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Pil, deficit, pensioni, Iva, giochi e non solo. Ecco le novità della manovra (del cambiamento?)

Che cosa cambia con la nuova manovra per pensioni, reddito di cittadinanza, Iva, Pubblica amministrazione, imprese e non solo. Tutte le modifiche alla manovra concordate fra governo italiano e Commissione europea. Il punto di Michelangelo Colombo

 

La correzione della manovra è di 10,2 miliardi di euro: dopo mesi di trattative finalmente è stata raggiunta l’intesa con Bruxelles per evitare la procedura di infrazione a carico dell’Italia per debito eccessivo.

I dettagli dell’accordo raggiunto in extremis sono stati illustrati in Senato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e sono dettagliati nella lettera che lo stesso Conte ha inviato a Bruxelles (qui le dichiarazioni del premier e la missiva di Bruxelles).

Ecco le novità.

COME CAMBIANO I SALDI DELLA MANOVRA

L’ammontare dei saldi ridefiniti è pari 10 miliardi e 254 milioni nel 2019, 12 miliardi e 242 milioni nel 2020, 15 miliardi e 997 milioni nel 2021.

IL RAPPORTO DEFICIT-PIL, ECCO I NUOVI NUMERI

Dal 2,4% previsto dalla nota di aggiornamento al Def di settembre si scende al 2,04% nel 2019, con una previsione dell’1,8% per il 2020 e dell’1,5% nel 2021.

LE STIME RIVISTE DEL PIL

Tenuto conto dell’evoluzione del quadro macroeconomico, che evidenzia un rallentamento dovuto al cattivo andamento del commercio internazionale, viene rivista la stima sul Pil che dal 1,5% per il 2019 si attesta al 1%, nel 2020 dell’1,1% e nel 2021 dell’1%.

LE MODIFICHE A REDDITO CITTADINANZA E PENSIONI-QUOTA 100.

Non sono stati modificati, ha assicurato il premier, né i contenuti, né la platea, né i tempi di realizzazione delle due misure. Vengono però tagliati, rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi, 1,9 miliardi dal Fondo dedicato al reddito di cittadinanza nel 2019, e 2,7 miliardi saranno recuperati da Quota 100 per le pensioni. Il ministro dell’Economia Tria, inoltre, ha detto che quota 100 partirà ad aprile per il settore privato e ad ottobre per il pubblico, mentre il vicepremier Luigi Di Maio ha detto che si inizierà a marzo.

NUOVE CLAUSOLE SALVAGUARDIA, RISCHIO IVA AL 26,5%.

Nuove clausole di salvaguardia. Si tratta di un meccanismo che rassicura sui conti pubblici, ma che fa scattare in automatico considerevoli aumenti Iva. Senza interventi per bloccare gli scatti, l’aliquota ridotta del 10% passerebbe dal 2020 al 13%, mentre l’aliquota ordinaria oggi al 22% passerebbe nel 2020 al 25,2% e nel 2021 al 26,5% nel 2021. Viene comunque confermata la sterilizzazione “totale” degli aumenti nel 2019. Dall’anno successivo, gli scatti porterebbero 23 miliardi nelle casse dello Stato, e quasi 29 miliardi nel 2021 e 2022.

LE NOVITA’ SUL PIANO INFRASTRUTTURE

E’ stata concessa dall’Europa la flessibilità per quasi lo 0,2% del Pil per un piano straordinario di infrastrutture per la messa in sicurezza delle infrastrutture viarie, viadotti, ponti, strade, gallerie, e la gestione dei rischi connessi al dissesto idrogeologico. A tale piano saranno dedicate risorse già in bilancio negli esercizi competenti e contenute nella nuova legge di bilancio e nel decreto fiscale nel 2019 2,6 miliardi, negli anni successivi 3,7 nel 2020 e oltre 4,2 nel 2021, per un totale di 10 miliardi e 500 milioni.

PENSIONI, INDICIZZAZIONI E TAGLI

Previsto il “raffreddamento” dello schema di indicizzazione dei trattamenti pensionistici di più cospicuo importo. Per 3 anni sarà tagliato l’adeguamento delle pensioni oltre i 1.522 euro al mese (3 volte il minimo). La decurtazione maggiore, fino al 60%, scatterà per gli assegni oltre i 4566 euro. L’indicizzazione piena ci sarà solo per le pensioni fino a 1.522 euro, poi sono previste sei fasce di tagli. Confermati gli interventi sulle cosiddette pensioni d’oro con riduzione dei trattamenti più elevati, attraverso la previsione di un contributo di solidarietà temporaneo (per 5 anni) e progressivo per scaglioni di reddito. Le fasce sono complessivamente 5 e, oltre alla minima e la massima, è previsto un prelievo del 25% per i redditi tra 130.001 e 200.000 euro; del 30% per i redditi tra 200.001 e 350.000 euro; del 35% per i redditi tra 350.001 e 500.000 euro.

