Potrebbe non essere ancora terminata la stagione delle cessioni in casa Fca. Il Lingotto infatti, dopo la vendita di Magneti Marelli al fondo usa Kkr, starebbe valutando l’ipotesi di cedere anche un’altra controllata della componentistica, ovvero il Comau, l’azienda di robotica della casa automobilistica italo-statunitense.
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Bisogna anche dire che una decisione in tal senso, qualora dovesse arrivare nel concreto, non dovrebbe essere presa prima del prossimo anno, anche perché il Lingotto sta ancora ultimando i dettagli della cessione della Marelli, che ufficialmente avverrà a inizio 2019.
LE INDISCREZIONI DI BLOOMBERG SU COMAU
Secondo quanto sostiene l’agenzia Bloomberg che ha citato fonti non ufficiali, la cessione di Comau potrebbe avvenire per una cifra compresa tra 1,5 e 2 miliardi.
COSA SI DISSE DI COMAU AI TEMPI DI MARCHIONNE
Bisogna dire che non è la prima volta che trapleano indiscrezioni su una possibile cessione di Comau. In marzo d’altronde era stato addirittura l’allora ceo di Fca Sergio Marchionne a fare balenare questa ipotesi spiegando che «Comau è una bellissima azienda ed eventualmente potremo considerare uno scorporo, ma non entro il 2018 come avverrà per Magneti Marelli».
LE STIME DI COMAU
In quel periodo Mediobanca aveva valutato la società circa 800 milioni. «Secondo le nostre stime Comau genera attorno ai 2 miliardi di euro di ricavi e ha un margine di ebit di 70-80 milioni di euro. Sulla base dei nostri modelli di valutazione il valore della società è attorno agli 800 milioni di euro, considerando un multiplo ev/ebit di dieci volte», aveva affermato il report della banca milanese. Mentre Banca Imi aveva stimato il valore di Comau in un miliardo.
FOCUS ITALIA PER FCA
Nel breve periodo però l’attenzione al Lingotto è concentrata sul piano per l’Italia che Pietro Gorlier, l’ex numero uno di Magneti Marelli diventato ora responsabile Fca per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) presenterà dopodomani alla palazzina dello stabilimento di Mirafiori a Torino.
LE INDISCREZIONI SUL PIANO
Le indiscrezioni su questo piano parlano di un maggiore focus sugli impianti italiani con la produzione di maggior numero di modelli ad alto margine (come le Jeep o i suv dell’Alfa Romeo) che dovrebbe essere destinata nei prossimi anni agli stabilimenti italiani.
(articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)