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Tesla - Solarcity

Tutte le sbandate di Tesla fra incidenti, rating abbassati e crolli in Borsa

Un nuovo incidente mortale e vecchi problemi di produzione, Tesla fa fatica. E se non arriva un’importante iniezione di denaro potrebbe presto fallire (parola dell’agenzia di rating Moody’s). Approfondimento di Giusy Caretto Ancora un incidente mortale con le auto a guida autonoma, quelle che a detta degli esperti dovrebbero diminuire (in modo drastico) il numero di…

Ancora un incidente mortale con le auto a guida autonoma, quelle che a detta degli esperti dovrebbero diminuire (in modo drastico) il numero di sinistri. La scorsa settimana una vettura di Uber ha investito ed ucciso una donna in bicicletta, a Tempe, e solo poche ore dopo una vettura di Tesla dotata di pilota automatico ha provocato la morte del conducente. In seguito ci sarebbe stato anche un incendio.

Sconosciute ancora le dinamiche dell’ultimo episodio. Mentre le autorità americane hanno avviato un’indagine cercando di far luce su quanto accaduto, Tesla ha provato a fornire qualche spiegazione. E intanto la casa automobilistica, che già fatica nella produzione, continua a perdere valore e gli investitori iniziano a domandarsi se conviene ancora detenere azioni dell’azienda guidata da Elon Musk.

L’INCIDENTE

L’incidente è avvenuto la settimana scorsa nei pressi di Mountain View in California e ha causato la morte di un uomo di 38 anni alla guida di una Tesla Model X, acquistata nel 2017. La vettura è finita contro una barriera autostradale e successivamente è andata a fuoco. Non è chiaro, però, se il sistema di guida semi autonomo di cui sono dotate le auto Tesla fosse in uso al momento dell’impatto.

INDAGINI IN CORSO

A provare a chiarire la situazione sarà la National Transportation Safety Board, che ha avviato i controlli sull‘incidente. L’indagine proverà a spiegare l’impatto e l’incendio successivo all’incidente.

“Non è chiaro se il sistema di controllo automatico fosse attivo al momento dello schianto”, ha precisato l’agenzia con un post sui social media.

LE PAROLE DI TESLA

Intanto, ha deciso di prendere la parola Tesla, che un post sul blog, ha detto che la casa automobilistica non sa ancora cosa abbia causato l’impatto. Tesla ha ricordato, comunque, che secondo i dati raccolti fino ad oggi i proprietari di una vettura Tesla hanno guidato lo stesso tratto di strada, Highway 101, impiegando l’Autopilot circa 85.000 volte, da quando Tesla ha lanciato il sistema di controllo automatico nel 2015. Dall’inizio di quest’anno, invece, i conducenti Tesla hanno gestito con successo quel tratto dell’autostrada 20.000 volte.

Ma allora cosa sarà successo? Nonostante la dinamica non sia ancora ben chiara, la casa guidata da Elon Musk ha provato a dare una sua spiegazione, sostenendo che “il motivo per cui questo incidente è stato così grave è che l’attenuatore, una barriera di sicurezza stradale progettata per ridurre l’impatto in un divisorio di corsia in cemento, era stato rimosso o schiacciato in un precedente incidente senza essere sostituito”.

L’incidente ha causato anche un incendio. E Tesla rassicura tutti i conducenti dicendo che i pacchi batteria sono progettati in modo che le persone abbiano abbastanza tempo per uscire dalla macchina. “Secondo i testimoni, in questo caso è successo proprio così, poiché non c’erano ancora occupanti nel Modello X prima che l’incendio potesse rappresentare un rischio”, scrisse Tesla. “Gli incidenti gravi come questo possono provocare incendi a prescindere dal tipo di auto, e i miliardi di chilometri di dati di guida reali di Tesla mostrano che un’automobile a gas negli Stati Uniti ha cinque volte più probabilità di subire un incendio rispetto a un veicolo Tesla”.

