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Scuole, treni e non solo, ecco come il governo irrigiderà le regole anti Coronavirus

Che cosa sta studiando il governo per irrobustire le misure di distanziamento sociale. Fatti, parole e indiscrezioni

Regole ancora più rigide anti Coronavirus allo studio del governo. Ecco tutti gli ultimi dettagli.

E’ “inevitabile allungare il blocco totale”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parla con il Corriere della sera a proposito di una possibile proroga delle misure per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

“Abbiamo evitato il collasso del sistema – osserva Conte – le misure restrittive stanno funzionando, ed è ovvio che quando raggiungeremo il picco e il contagio comincerà a decrescere, speriamo fra qualche giorno, non potremo tornare subito alla vita di prima; è chiaro che i provvedimenti che abbiamo preso non potranno che essere prorogati alla scadenza”.

“Bisogna usare il buonsenso e agire tutti con la massima consapevolezza – rileva il premier – le sanzioni penali per chi trasgredisce ci sono e verranno applicate in modo severo; sono d’accordo con quei sindaci che hanno chiuso anche le ville e i parchi. Al momento non sono previste altre misure restrittive di largo respiro, ma se non saranno rispettati i divieti dovremo agire”. ”

Noi siamo più che soddisfatti di tutti i passi compiuti sino ad ora; ispirati ad almeno quattro principi: trasparenza, massimo rigore, adeguatezza delle misure, proporzionalità”.

Il capo del governo rivela che è in dirittura d’arrivo, forse tra due settimane, anche un altro decreto dedicato alla leva di politica economica interna: “Ci stiamo lavorando giorno e notte nonostante l’emergenza, sarà un’ opera di sblocco di investimenti pubblici mai vista prima, per alcune decine di miliardi di euro; non so dire al momento se saranno 50 o 70 o 100 miliardi di euro”.

Ieri dichiarazioni in tv di due ministri del governo Conte avevano indotto a pensare che il governo stesse studiando una nuova stretta per irrigidire il distanziamento sociale per attenuare la diffusione dell’epidemia di Coronavirus.

Sia il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora (M5s), sia il titolare degli Affari regionali, Francesco Boccia (Pd), hanno evocato per diversi settori un provvedimento del genere da parte del governo in funzione anti Coronavirus.

Con l’Italia che ha superato anche la Cina per numero di morti in un solo giorno – 475 sono le vittime delle ultime 24 ore, 319 delle quali in Lombardia – il governo valuta la possibilità di prorogare oltre il 3 aprile le misure in atto e si prepara a varare una nuova stretta per tentare di arginare i comportamenti scorretti di chi ancora continua a spostarsi senza motivo, vanificando il sacrifico imposto a milioni di italiani e lo sforzo immane del sistema sanitario per contenere il virus.

Giro di vite sui trasporti e per agevolare ancor più il lavoro da casa in cima ai progetti in cantiere a Palazzo Chigi. Ma anche sulla scuola: il comitato tecnico-scientifico per l’emergenza ricorda che loro, gli esperti, le indicazioni le avevano date alla vigilia del 9 marzo; la chiusura delle scuole è un provvedimento che ha un senso se viene applicato almeno per due mesi. “Dopo il 3 aprile, quindi, servirebbero altri trenta giorni. Con un rientro possibile il 6 maggio”, scrive Repubblica.

La ministra dei trasporti Paola De Micheli ha già firmato il decreto che definisce nuove limitazioni nei trasporti ferroviari e marittimi (merci escluse) per tutto il paese e in particolare nei collegamenti verso la Sicilia e la Sardegna. E l’esecutivo sta anche lavorando ad un nuovo Dpcm che potrebbe riguardare non solo le “attività all’aperto” – oggi consentite – ma anche prevedere misure più restrittive per i supermercati, per i bar nelle stazioni di servizio cittadine e gli uffici, in modo da evitare ad esempio le scene che si sono viste nella metropolitana di Milano affollata di cittadini.

“Dobbiamo prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto completo di attività all’aperto – ha detto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora – Abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava la comunità scientifica, ma se l’appello di restare a casa non sarà ascoltato saremo costretti anche a porre un divieto assoluto”.

“Penso che sarà inevitabile prorogare le misure oltre il 3 aprile. Ma nessuno di noi fa previsioni né sarebbe corretto farle nei confronti degli italiani. Il Consiglio dei ministri valuterà i dati di questa settimana”. E’ quanto ha dichiarato a SkyTg24 il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, a proposito delle norme varate per l’emergenza del coronavirus. “Lo deciderà il Cdm – ribadisce Boccia- Vedremo… Penso che dobbiamo restare a casa e fidarci dello Stato e dello straordinario lavoro che fanno i medici e gli infermieri. Ancora oggi, il lavoro che stiamo facendo è per potenziare le terapie intensive, con una corsa contro il tempo. Abbiamo detto che sarebbero raddoppiate e siamo a buon punto. Ma dobbiamo correre più veloci del Covid, la capacità di attrezzare le terapie intensive deve essere più veloce dei contagi”. Per il ministro, “iniziamo a vedere dei segnali sui contagi, segnali importanti. Ma non ci illudiamo perché ogni giorno bisogna essere più rigorosi del giorno precedente. Il Governo ha chiesto alle altre Regioni la disponibilità di inviare in Lombardia cento medici, che vadano negli ospedali diventati più complicati e dopo due, tre, quattro settimane tornino perché le sperimentazioni avviate in Lombardia possano poi essere utili anche per le altre Regioni”.

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