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Perché accuso Moody’s, S&P’s e Fitch. Le tesi del prof. Tridico (vicino a Di Maio)

Che cosa pensa il consigliere economico di Luigi Di Maio dell'operato di Moody's, Standard&Poor’s e Fitch. Il paper dell'economista Pasquale Tridico pubblicato ieri sulla rivista Economia e Politica

Contiene un attacco alle agenzie di rating il paper scritto da un consigliere economico del vicepremier, Luigi Di Maio, e pubblicato ieri sera dalla rivista on line Economia e Politica.

Il saggio analizza con toni positivi l’azione del governo M5S-Lega sul terreno della politica economica, a partire dalla Nota di aggiornamento al Def, e poi sferra un giudizio molto negativo su ruolo e influenze delle agenzie di rating, sulle quali c’è già un certo subbuglio nella maggioranza dopo il giudizio di ieri di Fitch e dopo il preannuncio di una bocciatura da parte di Moodys (qui l’articolo di approfondimento sui giudizi in arrivo sull’Italia da parte delle agenzie di valutazione).

IL SAGGIO DI TRIDICO SU ECONOMIA E POLITICA

L’analisi è firmata anche da Pasquale Tridico, economista molto ascoltato dal capo del Movimento 5 Stelle tanto da essere stato candidato alla testa del ministero del Lavoro durante la campagna elettorale.

IL GIUDIZIO DEL CONSIGLIERE ECONOMICO DI DI MAIO SULLE AGENZIE DI RATING

Ecco il passaggio che riguarda Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch contenuto nel paper scritto da Tridico (università Roma Tre) e Giacomo Bracci (università di Trento): “Le agenzie di rating (quali Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch) sono considerate i “guardiani” dell’affidabilità ed in un certo senso la garanzia dei mercati. Ma come è possibile affidare a tre grandi agenzie/aziende monopoliste, che da sole controllano circa il 90% del mercato globale, la garanzia per i mercati?”.

IL RUOLO DELLE TRE SORELLE DEL RATING

Le stesse agenzie – criticano i due autori sulla rivista fondata dall’economista Riccardo Realfonzo – “che alla vigilia della crisi del 2008-09, davano il miglior rating possibile alle grandi corporation che da li a poco sarebbero completamente fallite”. Non solo:  “Agenzie che erano e tuttora rimangono in pieno conflitto di interesse, poiché suggeriscono prodotti finanziari che loro stesse valuteranno”, secondo Tridico e Bracci.

CHE COSA SCRIVONO TRIDICO E BRACCI

Critiche che si ricollegano anche alla questione dello spread e al rischio sovrano. Ma “le dinamiche all’interno degli stessi “mercati finanziari” sono spesso guidate dall’azione di poche e grandi istituzioni finanziarie, che sono sensibili alle tensioni che possono nascere fra uno stato membro della zona euro e le istituzioni europee, in particolare la Banca Centrale Europea”, scrivono i due autori: “Queste tensioni influiscono in maniera significativa sulla rischiosità dei titoli di stato dei Paesi che ne sono protagonisti a prescindere dai fondamentali di questi Paesi, perché possono implicare un rischio di ristrutturazione del debito o default in un’area valutaria nella quale la Banca Centrale Europea non svolge per decreto il ruolo di prestatore di ultima istanza degli Stati, a differenza di quanto avviene nella maggior parte delle aree economiche avanzate”.

(CHI E’ E COSA PENSA IL PROF. TRIDICO)

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