skip to Main Content

Bentivogli Fabbrica Futuro

Il no di Bruxelles alla fusione Alstom-Siemens? Contro l’Europa e l’Italia. Il commento di Bentivogli (Fim-Cisl)

La decisione dell'Antitrust Ue di stoppare la fusione tra la francese Alstom e la tedesca Siemens? Figlia di un modello e di una stagione di Europa da superare. Il commento di Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl

 

Con una decisione che arriva dopo 18 mesi dall’avvio, l’antitrust dell’Unione europea ha bocciato il processo di fusione tra Alstom e Siemens nel settore ferroviario.

La Fim Cisl valuta questa decisione come figlia di un modello e di una stagione di Europa da superare.

La fusione Alstom/Siemens avrebbe costruito un campione europeo del settore ferroviario, capace di misurarsi con la competizione internazionale, in modo particolare con i colossi cinesi del settore.

L’attenzione al rispetto della concorrenza, nel rispetto dei cittadini e delle imprese del settore, deve tenere conto del mutato quadro dell’economia internazionale.

L’Italia deve veder preservato, in un quadro internazionale di consolidamento del settore ferroviario, lo sviluppo delle aziende italiane e il mantenimento dell’occupazione.

La fusione Alstom/Siemens, non priva, come in questi casi, di processi di razionalizzazione, avrebbe collocato i siti italiani in un palcoscenico di competizione internazionale come secondo costruttore al mondo per materiale rotabile, infrastrutture, segnalamento e manutenzione.

Diversamente, il nostro Paese sarà solo un mercato di commesse e rischia di indebolire la competenze e le opportunità del ferroviario in Italia.

Si distingue, purtroppo, per assenza il ruolo del governo italiano che non ha segnalato in sede Ue le esigenze e il valore di questo processo; gli attacchi sterili e polemici all’Unione europea sortiscono anche questi risultati.

In un quadro di consolidamento del settore, la Fim Cisl intende verificare come il piano industriale di Alstom possa perseguire gli scopi di tutela dell’occupazione e di sviluppo dei siti italiani.

Back To Top