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Che cosa è successo alla cattedrale di Notre Dame di Parigi. L’analisi degli esperti del Cnr

I commenti degli esperti del Cnr sull’incendio della cattedrale di Notre Dame a Parigi TUTTI I DETTAGLI DI CRONACA SUL ROGO DELLA CATTEDRALE DI NOTRE DAME A PARIGI Pier Paolo Duce, responsabile sede di Sassari del Cnr-Ibimet (Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche): E’ impossibile entrare nel merito dell’accaduto in dettaglio, ma dai dati disponibili e…

TUTTI I DETTAGLI DI CRONACA SUL ROGO DELLA CATTEDRALE DI NOTRE DAME A PARIGI

Pier Paolo Duce, responsabile sede di Sassari del Cnr-Ibimet (Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche):

E’ impossibile entrare nel merito dell’accaduto in dettaglio, ma dai dati disponibili e dalle immagini diffuse dai media la dinamica pare abbastanza chiara: l’incendio sarebbe partito dall’impalcatura che cinge la cattedrale per i lavori di restauro, diffondendosi sulla guglia e sul tetto che sono stati già pesantemente compromessi.

Il materiale ligneo è notoriamente combustibile e, rispetto a quello che viene colpito da un incendio boschivo, quello secco delle strutture della cattedrale lo è notevolmente di più.

L’altro elemento di propagazione degli incendi è il vento, o meglio l’ossigeno, e a giudicare dalla dinamica della nube che si eleva sopra la cattedrale pare che anche questo agente stia facendo la sua parte, un po’ come quando per alimentare il fuoco si soffia nel camino.

Saremmo dunque in una contingenza purtroppo propizia alla propagazione delle fiamme. Non possiamo ovviamente entrare neppure nel merito delle possibilità di intervento, che sono comunque ostacolate dalla quota dell’incendio e dalla struttura della cattedrale.

LA FRANCIA HA SECRETATO LO STUDIO DI UN PROF. ITALIANO CHE SOTTOLINEAVA L’INEFFICACIA DEL SISTEMA ANTI-INCENDIO DI NOTRE DAME

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Andrea Polastri, ricercatore del Cnr-Ivalsa (Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio  nazionale delle ricerche) di San Michele all’Adige (Tn):

L’enorme perdita causata da questo incendio invita a riflettere sul fatto che le strutture portanti in muratura di tanti edifici monumentali, come per esempio gli archi a sesto acuto di una cattedrale gotica, spesso sorreggono coperture lignee non sempre a vista di dimensioni talvolta enormi.

Si tratta di una scelta che infiniti esempi di longevità, come quello stesso di Notre Dame, confermano nella sua funzionalità: purtroppo però, in caso di incendio, la disponibilità di ossigeno che le fiamme trovano in quota ne accelerano la propagazione.

LA FRANCIA HA SECRETATO LO STUDIO DI UN PROF. ITALIANO CHE SOTTOLINEAVA L’INEFFICACIA DEL SISTEMA ANTI-INCENDIO DI NOTRE DAME

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Giovanna Bochicchio, ricercatore del Cnr-Ivalsa (Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio  nazionale delle ricerche) di San Michele all’Adige (Tn):

La velocità media di propagazione del fuoco sul legno è di 0,7 millimetri al minuto, ma essa dipende in misura determinante da elementi quali la specie legnosa, la massa volumica, l’umidità e altri fattori fisico-chimici. Nel caso di copertura a capriata, in particolare, la struttura reticolare delle fa sì che le travature vengano attaccate dalle fiamme su tutti e quattro i lati, riducendo la sezione residua e aumentando notevolmente il rischio di crolli.

LA FRANCIA HA SECRETATO LO STUDIO DI UN PROF. ITALIANO CHE SOTTOLINEAVA L’INEFFICACIA DEL SISTEMA ANTI-INCENDIO DI NOTRE DAME

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