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Commissione Ue

Le verità (a scoppio ritardato?) dei banchieri su Bail-in e non solo. ll corsivo di Liturri

Che cosa ha detto a sorpresa Antonio Patuelli, presidente Abi, al Sole 24 Ore. Il commento di Giuseppe Liturri

È tradizione che l’anno vecchio chiuda col botto. C’è anche l’antica tradizione di buttare dal balcone vecchie suppellettili e pare che il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, abbia voluto onorare entrambi i riti nell’intervista odierna al Sole 24 Ore.

Diversi i passaggi da sottolineare. Patuelli esordisce usando la parola “salvataggio” a proposito dell’intervento del Fondo Interbancario a favore della Banca Popolare di Bari. E questo non è un passaggio banale perché finalizzato ad evidenziare che non si tratta della semplice copertura di uno sbilancio patrimoniale a fondo perduto mirato al transito dell’azienda bancaria barese verso un nuovo soggetto proprietario (come accadde con le 4 banche andate in risoluzione a novembre 2015), ma dell’assunzione di una partecipazione azionaria. Quindi una soluzione più simile a quella di Carige che presuppone che la banca barese sia “in bonis” e quindi non soggetta a procedura come una risoluzione secondo la direttiva sul Bail-in o una liquidazione coatta amministrativa (come accadde per le banche venete). Resta il dubbio circa il fatto che le parole di Patuelli siano un auspicio o un’affermazione convinta. Sul progetto di risanamento della banca barese, non fa mistero sulle difficoltà che potrebbero sorgere con Bruxelles sulle modalità con cui nascerà e sarà gestito il gruppo bancario che vedrà Mcc in maggioranza. Il rispetto delle condizioni di mercato è sempre in agguato e la Commissione UE non abbasserà certo la guardia per difendere quel minimo di credibilità rimastale.

(CHE COSA HA DECISO IL FITD SULLA POPOLARE DI BARI)

Un altro passaggio delicato è quello relativo alla natura dell’intervento del Fitd. E qui Patuelli specifica che, diversamente da quanto accaduto con Carige in cui è intervenuto lo Schema Volontario del Fondo, l’intervento avviene non avvalendosi dello Schema, ed è oggi reso possibile dalla sentenza del Tribunale Ue che a marzo 2019 ha bocciato la decisione della Commissione che nel dicembre 2015 aveva giudicato come aiuto di Stato un simile intervento del Fondo nelle 4 banche poi sottoposte a risoluzione. Evidentemente Patuelli ritiene che il ricorso della Commissione tuttora pendente non ribalterà la decisione di primo grado. Resta la profonda amarezza per i danni prodotti al nostro sistema bancario da quella decisione.

(PERCHE’ E’ GIUSTO SALVARE LA POPOLARE DI BARI. ANALISI LAVOCE.INFO)

Interessante anche il passaggio sulla forte concentrazione in atto in Italia nel settore bancario dove, ancora una volta, sembriamo quelli più ossequianti rispetto alle spinte in arrivo da Bruxelles e Francoforte: “…se guardiamo ai fatti l’Italia è il paese che nei 5 anni di unione bancaria ha realizzato più aggregazioni di chiunque altro. E ha il numero di gruppi e banche indipendenti più ridotto rispetto alla popolazione…”.

Il botto però arriva sul tema del Bail-in, su cui testualmente Patuelli afferma: “…Vale la pena di fare uno sforzo e abolirlo: è uno spauracchio inefficace. Che tra l’altro contrasta anche con la Costituzione anche della Repubblica italiana, che prevede la tutela del risparmio anche sopra i 100mila euro…”.

(LA GUERRA DELL’ABI DI PATUELLI ALL’ABI. IL PUNTO DI SOTO)

E qui c’è davvero da sobbalzare sulla sedia. Sia per il primo periodo che, soprattutto, per il secondo periodo. Abi ha già sostenuto tale tesi, salvo poi evitare di fare le barricate di fronte alla Commissione almeno per chiedere l’applicazione non retroattiva di quelle norme e chiedere un periodo transitorio di entrata in vigore per permettere la costituzione di un cuscinetto di passività assoggettabile a Bail-in (si leggano le risposte 9c e 9d nel documento del 2012). Insomma, considerati i disastri a cui abbiamo assistito dopo il 2015 e la generale incertezza che ha dominato la gestione di tutte le crisi bancarie, costellate dai tentativi di evitare l’applicazione del Bail-in, quelle parole possono suonare come una sorta di beffa.

(COME E PERCHE’ L’ABI NON HA FATTO RICORSO SUL BAIL-IN. IL PUNTO DI SOTO)

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