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Gennaro Vecchione

Tutti i subbugli di M5s e Pd su Vecchione, Servizi segreti, Barr e Mifsud per il Russiagate

Fatti, ricostruzioni e approfondimenti sulla scia delle riunioni fra il ministro della Giustizia Usa, Barr, e il capo dei Servizi segreti italiani, Vecchione

 

Movimento 5 Stelle e Partito democratico in subbuglio per l’attivismo filo trumpiano di Gennaro Vecchione, capo del Dis (Servizi Segreti), che ha avuto la copertura del premier Giuseppe Conte.

E’ questo lo scenario che emerge dalle ultime cronache che raccontano della missione non usuale del ministro della Giustizia Usa, William Barr, che a Roma ha incontrato due volte i vertici dei Servizi segreti nei giorni scorsi, prima dell’arrivo in Italia del segretario di Stato, Mike Pompeo.

LE RIUNIONI

Le riunioni segrete fra Barr e i Servizi italiani retti da Vecchione – ha scritto il Corriere della Sera – “avevano come obiettivo la raccolta di informazioni sull’origine del Russiagate e in particolare sul destino di Joseph Mifsud, il professore dell’università Link Campus di Roma che nel 2016 avrebbe informato George Papadopoulos – all’epoca consigliere della campagna elettorale di Donald Trump – dell’esistenza di «migliaia di mail imbarazzanti su Hillary Clinton», in possesso dei russi”.

I SUBBUGLI POLITICI

Il subbuglio pentastellato e democrat agita anche il Comitato di controllo parlamentare sui Servizi segreti che, secondo il Corsera, dovrà “indagare sulla «legittimità» dei contatti autorizzati da palazzo Chigi. Barr è infatti un esponente politico dell’amministrazione statunitense e bisognerà accertare come mai Gennaro Vecchione, il capo del Dis, abbia ritenuto opportuno assecondare la richiesta”. Anche perché prima che New York Times e Washington Post rivelassero le «missioni» di Barr nella capitale — accompagnato dal procuratore John Durham incaricato proprio da lui di «rileggere» l’inchiesta sul Russiagate — “nessuno aveva mai ritenuto di dover rendere noto che l’Italia aveva avuto un ruolo attivo nella vicenda”, con Fbi e ambienti politici e di intelligence italiani sul fronte clintoniano e anti Trump. “E questo nonostante l’attenzione fosse rivolta anche alla Link, ritenuta molto «vicina» al Movimento 5 Stelle”, ha aggiunto il Corriere della Sera.

CHE COSA HA SCRITTO REPUBBLICA

Per questo, secondo Repubblica, Barr e Durham “avrebbero sottolineato un altro punto delicato, quasi un monito: il timore che i rapporti tra la Link University e i leader del M5s, incluso il ministro degli Esteri, possano influire sulla collaborazione italiana”.

L’ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA

L’obiettivo di Barr incontrando i Servizi diretti da Vecchione? Scrive oggi Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera: “Scoprire se il nostro Paese abbia avuto un ruolo nel Russiagate, se abbia ottenuto documenti riservati e soprattutto se gli 007 abbiano effettivamente aiutato Mifsud — che ha fatto perdere le proprie tracce nell’ottobre 2017 — a trovare un rifugio sicuro. In quei giorni è ancora in carica il governo gialloverde: Conte ha informato i suoi ministri dei contatti con Barr? Dopo quel primo appuntamento Vecchione chiede notizie ai capi delle due agenzie — l’Aisi per la sicurezza interna e l’Aise per quella esterna — e mantiene aperto il canale con Washington”.

