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Marchionne Fca

Fca, ecco perché Marchionne rottamerà i diesel di Jeep, Maserati, Alfa Romeo e Fiat

Anche Fca abbandona i motori diesel, a partire dal 2022. Marchionne si allinea al mercato. Tutti i dettagli nell’articolo di Giusy Caretto Svolta green di Fca: anche la casa automobilistica italo-americana dirà addio ai motori diesel, a partire dal 2022. Così le scelte di Sergio Marchionne si allineano a quelle di altri Ceo di settore.…

Svolta green di Fca: anche la casa automobilistica italo-americana dirà addio ai motori diesel, a partire dal 2022. Così le scelte di Sergio Marchionne si allineano a quelle di altri Ceo di settore. Volvo, tra gli altri, già a partire dal 2019 ha promesso la sola realizzazione di auto a batteria.

Una decisione simile era comunque nell’aria. In occasione del Salone dell’Auto di Detroit, infatti, Sergio Marchionne aveva rivelato che il mondo della mobilità si stava trasformando e che, per non fallire, le case automobilistiche si sarebbero dovute adeguare in fretta.

IL PIANO DI FCA

Le indiscrezioni arrivano dal Financial Times, ma l’ufficialità dovrebbe arrivare a giugno, con la presentazione del nuovo Piano finanziario: Fca abbandonerà i motori diesel dalle auto passeggeri a partire dal 2022 e la novità riguarda tutti i brand della casa: Jeep, Ram, Dodge, Chrysler, Maserati, Alfa Romeo e Fiat.

NON SOLO FCA

Il gruppo Fca, in realtà, è l’ultimo costruttore auto a dire addio a questo tipo di carburante. Già il 4 luglio 2017, Volvo ha annunciato che a partire dal 2019 ogni nuova auto sarà dotata di un motore elettrico che la casa automobilistica svedese avrebbe abbandonato definitivamente i motori tradizionali. L’annuncio era arrivato dallo stesso CEO di Volvo, Håkan Samuelsson, secondo il quale “questa decisione segna la fine delle auto alimentate esclusivamente da motori a combustione interna”.

Anche Toyota, lo scorso anno, aveva annunciato che non ci sarebbe stato (con molta probabilità) nessun nuovo modello con un motore diesel, mentre proprio pochi giorni fa Volkswagen ha annunciato che avrebbe cancellato la tecnologia dalla sua gamma.

PERCHE’ QUESTA SCELTA?

La scelta, ovviamente, è questione di sopravvivenza. Il mercato, infatti, seppur l’auto elettrica fatica ancora a spiccare il volo, ha comunque registrato un crollo della domanda di motori diesel.

Ma non solo: il fatto è anche che l’Europa chiede motori sempre più puliti. Il quadro per il clima e l’energia 2030 europeo fissa tre obiettivi principali da conseguire: una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990); una quota almeno del 27% di energia rinnovabile; un miglioramento almeno del 27% dell’efficienza energetica.

Questo significa che anche le case automobilistiche dovranno fare la loro parte e per mantenere la tecnologia serviranno finanziamenti importanti per renderli in linea con gli standard delle emissioni (i costi potrebbero salire del 20%).

LE DICHIARAZIONI DI SERGIO MARCHIONNE

In una intervista rilasciata a Bloomberg, Sergio Marchionne, ha aperto (con grande sorpresa) alle auto ibride e all’elettrificazione. Per l’amministratore delegato, infatti, entro il 2025 “meno della metà” delle auto prodotte al mondo sarà totalmente alimentata a combustione, ovvero a benzina o diesel. La trazione tradizionale lascerà il posto a motori ibridi ed elettrici:
“Questo business non è mai stato per i deboli di cuore”, ha affermato Marchionne. “I cambiamenti tecnologici lo renderanno più difficile di quanto sia mai stato”.

Marchionne è dunque consapevole che le case automobilistiche hanno meno di un decennio per reinventarsi e non restare vittime di un terremoto di settore che cambierà il modo in cui i veicoli sono alimentati, guidati e acquistati. Le batterie, la guida autonoma e la condivisione del viaggio, infatti, altereranno le decisioni di acquisto dell’auto dei consumatori entro sei o sette anni.

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