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Auto Guida Autonoma

Ecco come Softbank, GM, Ford e Waymo si muoveranno nella guida autonoma

Softbank investe nelle auto a guida autonoma di General Motors, Fca fornirà 62.000 nuovi minivan Pacifica a Waymo. E Ford? Articolo di Giusy Caretto General Motors e Waymo, la scorsa settimana, hanno scosso l’industria automobilistica con due diversi e differenti accordi sull’auto a guida autonoma. Meglio, si vociferava che tali accordi avessero scosso il settore,…

General Motors e Waymo, la scorsa settimana, hanno scosso l’industria automobilistica con due diversi e differenti accordi sull’auto a guida autonoma. Meglio, si vociferava che tali accordi avessero scosso il settore, accelerando i programmi di Ford. Così invece non è stato e Ford aspetterà ancora, secondo quanto rivelato da Bloomberg.

SOFTBANK INVESTE IN GENERAL MOTORS

Softbank crede nella tecnologia. E anche nella guida autonoma: la casa giapponese promette un investimento pari a 2,25 miliardi di dollari nell’unità Cruise di General Motors, attiva nel vivace settore delle driverless car.

In particolare, Softbank verserà una prima tranche da 900 milioni di dollari alla firma del contratto (si delineano gli ultimi dettagli), la seconda ed ultima, pari ai rimanenti 1,35 miliardi di dollari, sarà versata non appena le auto senza conducente saranno pronte per fare il loro debutto ufficiale sulle strade.

WAYMO SIGLA NUOVO ACCORDO CON FCA

Non è certo una novità, invece, la partnership siglata tra Waymo e FCA nel maggio 2016. A rappresentare una notizia, invece, è la richiesta, di qualche giorno fa, da parte dell’azienda di Google di 62.000 nuovi minivan Pacifica che saranno poi equipaggiati con la tecnologia di guida autonoma.

I due giganti starebbero anche valutando la possibilità di arrivare, un giorno, a vendere le self-driving car direttamente agli utenti finali.

FORD PRENDE ANCORA TEMPO

Gli annunci dei due colossi non cambierà i piani della seconda casa automobilistica statunitense, continuerà a giocare la sua partita nella guida autonoma rispettando i suoi tempi. Ford intende distinguersi sul mercato portando un prodotto finito e disponibile alla vendita.
“Sicuramente non ci sentiamo indietro rispetto ai nostri concorrenti nel raggiungere un business redditizio” nel settore delle driverless car, ha detto in un’intervista Sherif Marakby, vice presidente Ford per i veicoli autonomi e l’elettrificazione. “È molto più di un semplice software che entra nell’auto. Stiamo costruendo un business. Il modo in cui generiamo entrate e profitti è molto più importante del semplice salto e gestione di un’attività in qualche luogo”.

LA POSTA IN GIOCO

Non si può negare che in gioco ci sia una posta abbastanza alta. Si prevede che le driverless car trasformeranno il settore mobilità e genereranno un business del valore di 7 trilioni di dollari entro la metà del secolo, secondo un rapporto dello scorso anno a firma di Intel Corp. e Strategy Analytics.

I produttori di automobili, abituati a modesti margini di profitto, spesso inferiori al 10%, pensano che la rimozione del conducente dai taxi e dai camion offra la prospettiva di generare rendimenti superiori al 20%. Coloro che lo fanno bene avranno un futuro prospero. Quelli che non lo fanno potrebbero non avere un futuro.

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