LA RICOSTRUZIONE DI ATLANTICO QUOTIDIANO

Con chi si è incontrato venerdì scorso a Roma, probabilmente a Palazzo Margherita, dove ha sede l’ambasciata Usa? Secondo Federico Punzi, giornalista di Radio Radicale esperto di esteri e Usa, e direttore editoriale di Atlantico Quotidiano, “Barr, accompagnato da Durham, ha incontrato i vertici dei servizi e alti funzionari del governo italiano, ma riteniamo che almeno Durham possa aver preso contatti anche con rappresentanti del Ministero della giustizia e della Procura di Roma, competente sia per quanto riguarda la scomparsa del professor Joseph Mifsud, su cui torneremo, sia per la collaborazione – presente e passata – con FBI e DOJ”.Cosa può aver detto Barr ai suoi interlocutori? “Il procuratore generale Usa ha presentato Durham alle controparti italiane e chiesto loro la massima collaborazione nella sua indagine. Dov’è Mifsud? Chi e perché ha voluto l’operazione nei confronti di George Papadopoulos, l’ex consigliere della Campagna Trump a cui venne riferito del materiale “dirt” su Hillary Clinton in mani russe, che fece partire almeno ufficialmente l’inchiesta dell’FBI?”, ha aggiunto Atlantico Quotidiano.

LA VERSIONE DI SCOTTI (LINK)

Qual è la versione della Link University? Nelle scorse settimane a questa domanda (“Un collaboratore della campagna di Donald Trump vi ha attribuito un ruolo nello “Spygate”. George Papadopoulos sarebbe stato attirato in una “sorta di scuola di spie” per incastrarlo, informandolo, attraverso un vostro insegnante Mifsud della disponibilità presso i russi di email compromettenti di Hillary Clinton…”), il presidente Vincenzo Scotti, ex ministro Dc degli Esteri, ha risposto:  Questa è una stupida falsità. Nel febbraio è venuto alla Link Campus University per un seminario di esperti, non da noi invitato ma come componente di una piccola delegazione del Center for International Legal Practice di Londra, di cui il Prof. Mifsud era membro del Board, come pubblicato sul sito del Center. E’ immaginabile che due persone che lavorano nello stesso Centro di ricerca avessero bisogno di venire a Roma per potersi far presentare e conoscersi? Il ricercatore era stato assunto da pochi mesi e il numero dei dipendenti, come si leggeva nel sito, erano pochissimi. Tutta la delegazione londinese ripartì immediatamente il giorno seguente e nessuno della Link gli aveva parlato fuori dall’incontro pubblico”.Quindi la Link non ha avuto alcun ruolo? “Per quanto riguarda la posizione della Link, le ho già detto quale è da sempre la nostra collocazione scientifica e culturale: siamo stati tra i primi a denunciare la strategia di disinformazione russa, prima che venisse presa pubblicamente sul serio come pericolo dall’Europa e dagli Usa. Mi viene da dirle che anche ciò che qualcuno ha detto di noi fa parte della disinformazione”, ha concluso Scotti.

LA BORDATA DI DAGOSPIA A VECCHIONE

“E’ definitivamente esplosa la bomba Link University-Servizi Segreti. Nonostante gli avvertimenti della stampa di mezzo mondo, il capo supremo delle spie de’ noantri, Gennaro Vecchione, ha trascinato l’Intelligence italica in una vicenda nella quale ormai le opzioni sono due: perdere o perdere – ha commentato Dagospia – L’uomo che Conte ha messo a capo del Dis, avrebbe dovuto far riflettere meglio il premier sulla inopportunità di ricevere e attovagliare nella nuova sede dei Servizi di piazza Dante il ministro della Giustizia Usa, Raymond Barr, atterrato (per la seconda volta in poche settimane) in Italia per dimostrare la tesi del complotto ai danni del suo presidente Trump, già minacciato senza successo da impeachment per il Russia-gate. La storia vuole che le spie, da sempre, parlino solo con altre spie, giammai con leader politici di altri paesi. E un motivo ci sarà: queste vicende, vere o presunte, vanno chiarite solo tra addetti ai lavori. Ora che la frittata-Link è fatta e ne parlano i media del mondo, ci si domanda cosa avrebbe comunicato il nostro capo delle spie al ministro americano. Vecchione potrebbe aver ammesso che la sua Intelligence nulla sapeva di quello che era accaduto nelle segrete stanze della Link University di Enzo Scotti – benché sia inzeppata di agenti segreti italiani, impegnati a condurre corsi di intelligence e a fare conferenze (sic!). Oppure: avrebbe fatto capire agli americani che la nostra Intelligence aveva avuto un qualche ruolo o sentore nella vicenda del Russia-Gate (all’epoca c’era il governo Gentiloni), alle spalle di Trump, candidato americano alla presidenza. In entrambi i casi la nostra Intelligence fa una brutta figura (eufemismo)”.

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