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Fca AUTO

Ecco come Marelli, Fca e Ferrari scaldano i motori per la ripartenza

Come Marelli, Fca e Ferrari si organizzano per far ripartire la produzione dopo l'emergenza Covid-19

L’automotive mette la quinta e prova, dal 4 maggio in teoria, a ripartire ala grande. Marelli, Fca e Ferrari hanno un piano per riprendere la produzione facendo attenzione alle misure anti-contagio: test sierologici, controlli all’ingresso, guanti e mascherine caratterizzeranno la fase 2 delle tre aziende.

Tutti i dettagli.

MARELLI

Partiamo dagli ultimi annunci. In attesa che il governo dia l’ok alla ripartenza, Marelli si è portata avanti il lavoro e con i sindacati – Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri – ha sottoscritto un accordo per garantire la sicurezza dei lavoratori una volta ripresa la produzione. L’intesa, specifica il Sole 24 Ore, “rende le mosse dal Protocollo siglato il 14 marzo da associazioni datoriali e sindacali, in conseguenza del quale già prima della chiusura erano stati istituiti i Comitati aziendali con rappresentanti dell’azienda stessa ed esponenti sindacali”.

LE MISURE MESSE IN CAMPO DA MARELLI

La produzione dovrebbe partire contemporaneamente nei 14 stabilimenti Marelli in Italia, dopo sanificazione dei locali, ai quali sarà possibile accedere soltanto dopo aver misurato la temperatura corporea. Ci saranno i dispenser dei gel igienizzanti e sarà garantita, per tutti, la distanza sociale di un metro (anche nelle mense).

Saranno rivisti, come si legge in una nota diffusa da Fim-Cisl, i sistemi delle pause delle singole attività produttive.

CASSA INTEGRAZIONE A TURNO

Ma non solo. L’azienda si riserva, con l’obiettivo di contenere il numero di addetti all’interno delle fabbriche, la possibilità di programmare la cassa integrazione a rotazione.

Amministrativi in smart working.

LE PAROLE DI ERMANNO FERRARI

“Abilitare al massimo livello di sicurezza possibile il rientro sul posto di lavoro di tutti i nostri dipendenti era il nostro obiettivo primario”, ha commentato l’accordo Ermanno Ferrari, presidente di Marelli Europe.

FCA

Sarà una partenza a tappe, invece quella di Fca. I primi stabilimenti a ripartire, non appena il Governo allenterà le misure di sicurezza, sono quelli del Ducato, in Sevel, della Compass a Melfi, e della 500 E a Mirafiori. Riprenderanno, fin da subito, anche alcune lavorazioni delle meccaniche di Termoli e Torino e alcune attività di staff.

LE MISURE MESSE IN CAMPO

Anche la casa auto italo-americana garantirà “pulizia e igienizzazione degli ambienti, che naturalmente poi andrà mantenuta nel tempo, dotando anche il personale dell’occorrente per pulire la propria postazione”, spiegano le principali sigle sindacali.

La casa auto promette anche informazione e formazione del personale da tenere immediatamente al rientro, dotazione di guanti, occhiali e due dispositivi a turno. Negli stabilimenti sarà fatto uso di segnaletica orizzontale per facilitare il mantenimento delle distanze e verranno scaglionate le pause. Sarà limitato l’utilizzo degli spogliatoi; saranno limitato meeting e viaggi.

Mantenimento dello smart working.

FERRARI

“Back on Track” (Torna in Pista) anche Ferrari, con una app per i propri collaboratori in modo da ricostruire i contatti di eventuali contagiati e facilitare la vita dei dipendenti in azienda.

LE MISURE

Alla riapertura delle sedi di Maranello e Modena verrà attuato il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, sottoscritto il 14 marzo da sindacati, governo e associazioni datoriali, ulteriormente rafforzato e personalizzato con il supporto di competenze specialistiche qualificate sugli ambienti di lavoro Ferrari.

All’interno delle fabbriche ci saranno dispenser igienizzanti, mentre i dipendenti verranno dotati si guanti e mascherine.

La casa auto prevede anche uno screening dei collaboratori Ferrari, su base volontaria, con esami del sangue mirati per verificare lo stato di salute in relazione alla diffusione del virus. Riservata la possibilità di effettuare i test sierologici anche ai familiari conviventi dei collaboratori, qualora interessati, e al personale dei fornitori presente in azienda.

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