WEBTAX, ECCO I NUMERI

Viene prevista l’istituzione di un’imposta sui servizi digitali gravante sui soggetti che nell’esercizio dell’attività di impresa prestino servizi digitali e che superino determinate soglie. La nuova misura imporrà un’aliquota al 3% sui ricavi, da versare entro il mese successivo a ciascun trimestre. Verrà applicata ai soggetti che prestano servizi digitali e che “hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e che hanno un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5 milioni di euro”. Nelle casse dello Stato dovrebbero entrare 150 milioni nel 2019, 600 milioni nel 2020 e 600 milioni nel 2021.

DISMISSIONI IMMOBILIARI, QUASI 1 MILIARDO NEL 2019

Il governo si impegna ad attuare “un programma di dismissioni immobiliari volto a conseguire introiti per un importo non inferiore a 950 milioni per il 2019 e a 150 milioni per ciascuno degli anni 2020, e 2021, al netto delle quote non destinate al Fondo ammortamento titoli di Stato o alla riduzione del debito degli enti”. E’ quanto si legge nella proposta di modifica. Il piano dovrà essere pronto entro il 30 aprile prossimo.

IMPOSTE SU GIOCHI E SCOMMESSE

Arriva un pacchetto di misure che incrementa il prelievo nel settore dei giochi attraverso l’incremento del Preu applicabile agli apparecchi da intrattenimento e divertimento e la riduzione delle percentuali minime di payout. Inoltre si introduce dal 1 gennaio 2019 l’imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse.

CHE COSA SUCCEDE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Per le amministrazioni centrali si prevede un rinvio della presa di servizi degli assunti al 1 novembre 2019, ma limitato alle assunzioni derivanti dal turnover ordinario dell’anno precedente.

I TAGLI AGLI SGRAVI PER LE IMPRESE

E’ prevista l’abrogazione del credito di imposta relativo alle deduzioni forfettarie in materia di Irap un favore di soggetti passivi che impiegano lavoratori a tempo indeterminato in alcune regioni, l’abrogazione del credito di imposta in favore di soggetti che acquistano beni strumentali nuovi, l’abrogazione dell’aliquota ridotta Ires in favore degli enti non commerciali.

FONDO COMPETITIVITA’

Nello stato di previsione della spesa del ministero dell’Economia sono previste misure volte a definanziare le risorse del fondo per favorire lo sviluppo del capitale immateriale, la competitività e la produttività di 75 milioni di euro per l’anno 2019 e di 25 milioni di euro per l’anno 2020. FS. Prevista una rimodulazione delle risorse per 600 milioni di euro per il 2019, prevedendo un incremento per ciascuno degli anni dal 22 al 24 di 200 mln di euro, delle risorse destinate a Fs per la realizzazione dei progetti previsti.

POLITICHE COMUNITARIE

Prevista una rimodulazione con una riduzione di 850 milioni di euro per il 2019 e un incremento progressivo per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 di 150 milioni di euro e di 100 milioni di euro nel 2025 della quota nazionale per il finanziamento delle politiche comunitarie.

FONDO SVILUPPO E COESIONE.

E’ stata programmata una rimodulazione delle disponibilità di cassa del fondo sviluppo e coesione sociale per 800 milioni di euro per il 2019 che, ha assicurato Conte, non pregiudicherà in alcun modo i progetti già programmati e anche dei nuovi che potranno essere programmati.

ENTRATE CONTRIBUTIVE

Stimate maggiori entrate contributive per 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 in relazione alle quote di risorse stanziate per l’attribuzione al reddito di cittadinanza e destinazione all’assunzione di personale destinato a rafforzare le attività dei centri dell’impiego.

ACCANTONATI 2 MILIARDI

Allo scopo di assicurare il raggiungimento degli obiettivi è stata prevista una norma che dispone l’accantonamento temporaneo di una parte di specifici stanziamenti per un importo 2 miliardi che saranno resi disponibili nel caso in cui l’andamento degli obiettivi programmati certifichi il raggiungimento degli obiettivi di bilancio.

 

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