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Alitalia, ecco cosa si borbotta nel governo contro Calenda e Gubitosi su conti e prestito ponte

Ecco i primi elementi del report politico contro i governi Renzi e Gentiloni, e contro l'ex ministro Calenda e il commissario Gubitosi, sul dossier Alitalia

Ci sono anche obiettivi politici dietro le manovre del governo per trovare nuovi azionisti pubblici per Alitalia.

Al di là di voci, incontri e indiscrezioni sul ruolo diretto o indiretto del Tesoro nella compagnia aerea (in primis con le Ferrovie dello Stato), l’esecutivo utilizzerà lo stato reale del vettore per dichiarare il fallimento dell’azione dei passati governi a trazione Pd su Alitalia.

Nel mirino, secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine, in ambienti pentastellati e leghisti c’è soprattutto la conduzione dell’ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ma anche l’opera dei commissari capitanati da Luigi Gubitosi.

Secondo l’esecutivo, tutta l’azione di Calenda e Gentiloni era finalizzata alla vendita di Alitalia a un gruppo estero. Ma anche il tipo di prestito-ponte scelto per Alitalia, sottolineano tecnici dell’esecutivo che stanno studiando il dossier, era di fatto da un lato propedeutico a quel fine (la dismissione dell’ex compagna di bandiera) e dall’altro lato rischiava fin dall’inizio di trovare le perplessità a posteriori della Commissione Ue visto che si è scelta una modalità che non contemplava un sì preventivo al prestito-ponte.

La convinzione dei tecnici del governo, secondo rumors raccolti in settimana da Start Magazine, è stata rafforzata durante i colloqui informali avuti con i funzionari della Commissione europea.

Rumors che ora trovano una traccia pubblica in questo ha messo per iscritto  la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.

Sull’Alitalia “abbiamo chiesto alle autorità italiane di fornire informazioni su varie questioni, incluso se siano stati pagati gli interessi allo Stato per il prestito da 900 milioni di euro”, ha scritto la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager nella risposta inviata oggi a un’interrogazione dell’eurodeputato dell’Alde Ramon Tremosa. “Se uno Stato è creditore e rinuncia o non rivendica gli interessi dovuti sul prestito, tale comportamento potrebbe comportare un aiuto di Stato, a meno che lo Stato non si sia comportato come un diligente operatore di mercato”, ha aggiunto la commissaria.

“Alle autorità italiane è stato chiesto di fornire chiarimenti sulla nuova lounge (di Fiumicino, ndr), assieme all’acquisto di nuove uniformi per l’equipaggio Alitalia. Se il prestito fosse dichiarato aiuto di Stato, quelle azioni saranno accuratamente valutate, alla luce delle linee guide su salvataggio e ristrutturazione, in particolare sui criteri di appropriatezza”, ha scritto anche la commissaria nella risposta. Tremosa chiedeva alla commissaria quali fossero le azioni che la Commissione intende intraprendere per assicurare che il prestito ponte del Governo, e quindi i soldi dei contribuenti, non siano stati impiegati per pagare la lounge di lusso e le uniformi di Alberta Ferretti.

Una risposta che porta acqua al mulino di chi, nella Lega e nel Movimento 5 Stelle, sta stilando un corposo dossier sui veri conti sbandierati di recente dai commissari di Alitalia capitanati da Luigi Gubitosi. Elementi di questo dossier si possono rintracciare in questa analisi, secondo le indiscrezioni di Start Magazine.

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