I PROBLEMI DI PRODUZIONE

Non solo incidenti mortali. Tesla deve anche fare i conti con gravi problemi nel processo di produzione. Proprio come denuncia Moody’s nel suo rapporto, “Tesla ha prodotto solo 2.425 Model 3 nell’ultimo quadrimestre del 2017 ed è lavoro per raggiungere di obiettivi di 2.500 vetture a settimana entro fine marzo e 5.000 esemplari ogni sette giorni lavorativi entro la fine di giugno. I precedenti obiettivi prevedevano 5.000 vetture a settimana entro la fine del 2017 e10.000 per la fine del 2018”. E’ chiaro dunque che gli obiettivi fissati fino ad oggi sono stati mancati e, con ogni probabilità, saranno mancati anche quelli successivi.

MOODY’S NON SI FIDA DI TESLA (E DEI SUOI CONTI)

Un mix fatale, quello tra incidenti e problemi di produzione, che non è sfuggito all’agenzia di rating Moody’s: l’agenzia, in un documento ufficiale, declassa il giudizio sul debito di Tesla, da B2 a B3, sei livelli al di sotto dello status di riferimento “investment grade”. Per Moody’s, semplificando, Tesla sta vivendo un momento critico sul piano della disponibilità di cassa e sta bruciando capitali ad una velocità tale che l’azienda potrebbe presto fallire, se non dovesse arrivare un’importante iniezione di denaro fresco, pari alla cifra di oltre 2,9 miliardi di dollari. I soldi potrebbero anche arrivare, ma Musk dovrà pagare interessi elevatissimi, visto il rischio B3 che gli viene assegnato.

“Le prospettive negative per l’azienda fotografano il fatto che dovrà affrontare a breve termine un grande aumento di capitale, o un rifinanziamento sul mercato”, denuncia Moody’s, convinta che l’azienda “non è in grado di garantire: 1) i circa 500 milioni di dollari di uscite previste per la sua attività industriale normale; 2) gli investimenti per 2 miliardi di dollari previsti per incrementare sensibilmente la sua capacità produttiva; 3) la copertura dei debiti e i titoli convertibili in scadenza entro la prima metà del 2019”.

GLI INVESTITORI CI RIPENSANO?

Comprensibile, dunque, la paura tra gli investori. Se in agosto scorso, come si legge su Bloomberg, si erano schierati per la possibilità di finanziare l’ ambizioso lancio della berlina Model 3, entusiasti delle promesse di Musk, ignorando il fatto che Tesla stesse bruciando tutti i soldi i cassa, ora iniziano ad avere i primi rimorsi.

“Tesla sta peggiorando e continuerà a peggiorare ogni giorno”, ha dichiarato Bill Zox, Chief Investment Officer del reddito fisso presso Diamond Hill Investment Group. “E’ naturale essere in questo ciclo di feedback negativo. Tutti sono preoccupati. ”

“Le persone stanno osservando l’abisso con Tesla, stanno osservando una spirale fuori controllo”, ha detto Jack Flaherty, di GAM Holding AG. “È decisamente sull’orlo di un precipizio.”

Ad Elon Musk, per non fallire tra quattro mesi,  non resta che tirare “fuori il coniglio dal cappello”, ha commentato invece John Thompson dell’hedge fund Vilas Capital Management a MarketWatch. “Le aziende a un certo punto devono generare utili, cosa che non ho mai visto in questo caso”. “Tesla vale in termini di capitalizzazione di mercato il doppio di Ford, che lo scorso anno ha prodotto 6 milioni di auto e ha incamerato profitti per 7,6 miliardi di dollari. Nello stesso periodo, Tesla ha prodotto 100.000 macchine e presenta perdite per $ 2 miliardi “, ha spiegato  Thompson. E ancora:  “Il colosso di Detroit ha 12 miliardi di dollari in contanti mentre Tesla probabilmente finirà i soldi nei prossimi 3 mesi. Non ho mai visto nulla di così assurdo nella mia carriera”.

TESLA CROLLA IN BORSA

Le conseguenze delle ultime brutte notizie sono significative e si sono manifestate in modo evidente anche nel mercato azionario , con le azioni che hanno subito un calo del 15% in due giorni, il più grande dal 2016.

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