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Alitalia, chi si cuccherà la bad company? Fatti, indiscrezioni e approfondimenti

Ma se nascerà una newco di Alitalia con al centro le Ferrovie, chi gestirà la bad company (badco)? L'approfondimento di Michele Arnese

Ma se nascerà una newco di Alitalia con al centro le Ferrovie, chi gestirà la bad company (badco)?

E’ la domanda che in queste ore si stanno ponendo addetti ai lavori ed esperti del settore dopo le offerte e le manifestazioni di interesse arrivate per Alitalia e soprattutto sulla base delle intenzioni esplicitate dal governo.

Una fonte al corrente del dossier dice a Start Magazine: “La badco resta ai commissari straordinari, dunque a carico dei creditori ante 2-5-2017”.

Che significa? Spiega un analista che segue Alitalia da tempo: “Fino al 2 maggio Alitalia era una spa. Poi arrivano commissari, tutto si congela e si gestiscono nuovi debiti a partire dal 2 maggio. Così tutti i debiti pregressi devono essere autorizzati dal tribunale. Ora, se si va al closing con nascita di una newco, la società in amministrazione straordinaria non farà più nuovi debiti e potrà gestire il carico pendente pre-amministrazione straordinaria”.

Ambienti della compagnia aerea, però, dicono: difficilmente i commissari, in primis Luigi Gubitosi, resterà a seguire la bad company visti i giudizi negativi impliciti che sono arrivati dall’esecutivo (qui l’approfondimento di Start Magazine a questo proposito con informazioni e indiscrezioni).

Uno degli aspetti delle tensioni fra governo Conte, esecutivo precedente e commissari, è la modalità con cui è stato deciso il prestito-ponte, a rischio sanzione della Commissione europea: 900 milioni da restituire con gli interessi di circa 100 milioni e sui quali è acceso già da aprile il faro della Ue per sospetti aiuti di Stato.

Eppure lo stesso governo M5S-Lega considera realistica l’ipotesi di una proroga del prestito ponte concesso dallo Stato ad Alitalia che scadrà il 15 dicembre prossimo, ha spiegato il sottosegretario allo Sviluppo economico Dario Galli (Lega) a Radio Anch’io.

La soluzione – secondo Galli – è quella di una partnership con un grande vettore di trasporto aereo che valorizzi le leve competitive, quello che è rimasto il valore del marchio. Bene quindi l’offerta vincolante di Easy jet specializzata nel breve e corto raggio e bene anche il supporto di Fs nel completamento dell’offerta. Delta, che ha presentato un’offerta non vincolante dal canto suo ha fatto comunque sapere “continuiamo ad esplorare strade per lavorare con Alitalia e mantenere la nostra partnership nel futuro”.

Ma qual è lo stato di salute di Alitalia? Ecco un tweet significativo di Andrea Giuricin, economista esperto di trasporti:

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