wall Street Journal sono state confermate sia da Fca che dai francesi di Psa.

Il gruppo italo-americano e il gruppo d’Oltralpe, di cui fanno parte Peugeot, Opel e Citroën, potrebbero presto convolare a nozze dando vita ad un colosso da 50 miliardi di dollari.

Numeri importanti, certo, che non nascondono insidie e sfide per l’industria italiana. Andiamo per gradi.

TRATTATIVE IN CORSO

Partiamo dalle conferme: “Sono in corso discussioni intese a creare un gruppo tra i leader mondiali della mobilità”, dando vita a “una possibile operazione strategica tra gruppo Psa e gruppo Fca”, ha scritto Fca in una nota.

Fanno eco anche le parole di Psa, che non nasconde le intenzioni dei due gruppi: ci sono “discussioni in corso” con Fca per una “possibile fusione” con l’obiettivo di “creare uno dei principali gruppi automobilistici mondiali”, fanno sapere dalla Francia.

UNA FUSIONE ALLA PARI

Secondo quanto dichiarato dal Wall Street Journal, le nozze tra Fca e Psa prevedono una fusione alla pari, al 50 e 50, con John Elkann presidente e con il ceo di Peugeot, Carlos Tavares, che assumerebbe il ruolo di amministratore delegato della nuova società.

“Fca in questa fusione ci guadagna, senza dubbio, Carlo Tavares, un manager in gamba e che, ad oggi, rappresenta l’unico possibile successore di Marchionne”, dice a Start Ugo Bertone, giornalista, editorialista ed esperto del settore.

TERZO COSTRUTTORE AL MONDO

La fusione darebbe vita al terzo costruttore al mondo, con 8,7 milioni di auto consegnate nel 2018, dietro a Volkswagen (11 milioni) e Toyota (9,5 milioni).

“Si tratta di sinergie e numeri importanti che farebbero comodo ai due gruppi”, sottolinea Bertone.

VANTAGGI TECNOLOGICI

E sempre tra i vantaggi, anche questa volta per Fca, è da annoverare la tecnologia. “Senza dubbio Psa è avanti nella tecnologia. Sia da un punto di vista dell’elettrico, sia nella riduzione delle emissioni da vetture a trazione tradizionale”, rimarca Bertone, che aggiunge: “Dobbiamo ricordarci che Fca ha speso ben 2 miliardi per garantirsi di diritti di Tesla, con la fusione con Psa i suoi problemi sarebbero risolti”.

SOVRAPPOSIZIONE?

Non mancano, però, le sfide. E le preoccupazioni. In questa fusione, il gruppo Psa porterebbe in eredità i brand Peugeot, Citroen, Ds, Opel e Vauxhall (qui gli ultimi dati sulle immatricolazioni), mentre Fca porterebbe Fiat, Alfa Romeo, Jeep, Lancia, Chrysler, Dodge, Ram e Maserati (qui gli ultimi dati sulle immatricolazioni). Gran parte dei marchi hanno una forte presenza produttiva nel Vecchio Continente.

“Non mancheranno problemi di sovrapposizione”, spiega Bertone. “La fusione sarebbe sicuramente una sfida per il riassetto di Fca, in funzione del nuovo mercato ma anche rispetto all’egemonia dell’auto tedesca. Per gli impianti italiani, non è da escludere, che potrebbero arrivare tempi difficili, nonostante ora le due case ora diranno che non ci saranno tagli”.

ITALIA NELL’ORBITA FRANCESE

Quel che è certo è che Fca finirà automaticamente in orbita francese, indipendentemente dalle decisioni che saranno prese. “Lo Stato francese (che tramite Bpi France ha il 12,23%) possiede una quota di Peugeot, che aveva comprato ai tempi dell’ingresso cinese nella casa auto per controbilanciare, si interessa al futuro delle sue aziende e ha soldi da spendere. Il nostro governo è assente ed è anche difficile capirne ancora la politica che intende prendere”, ha aggiunto Bertone a Start Magazine.

RENAULT, CAPITOLO CHIUSO?

Ma è proprio la presenza francese e l’importanza per Parigi di mantenere viva l’alleanza con i giapponesi di Nissan che ha fatto saltare il matrimonio finanziario tra Fca e Renault.

“Questa volta è diverso, però. In Peugeot lo Stato francese possiede una quota di partecipazione, in Renault aveva una quota di maggioranza e il potere decisionale. Non ci dovrebbero essere problemi”, sottolinea Bertone.

PSA: SECONDA SCELTA?

Proprio nei mesi scorsi si parlava, infatti, di un possibile fusione tra Fca e la francese Renault, ma ora la questione, secondo Bertone, “deve considerarsi un capitolo chiuso. Forse Renault avrebbe rappresentato la via più sicura da un punto di vista occupazionale, ma ripeto che con Psa si acquista Tavares, manager molto bravo e che potrebbe impegnarsi ad evitare eventuali tagli, facendo crescere l’intero gruppo”.

E SE LA FUSIONE DOVESSE SALTARE?

Ma siccome le sorprese sono dietro l’angolo e i precedenti non mancano, fino alla firma, la fusione tra Fca e Psa resta solo un’ipotesi. Tutto ancora è da vedere. E se dovesse saltare come avvenuto con i cugini francesi?

“L’unica possibilità, se dovesse saltare, sarebbe rappresentata dagli asiatici di Hyundai, ma al momento una possibile fusione tra i due gruppi resta molto improbabile.

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