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Fca-Psa

Che cosa succederà nelle auto elettriche dopo la fusione Fca-Psa

500 elettrica, Maserati, Peugeot e-208, Opel Corsa-e e non solo: tutti i progetti nell'elettrico di Fca-Psa con molte differenze al momento tra le due Case in via di fusione

 

Non è un mistero, Fca sulla mobilità elettrica è in ritardo. Sergio Marchionne ha sempre snobbato le batterie, preferendo puntare sul metano. Psa, invece, sull’elettrico e sulle nuove tecnologie è avanti. E porta in eredità, nella fusione con la casa auto italo-americana, proprio il Know how (e le piattaforme) che servono ad Fca a recuperare terreno.

LEADER MONDIALE DELLE MOBILITA’ SOSTENIBILE

L’obiettivo della fusione è chiaro: le due case uniscono le forze per dare vita ad un leader mondiale della mobilità elettrica. “In un settore in rapida evoluzione, con nuove sfide in termini di mobilità connessa, elettrificata, condivisa e autonoma, la società risultante dalla fusione farà leva sulla sua forza nella ricerca e sviluppo e sul suo ecosistema globale per accelerare l’innovazione e affrontare queste sfide con agilità ed efficienza negli investimenti”, scrivono Fca-Psa in un comunicato congiunto diffuso in mattinata.

FCA, IN RITARDO SULL’ELETTRICO

Ma proprio Fca, sul fronte della mobilità sostenibile (meglio, sul fronte elettrico) è in ritardo. E non è certo un mistero. Marchionne guardava al concreto e al breve termine: l’obiettivo era risollevare la società. Marchionne è entrato in Fiat nel 2004 quando era praticamente fallita e l’ha condotta alle nozze con l’americana Chrysler, facendola diventare il sesto gruppo automobilistico al mondo.

In questo piano per attuare il “miracolo” economico le batterie non c’erano. E soprattutto non c’erano i soldi per dare vita a una rivoluzione tecnologica troppo costosa per l’azienda.

LA SVOLTA ELETTRICA DI FCA

Di batterie ed auto elettriche, infatti, Sergio Marchionne ne parlò solo nel suo ultimo piano industriale presentato a giugno 2018. Solo pochi mesi prima, Marchionne aveva ammesso ai microfoni di Bloomberg che la mobilità si sarebbe elettrificata e che dal 2025 la metà delle auto vendute sarebbe stata a batteria.

Ancora oggi non sappiamo se quelle dichiarazioni saranno poi realtà, quel che è certo è che Fca iniziava ad accostarsi all’elettrico.

I PIANI ELETTRICI DI FCA

Nel piano industriale, Fca ha indicano “un piano di investimenti complessivo di cinque miliardi di euro, in corso di realizzazione in Italia per sostenere un sostanziale rinnovo ed elettrificazione della nostra offerta di prodotti”, ha affermato Pietro Gorlier, responsabile di Fca per l’area Emea.

Entro il secondo trimestre del prossimo anno, Fca dovrebbe avviare la produzione della 500 elettrica a Mirafiori e sempre a stretto giro dovrebbero debuttare sul mercato della batteria due vetture che fino ad oggi hanno rappresentato i pilastri delle produzione Maserati: GranTurismo e GranCabrio. Elettrico sarà anche un nuovo veicolo premium per Alfa Romeo che verrà prodotto a Pomigliano. Al 2021 la casa italo-americana ha promesso tredici modelli FCA totalmente nuovi o aggiornati in modo significativo, oltre a versioni elettrificate di 12 modelli nuovi o esistenti.

PSA, I PROGETTI DELLA BATTERIA

I francesi, sulla batteria, sono partiti decisamente prima. Dopo aver sperimentato con la Citroen E-Mehari, i francesi hanno sviluppato una piattaforma di proprietà con cui hanno lanciato prima la DS 3 Crossback E-Tense e poi la Peugeot e-208 e la Opel Corsa-e.

Psa punta sulle Bev (elettriche pure) e Phev (ibride con ricarica) per rispettare a pieno le norme europee sulle emissioni ed entro il 2020 intende produrre 7 modelli elettrici puri e 8 modelli ibridi. Entro il 2025 tutte le vetture del Gruppo PSA dovranno avere una versione elettrificata.

