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Smart City senza smart citizen? Servirebbe a poco

La smart city non deve ridursi ad essere una proiezione di reti, connettivita' e alta tecnologia. Deve funzionare innanzitutto l'ecosistema, i servizi e la mentalita' dei cittadini

 

È il tema del giorno: occorre riprogettare e investire nelle città per farle diventare intelligenti. Reti, piattaforme, app, tutte cose molto smart che, grazie, alla tecnologia e alla velocità rendono la nostra vita più semplice.

Per funzionare, bene, le smart cities, richiedono che l’ecosistema funzioni, con efficienza e rapidità: un sistema fatto di cittadini, istituzioni e imprese. Una sfida che non può essere a senso unico, soltanto nel proiettare innovazioni tecnologiche laddove le cose più semplici tendono a funzionare con difficoltà.

Può essere utile sapere quando arriva il bus ma è fondamentale che lo stesso bus viaggi a una velocità adeguata, fornendo servizi di qualità e non un trasporto che assomigli a un’odissea: un esempio che possiamo ripetere “n-volte” per comprendere quanto il concetto smart abbia necessità di essere adottato e adattato alle singole esigenze.

La strategia per città smart deve seguire, di pari passo, l’idea che è necessario avere smart gov e smart citizen per poter sviluppare, per davvero, il potenziale di innovazione e di trasformazione dell’economia verso gli scenari del futuro.

Serve investire in capitale sociale e innovazione dell’ecosistema urbano: due cose che, da sole, le smart cities non sono in grado di produrre se manca la capacità di visione e di sviluppo dei fattori di comunità. Le smart cities, quelle vere, che si stanno realizzando in Europa, dimostrano proprio questo.

L’Italia ha una sfida importante da cogliere da questo momento storico nel saper combinare l’innovazione tecnologica con l’innovazione sociale e la capacità di innovare i modelli di governo e di coesione delle comunità. Modelli che siano in grado di considerare i fattori umani legati alla trasformazione e all’innovazione dei sistemi locali.

Sviluppare intelligenze nuove per plasmare una società in grado di competere con il cambiamento in atto, immaginando scenari e paradigmi che hanno poco a che fare con il passato ma che devono avere radici solide e capacità di visione.

Non è una cosa da poco ma l’innovazione è un gioco per persone serie e non la si fa imponendola con leggi e commi.

 

(Andrea Ferraretto)

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