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Guerra Copasir-Dis su Huawei-5G

Tensioni istituzionali e cortocircuiti comunicativi sul dossier Huawei-5G in Italia. Vecchione (Dis) sconfessa il Copasir su Huawei e il Copasir reagisce. Fatti, indiscrezioni e commenti

Tensioni istituzionali e cortocircuiti comunicativi sul dossier Huawei-5G in Italia.

Oggetto di tensioni e cortocircuiti sono le ultime esternazioni del direttore del Dis, Gennaro Vecchione, ovvero il numero uno dei Servizi segreti italiani.

Prima in un’intervista a Formiche e poi a Il Sole 24 Ore, Vecchione ha argomentato sull’impossibilità-inopportunità che il gruppo cinese Huawei sia escluso dalla realizzazione della rete 5G in Italia.

Ecco i concetti-chiave espressi dal direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza: “L’Italia ha già dimostrato di voler mantenere un grande equilibrio, evitando di assumere posizioni estreme o di mettere al bando determinati soggetti solo perché provengono da una determinata area del mondo”; “non si può dilatare sino all’estremo il concetto di “sicurezza nazionale”, a meno che non si ritenga di abbandonare il modello di economia aperta”.

Le tesi del capo dei Servizi segreti italiani contrastano con la risoluzione approvata all’unanimità dal Copasir, il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che ha chiesto (trumpianamente, secondo molti osservatori) di vietare a Huawei e Zte la realizzazione della rete 5G in Italia (qui il testo completo della risoluzione del Copasir).

E’ usuale, fisiologica o inedita questa diversità di vedute fra Dis e Copasir? “E’ possibile ma di solito resta riservata”, risponde a Start un addetto ai lavori che preferisce l’anonimato.

Chi non ha esitato a prendere posizione dopo le parole del direttore del Dis è il vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso, che a Start ha detto: “Purtroppo manca una autorità delegata, credo che si renda sempre più urgente una audizione del presidente del Consiglio/Autorità delegata al Copasir a fronte delle diverse e contraddittorie posizioni espresse da componenti di governo e ora anche del direttore del Dis. Soprattutto in riferimento a quando sembra stia accadendo in merito alle forniture alle aziende per la realizzazione delle reti 5G persino in aeree strategiche e nel sistema core”.

C’è però chi fa notare come dalle parole di Vecchione traspaia una spiegazione – più che una presa di posizione – da parte del capo dei Servizi dell’impostazione di Palazzo Chigi. Per questo ora dalla presidenza del Copasir si chiede al governo di chiarire la direzione di marcia dell’Italia, posto che anche in Pd e M5S le idee su Huawei non sono univoche.

Dice un analista di questioni legate alla sicurezza istituzionale che chiede l’anonimato: “Il Copasir raccomanda fortemente di evitare i cinesi: al suo interno il presidente Volpi della Lega capeggia la componente del centrodestra più filo-americana e trumpista. D’altro canto, il Dis è un po’ più equilibrista, cerchiobottista si direbbe, ma anche formato da agenti professionisti. Fra i critici di Vecchione – in primis la Lega di Salvini – c’è anche chi a volte strumentalmente ritiene il Dis colpevole di anti-trumpismo o – peggio – di avere coltivato/protetto Mifsud e fornito cartucce al Russiagate e impeachment presidenziale conseguente“.

Da ambienti governativi si fa notare che le parole di Vecchione non possono essere state pronunciate in dissonanza con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (un rapporto simbiotico, quella tra Vecchione e Conte, biasimato dalla Lega). D’altronde, dalla Francia al Regno Unito, non c’è stato finora in Europa uno Stato che abbia sancito il divieto assoluto per Huawei sul 5G.

Le tensioni istituzionali s’intrecciano a cortocircuiti mediatici e comunicativi. In ambienti diplomatici si fa notare come l’ambasciata americana sia stata fervida di attenzioni verso l’intervista di Formiche di Paolo Messa (“la macchina editoriale più apprezzata a Washington”, si leggeva su Dagospia in occasione della festa per i 150 numeri della rivista in cui era ospite d’onore proprio il capo dei Servizi) a Vecchione perché in effetti il titolo diceva: “5G, i nostri alleati possono stare tranquilli. Parla il prefetto Vecchione (Dis)”. Ambienti più filo-amerikani dell’esecutivo hanno bofonchiato tra il serio e il faceto, per sdrammatizzare ma non troppo: gli alleati per Vecchione sono i cinesi?

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