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Germania Francia

Che cosa sta architettando la Germania contro l’inquinamento nelle città

Che cosa sta progettando la Germania per venire incontro alle richieste della Commissione europea sull’inquinamento delle città. Mezzi pubblici gratis per tutti? L’approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino Mezzi pubblici gratis per tutti. Non è l’ennesima proposta della stralunata campagna elettorale italiana, ma l’ipotesi azzardata dal governo tedesco per combattere l’inquinamento di biossido d’azoto in molte…

Mezzi pubblici gratis per tutti. Non è l’ennesima proposta della stralunata campagna elettorale italiana, ma l’ipotesi azzardata dal governo tedesco per combattere l’inquinamento di biossido d’azoto in molte città tedesche. La misura, che segnerebbe una rivoluzione nella storia della mobilità urbana in Europa, è contenuta assieme ad altre in una lettera inviata al commissario europeo all’Ambiente Karmenu Vella da tre ministri titolari dei dicasteri tedeschi competenti: Barbara Hendricks dell’Ambiente, Christian Schmidt dei Trasporti e Peter Altmaier, capo della cancelleria (oltre che ministro delle Finanze pro-tempore). Si tratta di ministri rispettivamente di Spd, Csu e Cdu, proprio i tre partiti che stanno per varare anche il nuovo esecutivo di Grosse Koalition (voto degli iscritti socialdemocratici permettendo), e quindi c’è da giurare che la proposta inviata a Bruxelles avrà continuità nei prossimi mesi. La notizia è stata rivelata dalla Süddeutsche Zeitung, i cui cronisti hanno visionato il documento.

IL FORCING DI BRUXELLES

L’obiettivo è di ridurre il numero degli autoveicoli privati che circolano nelle città tedesche, in particolare quelle in cui quotidianamente vengono superati i livelli massimi di ossido d’azoto, in modo da evitare di incorrere nella procedura di infrazione e al deferimento alla Corte di giustizia europea e alla conseguente sanzione milionaria che ne deriverebbe. Assieme alla Germania, il minaccioso sguardo di Bruxelles si è posato anche su Italia, Francia, Spagna e Regno Unito. I ministri dell’Ambiente di questi Paesi sono già stati convocati a gennaio dal commissario Vella per illustrare le misure che si intendono adottare per affrontare il problema: “Un’ultima opportunità per spiegare cosa si sta facendo concretamente prima di avviare le procedure d’infrazione”, era scritto nella missiva arrivata sui tavoli dei ministri nazionali.

LA SITUAZIONE IN GERMANIA

La Germania ha preso sul serio l’avvertimento, anche perché da mesi infuria sui media il dibattito sull’inquinamento prodotto dai veicoli. Da un lato le cronache sulle emergenze ambientali di città come Bonn, Reutlingen o Stoccarda dove da tempo si litiga sulla possibilità di vietare i diesel in caso di limiti anti-inquinamento superati. Dall’altro le analisi in difesa dell’industria automobilistica, che con i suoi 800.000 addetti suddivisi fra costruttori e fornitori e i suoi 400 miliardi di euro di fatturato nel 2016 è il primo settore produttivo del paese: “Il 7,7% dell’intera produzione economica tedesca è da ricondurre direttamente o indirettamente all’industria dell’auto”, ha contabilizzato la WirtschaftsWoche.

CHE COSA RISCHIA BERLINO

Ma ora c’è da evitare multe salate e una nuova caduta d’immagine (dopo il fallimento di abbattere entro il 2020 del 40% le emissioni nocive rispetto al 1990) per un paese che voleva essere capofila nella lotta ai cambiamenti climatici. “Riconosciamo l’urgenza esistente e la conseguente necessità di agire”, è scritto nella lettera dei tre ministri tedeschi inviata a Bruxelles, che dà seguito alle promesse già espresse da Heindricks nella convocazione di gennaio. L’ipotesi di rendere gratuiti i mezzi pubblici cittadini – autobus, tram, metropolitana, sistemi spesso integrati, puntuali e capillari in molte città medie e grandi della Germania – non era stata finora mai presa in considerazione, a nessun livello amministrativo. Era stata una proposta elettorale del partito dei Pirati, nell’effimero momento di grande successo ormai cinque-sei anni fa, ma nessun partito l’aveva davvero presa sul serio. Anzi molti l’avevano schernita come un’utopia irrealizzabile. Ora il dietrofront.

I PROGETTI IN CANTIERE

La misura è appena allo studio e nella lettera a Bruxelles i ministri ammettono che dovrà prima essere sviluppata a livello regionale e locale. Sono già state individuate cinque città nelle quali si testeranno le nuove iniziative: Bonn, Essen, Mannheim, Herremberg e Reutlingen (queste due ultime nel Baden-Württemberg, il Land di Stoccarda dove ha sede la Mercedes). Oltre ai mezzi pubblici gratuiti, il governo intende lavorare con i comuni per giungere a una regolamentazione del traffico su arterie particolarmente ingolfate, per estromettere il flusso dei mezzi pesanti (tir, camion) da vaste aree dei centri urbani e per introdurre una sorta di tetto massimo all’inquinamento di nuovi autobus e taxi. Alcuni provvedimenti fanno parte di un pacchetto urgente già concordato da Angela Merkel con i comuni nell’ordine di 1 miliardo di euro: 750 milioni stanziati dal governo e 250 dalle aziende automobilistiche, in proporzione alla loro flotta di auto diesel. Si inizierà dalle città in cui vengono puntualmente superati i limiti di emissione di biossido d’azoto: Monaco di Baviera, Stoccarda, Colonia e Reutlingen.

I POUR PARLER POLITICI

I provvedimenti servono anche ad evitare l’introduzione su larga scala del divieto di circolazione dei veicoli con vecchi motori diesel, una misura impopolare che metterebbe fuori gioco tantissimi proprietari d’auto e che invece è sollecitata da molte organizzazioni ecologiste. Cdu-Csu e Spd hanno messo nero su bianco nel contratto di coalizione l’impegno a evitare limitazioni agli automobilisti. Ma su tutti pende la decisione che il 22 febbraio prenderà il tribunale amministrativo regionale di Lipsia su una controversia fra il Land del Nordreno-Vestfalia e l’associazione ecologista Umwelthilfe che vuole autorizzare il divieto di circolazione di vecchi veicoli diesel quando vengano superati i limiti di polveri sottili nell’aria delle città. Una decisione che avrà ripercussioni sugli automobilisti dell’intera Germania.

MEZZI PUBBLICI GRATIS?

Anche la proposta di rendere gratuito l’utilizzo di bus e metropolitane ha incontrato scetticismo, almeno tra i manager delle aziende del trasporto pubblico. Una portavoce della Vdv, l’associazione che rappresenta 600 aziende del settore, ha ricordato che i servizi si reggono per il 50% sui prezzi dei biglietti, che sono mediamente più cari che in Italia: per fare un confronto, un biglietto di corsa singola valido 120 minuti ma utilizzabile solo in una direzione di marcia costa a Berlino 2,80 euro contro 1,50 di Roma e Milano. “Chi promette trasporti gratuiti deve innanzitutto spiegare chi sopporterà i costi”, ha aggiunto, “tanto più che una tale offerta aumenterà il numero dei passeggeri e le aziende dovranno investire più soldi per accrescere mezzi e infrastrutture”.

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