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Zte

Come Zte cerca il perdono di Trump

Le aziende americane, per ben sette anni, non potranno vendere componenti alla cinese ZTE, che però ha già avviato i colloqui per provare ad ottenere la grazia. Articolo di Giusy Caretto Zte si lancia alla ricerca del perdono di Trump. La scorsa settimana, il dipartimento del commercio di Washington ha vietato alle aziende americane, per ben sette anni,…

Zte si lancia alla ricerca del perdono di Trump. La scorsa settimana, il dipartimento del commercio di Washington ha vietato alle aziende americane, per ben sette anni, di vendere componenti alla cinese Zte, colosso degli smartphone. Una punizione, quella inferta a Zte, per aver violato l’embargo contro Iran e Corea del nord, vendendo prodotti tecnologici ai due Paesi colpiti dalle sanzioni di Washington.

Ma l’azienda cinese non ci sta. E cerca un nuovo accordo con gli Usa, una nuova pace che possa permettere di continuare a mantenere i rapporti bilaterali con la nazione a stelle e strisce, fondamentali per la sua sopravvivenza economica.

QUELLO CHE E’ SUCCESSO

Per l’America, infatti, Zte avrebbe violato l’embargo contro Iran e Corea del nord, vendendo prodotti tecnologici ai due Paesi colpiti dalle sanzioni di Washington. E per espiare le colpe, “nel marzo 2017, Zte ha acconsentito a una pena combinata civile e penale e alla confisca di 1,19 miliardi di dollari dopo aver spedito illegalmente attrezzature per telecomunicazioni in Iran e Corea del Nord, rendendo dichiarazioni false e ostacolando la giustizia anche prevenendo la divulgazione e affermando il governo americano in modo affermativo” e sempre in quella occasione, “oltre a queste sanzioni pecuniarie, ha anche concordato un divieto di esportazione per sette anni di sospensione dei privilegi di esportazione, che potrebbe essere attivato se non fosse rispettato alcun aspetto dell’accordo”, ha spiegato il dipartimento del commercio Usa.

ZTE ALLA RICERCA DI PERDONO

Ora che gli effetti della punizione sembrano essere evidenti, Zte non ci sta. La società di Pechino non intende arrendersi alla pena e prova a trovare il (difficile) perdono di Trump.

Zte “ha appreso delle sue passate esperienze in materia di conformità del controllo delle esportazioni, cosa su cui l’azienda attribuisce un’importanza significativa”, ha commentato in una nota diffusa alla borsa di Hong Kong la società di telefonia mobile e di telecomunicazioni, secondo quanto riportato da Reuters.

Zte “ha avviato una comunicazione attiva con le parti interessate e sta cercando una soluzione per l’ordine di negazione delle esportazioni degli Stati Uniti”, ha aggiunto nella dichiarazione.

UN PERDONO DIFFICILE?

Trump concederà la grazia? Difficile sapere cosa accadrà, ma quel che è certo è che in queste settimane tra Usa e Cina si è consumata una guerra commerciale a colpi di dazi e minacce. Qualche giorno fa, Pechino avrebbe abbassato l’ascia di guerra promettendo di facilitare l’ingresso nel mercato cinese delle case automobilistiche abolendo l’obbligo di compartecipazione in un’azienda cinese di settore (un favore a Tesla, in pratica). Che Trump ceda su questo per ricambiare il favore?

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