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Ecco cosa cambia davvero con il sì del governo alla Tav

Ecco gli effetti economici, finanziari e istituzionali della lettera inviata dall'Italia all'Unione europea sull'Alta Velocità

 

Un gruppo di No Tav ha sfondato ieri la pesante cancellata posta dalle forze dell’ordine a sbarramento del sentiero che dall’abitato di Giaglione conduce al cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. Raggiunto il traguardo molti sono tornati indietro. Intanto 40 No TAV, tra cui esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino, sono stati denunciati.

“La Tav si farà”, conferma Matteo Salvini. Di parere contrario l’altro vicepremier, Luigi Di Maio. “Non facciamo regali a Macron”, ha detto.

Comunque il governo italiano ha inviato il 26 luglio alla Ue la lettera con cui conferma l’intenzione di proseguire nella realizzazione della Torino-Lione. Nelle scorse settimane la Commissione europea aveva chiesto a Italia e Francia di chiarire le rispettive posizioni sull’opera.

Il via libera formale da parte del Governo italiano di fatto innesca una serie di passaggi successivi. A cominciare dalla proroga di almeno due anni per l’accordo tra Italia, Francia e Unione europea (Grant Agremeent) che stanzia per la tratta tra Italia e Francia del corridoio mediterraneo risorse comunitarie per 813 milioni su una prima tranche di lavori impegnati per 1,9 miliardi entro dicembre 2019, ha sottolineato il Sole 24 Ore.

In seconda battuta, sul fronte politico Italia e Francia di fatto si candidano a ottenere dall’Unione europea risorse aggiuntive, alla luce della decisione di aumentare la quota di finanziamento in capo a Bruxelles dal 40 al 50%, con un ulteriore 5% per quei progetti come la Torino-Lione di natura binazionale: “Nella lettera che la struttura tecnica del ministero dei Trasporti ha inviato la sera del 26 luglio all’Inea, ente che a inizio giugno aveva richiesto chiarimenti in merito alla posizione italiana sull’opera – ha aggiunto il Sole 24 Ore – c’è un passaggio relativo proprio al tema dell’aumento di risorse proveniente dall’Europa. «Non realizzare il Tav costerebbe molto più che completarlo» sottolinea la lettera riprendendo il discorso fatto dal premier Giuseppe Conte martedì scorso”.

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