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Giorgetti

Il videomessaggio di Mattarella visto (e stravolto) dai giornali. I Graffi di Damato

Che cosa hanno scritto i giornali di carta a commento del videomessaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I Graffi di Damato

E’ proprio vero che la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni, come quelle attribuite dal quirinalista del Corriere della Sera Marzio Breda spiegando le ragioni che hanno indotto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a rivolgersi agli italiani con un videomessaggio di fiducia e di sostegno al governo nell’emergenza del Coronavirus.

Altro che “la più alta copertura alle misure stabilite” dall’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, “senza alcuna pretesa di supplenza”, come ha scritto appunto il quirinalista del giornale più diffuso in Italia e per tradizione più introdotto sul Colle più alto di Roma, vincendo tutte le concorrenze tentate da vecchie e nuove testate, una delle quali iscrittasi all’anagrafe col nome stesso della Repubblica, che è corsa in questa occasione a vantarsi di avere dato per prima al capo dello Stato l’idea di un intervento al tempo stesso chiarificatore e rasserenante in questo difficile passaggio per l’Italia.

I quotidiani più sensibili alle cause e agli umori delle opposizioni hanno visto e indicato nel messaggio di Mattarella un “Conte dimezzato”, come ha titolato il Giornale della famiglia Berlusconi O la premessa, o contorno, come preferite, di una “chiusura” del Parlamento per impedirgli di fare ancora “più danni” di quanti non ne abbia già compiuti, come ha titolato Libero. Dove avranno probabilmente riso al monito poi levatosi dal tesoriere del Pd, ed ex capogruppo, Luigi Zanda: “Nessuno pensi di chiudere il Parlamento”, anche nell’unico giorno della settimana – il mercoledì – lasciatogli a disposizione per riunirsi e votare a rischio di contagio, essendo le postazioni dei deputati e dei senatori distanti meno di uno o due metri l’una dall’altra.

In compenso, tuttavia, Zanda dai banchi della maggioranza ha concesso alle opposizioni il riconoscimento di troppi “errori di comunicazione, che non si è dimostrato non essere il forte di Palazzo Chigi”. Gliene sarà poco grato, credo, quell’omone di Rocco Casalino che è il portavoce, capo ufficio stampa e non so cos’altro del presidente del Consiglio e dei suoi uffici, alle prese ultimamente, prima che si aggravasse la crisi da Coronavirus, con “battute” più o meno clamorose sul terzo governo Conte in arrivo sui binari della politica italiana. L’impressione fu che il convoglio “ter” fosse spinto a mano da una pattuglia di “responsabili” provenienti dell’apposizione, data la zavorra costituita dalla presunta Italia Viva di Matteo Renzi.

In fondo, ma molto in fondo, la rappresentazione più benevola e felice del messaggio col quale Mattarella ha aggiornato quello di Capodanno di poco più di due mesi fa, superato ormai dai bollettini dei contagiati, dei ricoverati e dei morti, l’hanno offerta con la loro collaudata fantasia quelli del manifesto titolando sul “Pronto soccorso” improvvisato al Quirinale. Dove naturalmente non si gradiscono perditempo, come affetti o affette da delusioni d’amore, visto che alle cronache politiche si sono affacciati in questi giorni anche casi del genere. Che hanno avuto ritorni di stampa francamente imprevisti alle nostre prime segnalazioni.

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