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Mifid2

Ecco come banche, fondi e finanza si strattonano sulla Mifid2

Subbuglio nel mondo della finanza sul caso Mifid2. Ecco tutti i dettagli.

Subbuglio nel mondo della finanza sul caso Mifid2. Ecco tutti i dettagli.

Anche se c’è più di un anno dall’entrata in vigore della direttiva Ue che richiede più trasparenza agli intermediari nei confronti dei clienti, le tensioni tra gli operatori sono sempre più evidenti.

Sono ancora molti nodi da sciogliere su come illustrare, ex ante ed ex post, il dettaglio dei costi sostenuti realmente da ogni singolo cliente, anche in valore assoluto e non solo in percentuale.

In più nel resoconto di fine anno dovrà essere illustrata, con trasparenza e semplicità, l’incidenza del costo totale sul rendimento.

Per questo negli scorsi giorni Abi, Assoreti, Assosim ed Assogestioni hanno chiesto in settimana alla Consob di proporre all’Esma l’avvio di un tavolo di lavoro per fornire alcuni chiarimenti in merito alla stesura dell’informativa che occorre predisporre sui costi per inviarla ai clienti.

“In gioco ci sono una serie di punti interrogativi che possono mettere in difficoltà l’industria finanziaria e mirano a trovare anche delle risposte che vadano nella direzione di non far esplodere gli indicatori di costo”, ha scritto l’8 febbraio il Sole 24 Ore svelando il documento, che ha ricevuto le critiche delle associazioni dei consumatori.

Ma non soltanto le associazioni dei risparmiatori sbuffano, anche alcuni operatori indipendenti si sono mossi dopo la pubblicazione del documento riservato con cui Abi, Assoreti, Assosim e Assogestioni chiedono chiarimenti alle authority su come rendicontare i costi ai clienti come previsto da Mifid2.

La società Moneyfarm (società internazionale di gestione del risparmio specializzata negli investimenti a medio-lungo termine fondata nel 2012) ha chiesto per iscritto alla Consob di farsi garante per un’applicazione rapida e corretta delle norme a tutela dell’investitore finale.

In particolare, nella lettera viene sottolineato che «la richiesta di chiarimenti è intempestiva, considerato che Mifid II è entrata in vigore a gennaio 2018, un anno dopo la data inizialmente prestabilita. Le associazioni avrebbero potuto elaborare per tempo linee guida coerenti e offrire chiarimenti al fine di favorire un’interpretazione univoca da parte degli associati, così da salvaguardare l’uniformità delle pratiche e agevolare la circolazione delle informazioni e la comparabilità dei servizi».

Infine, sottolinea oggi il Sole, in linea con la posizione espressa anche dalla stessa Abi settimana scorsa con una circolare agli associati, Moneyfarm concorda sul fatto che l’ulteriore richiesta di chiarimenti non possa costituire un motivo per posticipare ulteriormente le comunicazioni ai clienti.

ECCO DI SEGUITO L’ARTICOLO SUL DOCUMENTO DELL’ABI E A SEGUIRE LA LETTERA DI MONEYFARM

ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE DELL’8 FEBBRAIO

Per fare luce sui costi a carico dei clienti, come richiesto dalla normativa Mifid2, c’è sempre tempo. A più di un anno dall’entrata in vigore della direttiva Ue che richiede più trasparenza agli intermediari nei confronti dei clienti, ci sono ancora molti nodi da sciogliere su come illustrare, ex ante ed ex post, il dettaglio dei costi sostenuti realmente da ogni singolo cliente, anche in valore assoluto e non solo in percentuale. In più nel resoconto di fine anno dovrà essere illustrata, con trasparenza e semplicità, l’incidenza del costo totale sul rendimento.
Abi, Assoreti, Assosim ed Assogestioni hanno chiesto in settimana alla Consob di proporre all’Esma l’avvio di un tavolo di lavoro per fornire alcuni chiarimenti in merito alla stesura dell’informativa che occorre predisporre sui costi per inviarla ai clienti. Un documento inizialmente annunciato per i primi mesi del 2019, con i dati relativi al 2018, che continua però ad essere procrastinato nel tempo.
Ad allontanare ulteriormente la tempistica di invio dei rendiconti sono una lunga serie di quesiti, con relative proposte di risoluzione, che gli operatori desiderano ancora discutere con l’Esma e che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare (a lato alcune tematiche relative alla sola rendicontazioen ex post). L’obiettivo delle associazioni di categoria è infatti quello di spingere l’authority europea a pubblicare degli specifici orientamenti e non le solite Q&A (domande-risposte) che in questi mesi ha continuato ad aggiornare per dare specifici chiarimenti agli intermediari dei vari Paesi Ue.
Abi, Assoreti, Assosim e Assogestioni hanno sottoposto diversi punti sui quali adesso sperano anche di poter dialogare con l’Esma attraverso una pubblica consultazione aperta a tutti gli intermedi Ue, per non ricevere delle semplici risposte che rischiano anche di inficiare i processi interni avviati dagli intermediari per fornire la rendicontazione. In gioco ci sono una serie di punti interrogativi che possono mettere in difficoltà l’industria finanziaria e mirano a trovare anche delle risposte che vadano nella direzione di non far esplodere gli indicatori di costo, sempre nel rispetto di una normativa che lascia però ampi spazi alle interpretazioni che forse andavano risolti per tempo.

QUI LA LETTERA DI MONEYFARM ALLA CONSOB

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