skip to Main Content

Guida Autonoma

Come Uber, Google, Bosch, Tesla e Volkswagen vogliono cambiare la mobilità

Uber, Google, Tesla e Volkswagen: tutte le aziende che si sfidano sul taxi a guida autonoma. L’approfondimento di Giusy Caretto Milano, 2020 (forse, 2025). Un taxi senza conducente ci porta alla stazione, qui farà salire un nuovo passeggero verso una nuova meta, poi un altro e un altro ancora. Un robot non si stanca, può…

Milano, 2020 (forse, 2025). Un taxi senza conducente ci porta alla stazione, qui farà salire un nuovo passeggero verso una nuova meta, poi un altro e un altro ancora. Un robot non si stanca, può rimanere attivo anche 24 ore, a differenza dell’uomo, e magari potrà farsi pagare anche molto meno. In fondo a guadagnare sugli spostamenti sarà direttamente la casa madre della vettura o l’azienda che l’acquista, nessuno stipendio a dipendenti & co.

Il mercato attrae. La guida autonoma può essere la tecnologia che cambierà per sempre il volto della mobilità, semplificandola, rendendola più sicura e magari abbattendo anche il traffico cittadino (un’auto a guida autonoma, che può tornare a casa dopo aver lasciato il passeggero, può essere messa a disposizione di tutta la famiglia, che potrà rinunciare a più vetture per spostarsi).

Tanti gli attori che cercano di farsi strada nel settore: dal pioniere della tecnologia, Google (ora Waymo) ad Uber, da Volkswagen a Tesla, tutti vogliono conquistare il mercato e mostrare che la propria tecnologia è quello che aspettavamo.

IL PIONIERE GOOGLE

Il debutto dei taxi a guida autonoma di Waymo, la società di Google-Alphabet che si occupa dello sviluppo di veicoli driverless, è fissato per questo anno. La casa di Mointain View, infatti, ha ottenuto il via libera dallo stato dell’Arizona per svolgere un’attività di trasporto passeggeri su strada pubblica grazie a vetture capaci di guidarsi “da sole”. L’autorizzazione arriva dopo numerosi test condotti nei mesi scorsi: in Arizona, il clima più favorevole e la migliore manutenzione delle strade ha consentito agli ingegneri di Waymo di ottimizzare al massimo il funzionamento dei veicoli.

LE MOSSE DI UBER

I primi taxi a guida autonoma di Uber dovrebbero fare il loro debutto solo qualche mese dopo, a metà 2019. Ne è convinto Dara Khosrowshahi che, ai microfoni di Bloomberg, in occasione dell’evento #TheYearAhead organizzato a Davos (Svizzera), ha detto che tra poco più di un anno, in America, sarà possibile salire su un veicolo senza conducente ed essere condotti a destinazione. Attenzione: i taxi di questo tipo, inizialmente, saranno pochi e dunque tutti gli autisti di Uber potranno conservare il loro lavoro. A Phoenix, dove ancora oggi la mappatura delle strade è insufficiente e le condizioni meteo sono spesso avverse, il 95% delle corse dovrà essere effettuato in modo “tradizionale”

I PIANI DI ELON MUSK

Elon Musk pensa ad un car sharing a guida autonoma. Il ceo di Tesla, infatti, vorrebbe le che vetture a guida autonoma possano essere messe a disposizione della famiglia o della comunità in cui si vive. Una specie di servizio taxi in cui a guadagnare, questa volta, sarebbe lo stesso proprietario della vettura. Il car sharing “potrebbe abbattere significativamente i costi di gestione dell’auto, oltre che essere utile per far fare cassa a Tesla. Ovviamente la maggior parte degli introiti, però, andrebbero al proprietario della vettura” ha spiegato Elon Musk. “Non sarà Tesla contro Uber. Sarà la gente contro Uber.”

tesla

Sulla guida autonoma, comunque, proprio Tesla potrà fare la differenza.  Tesla, come racconta Bloomberg, dal 2014 ad oggi ha raccolto i dati di più di 1,3 miliardi di miglia dalle auto che hanno operato in diverse condizioni stradali e meteorologiche, in tutto il mondo. Un vantaggio non di poco conto e che potrebbe rivelarsi fondamentale in questa corsa a portare il primo veicolo a guida completamente autonoma: quelle informazioni potrebbero fare la differenza. Insomma, per il momento, il produttore di auto elettriche ha qualcosa in più rispetto alla concorrenza. E anche rispetto a Google, General Motors Co. e Uber Technologies Inc.

VOLKSWAGEN SI ALLEA CON AURORA INNOVATION

Tra coloro che vogliono salire sul treno della guida autonoma c’è anche Volkswagen, che a gennaio, in occasione dell’Electronics Show di Las Vegas ha annunciato una parnership con Aurora Innovation per lo sviluppo di veicoli elettrici a guida autonoma. Tra i progetti delle due aziende c’è quello di portare su strada i taxi a guida autonoma nelle città Europee entro il 2021.

Le intenzioni di Volkswagen per lo sviluppo del settore sembravano già chiare nel programma ‘Together – Strategy 2025’, ma la collaborazione con Aurora fornirà alla casa automobilistica tedesca il know how per lo sviluppo continuo di software e hardware dei veicoli senza conducente.

ANCHE BOSCH SCENDE IN CAMPO

Non punta ancora alla guida autonoma (o almeno, non in modo ufficiale), ma presto potrebbe essere una delle sfidanti di Uber, Google e Tesla. Bosch, infatti, nelle scorse ore ha fatto il suo ingresso nel settore del ride sharing, grazie all’acquisito di SPLT Splitting Fares, star-up americana con sede a Detroit che gestisce una piattaforma in grado di consentire ad aziende, università e autorità pubbliche di offrire ala propria forza lavoro servizi di ride sharing.

SPLT mette in contatto le persone che condividono lo stesso tragitto per recarsi al lavoro o a scuola e un algoritmo trova la soluzione migliore per il viaggio condiviso, calcolando il percorso più veloce. Guardando al futuro molto probabile che a gestire questi spostamenti saranno le auto robot. D’altronde, il colosso tedesco produce la maggior parte dei componenti utilizzati sulle driverless car ed è facile immaginare che presto potrebbe allargare il proprio business.

Back To Top