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Oro

Tutti i subbugli a colpi di lingotti su Bankitalia. Fatti, proposte e polemiche

Nomine, proposte di legge sull’azionariato, idee sulle riserve auree. Banca d’Italia sempre più al centro delle attenzioni politiche e della pubblicistica. Ecco come e perché La Camera si appresta a esaminare una proposta di legge per la nazionalizzazione della Banca d’Italia. La commissione Finanze ha infatti incardinato un testo presentato già a inizio legislatura da…

La Camera si appresta a esaminare una proposta di legge per la nazionalizzazione della Banca d’Italia.

La commissione Finanze ha infatti incardinato un testo presentato già a inizio legislatura da Fratelli d’Italia e “la presidente Ruocco, senza che ci siano state prima interlocuzioni né ufficiose né ufficiali – spiega il deputato Fdi, Marco Osnato – ha assegnato il ruolo di relatore a un’esponente del Movimento 5 Stelle”, Francesca Anna Ruggiero.

IL NO DEL PREMIER CONTE SULL’ORO DI BANKITALIA

“Questo non significa – sottolinea Osnato – che entriamo in maggioranza ma mettiamo a disposizione il nostro disegno di legge e se M5S, e anche la Lega, votano il nostro provvedimento siamo solo contenti”.

La proposta di legge a prima firma Meloni, punta con due soli articoli a introdurre “Norme per l’attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d’Italia”, con il Mef che acquisisce le quote e le può eventualmente cedere solo ad altri soggetti pubblici. Il provvedimento e’ stato presentato il 23 marzo 2018 e assegnato alla commissione Finanze a giugno dello scorso anno. Ora “la conferenza dei capigruppo ha previsto” il provvedimento nel calendario di Aula “di marzo ed entro la prima meta’ di marzo dovremo esaurire i lavori in commissione”, spiega ancora Osnato, ricordando che nella scorsa legislatura anche il Movimento aveva presentato analoga proposta di legge, a firma “anche del sottosegretario Villarosa, che era presente oggi in commissione”.

IL NO DEL PREMIER CONTE SULL’ORO DI BANKITALIA

L’obiettivo “in ottica sovranista – ha detto ancora il deputato interpellato in proposito – è quella di evitare di correre il rischio che la Banca d’Italia, ora di proprietà di banche private, cada in mano straniere”.

Nel frattempo, sempre su Bankitalia, tengono banco le discussioni non solo sulle nomine al direttorio ma anche sulla questione controversa della proprietà delle azioni di Bankitalia e dell’utilizzo delle riserve auree.

IL PENSIERO DI ANTONIO FAZIO SULL’ORO DI BANKITALIA

Sul primo punto verte una proposta di legge dell’economista della Lega, Claudio Borghi. “La maggioranza di governo non intende vendere in alcun modo le riserve auree di Banca d’Italia, ma soltanto ribadire che esse appartengono allo Stato e non all’istituto, ha detto nei giorni scorsi il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi. “Non vogliamo vendere un grammo (d’oro). Se vogliamo scriverci di fianco una bella proposta di legge che chiarisca che non si vende niente, cose di questo tipo, più che disponibile”, ha aggiunto l’esponente leghista: “Vogliamo semplicemente ribadire che l’oro è conservato in Banca d’Italia ma la proprietà è dello Stato Italiano”.

Parlamentari della Lega hanno messo a punto la bozza di una norma, vista nei giorni scorsi dall’agenzia Reuters, che consentirebbe al governo la vendita dell’oro custodito dalla Banca d’Italia qualora fosse autorizzata da una legge costituzionale. Una prima norma, già presentata dallo stesso Borghi, prevede di far riconoscere allo Stato la proprietà di questi lingotti.

IL NO DEL PREMIER CONTE SULL’ORO DI BANKITALIA

Ieri sui social è divampato un dibattito, spesso polemico, dopo l’intervento a titolo personale di Giuseppe Capuano, capo della Divisione “Strumenti e metalli preziosi” del ministero dello Sviluppo economico, pubblicato su Start Magazine dopo l’intervista al professor Mario Deaglio che ha spiegato perché le riserve auree non si possono utilizzare.

La tesi dell’economista e dirigente del dicastero retto da Luigi Di Maio? Eccola in sintesi: “L’alienazione di una quota delle riserve auree attualmente possedute in maniera infruttifera dalla Banca d’Italia potrebbe in parte risolvere a costo zero per il contribuente italiano il problema del debito pubblico e relativi costi dovuti al pagamento degli interessi”.

IL PENSIERO DI ANTONIO FAZIO SULL’ORO DI BANKITALIA

Un’opinione che ha suscitato dibattito. L’economista Antonio Maria Rinaldi, fondatore e animatore di Scenari Economici, ha avuto una posizione dialogante. Claudio Borghi della Lega invece è stato tranchant e critico fra gli altri è stato sulla proposta anche Andrea Montanino, direttore del centro studi di Confindustria. Mentre Guido Crosetto di Fratelli d’Italia sempre su Twitter ha cinguettato un “mah”.

 

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