FCA-PSA: UNIONE DELLE FORZE

Con la fusione, Fca potrà sfruttare il Know How della francese e le piattaforme Psa per la produzione delle auto a batteria, recuperando tempo e terreno nel settore della mobilità elettrica. Con i concorrenti, da Daimler alla pioniera Tesla, che devono guardare con preoccupazione all’eventualità di questo matrimonio tra colossi.

LA FRANCIA INVESTE NELLE BATTERIE

I progetti di Psa sono in linea con i progetti di Parigi sulle batterie (lo Stato francese possiede, tramite Bpi France, il 12,23% di Peugeot). Francia e Germania hanno deciso di unire le forze per creare un consorzio europeo per batterie a celle agli ioni di litio, spianando la strada a una maggiore diffusione delle auto elettriche europee. Per il progetto saranno spesi da 5 a 6 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi di euro al massimo di sovvenzioni pubbliche e 4 miliardi di euro di denaro privato, secondo quanto annunciato dal ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire.

Entro il 2020, i due Stati europei hanno previsto la costruzione di un impianto pilota di 200 posti di lavoro in Francia e nel 2023, tra soli 4 anni, dovrebbero essere avviati due diversi impianti di produzione, uno in Francia, l’altro in Germania, creando 1.500 posti di lavoro ciascuno.

IL DIFFICILE ADDIO AL DIESEL

Se l’unione delle forze garantirà ad Fca-Psa di spalmare gli investimenti ingenti per l’elettrificazione e le nuove tecnologie su un gruppo con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro (numeri ottenuti sulla base dell’aggregazione dei risultati del 2018 ed escludendo Magneti Marelli e Faurecia), è anche vero che questa unione renderà meno difficile una delle sfide più grandi che Ue ed elettrico chiedono: l’addio al diesel.

Abbandonare la produzione di auto diesel non comporta solo importati riconversioni degli impianti, ma potrebbe portare anche al taglio di molti posti di lavoro. Nella fabbrica Fiat Chrysler di Pratola Serra nel primo semestre del 2019 sono stati prodotti 150mila motori diesel, il 30% in meno rispetto al 2018. E i dipendenti dello stabilimento sono già in cassa integrazione (per arginare la situazione allo stabilimento campano è stata assegnata la produzione di una nuova gamma di diesel Euro6D per il Ducato).

QUARTO COSTRUTTORE AL MONDO

Elettrificazione a parte, l’unione di Fca-Psa farà la differenza nel settore auto. La fusione, infatti, porterebbe alla nascita del 4° costruttore automobilistico al mondo in termini di unità vendute (8,7 milioni di veicoli), con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro.

L’importante creazione di valore risultante dall’operazione è stimata in circa 3,7 miliardi di euro in sinergie annuali a breve termine. Si prevede, come riportato nella nota congiunta, che “l’80% delle sinergie siano raggiunte dopo 4 anni. Il costo una tantum per raggiungere tali sinergie è stimato in 2,8 miliardi di euro”.

SEDE IN OLANDA

La nuova realtà che nascerà dalla fusione Fca-Psa avrà sede in Olanda e sarà quotata su Euronext (Parigi), Borsa Italiana (Milano) e al New York Stock Exchange, con l’obiettivo di mantenere una importante presenza nelle attuali sedi operative centrali in Francia, Italia e negli Stati Uniti.

LE PAROLE DI CARLO TAVARES

“Questa convergenza crea un significativo valore per tutti gli stakeholder e apre a un futuro brillante per la società risultante dalla fusione. Sono soddisfatto del lavoro fatto finora con Mike e sarò molto felice di continuare a lavorare con lui per costruire insieme un grande gruppo”, ha commentato Carlo Tavares, Ceo di Psa e ceo in pectore della nuova realtà industriale che nascerà dal matrimonio finanziario.

LE PAROLE DI MIKE MANLEY

“Sono contento di avere l’opportunità di lavorare con Carlos e il suo team su questa aggregazione che ha il potenziale di cambiare il settore. Abbiamo una lunga storia di cooperazione di successo con Groupe PSA e sono convinto che, insieme a tutte le nostre persone, potremo creare una società leader nella mobilità a livello globale”, ha chiosato Mike Manley, ceo di Fca.

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