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Vi spiego i piani italiani della coppia Renzi-Macron. Parla Sapelli

Tutte le convergenze parallele fra Renzi e Macron in Italia e in Francia secondo Giulio Sapelli, storico ed economista, intervistato dal Sussidiario

Macron a cosa sta puntando?

Anche Macron è alle prese con grossi problemi interni. Ha davanti a sé una campagna elettorale difficilissima con il suo pseudo-partito diviso, lacerato, a pezzi. Il suo disegno, a mio avviso, è che, come sempre, troverà una via d’uscita gollista.

In concreto?

Trovare adesso una via d’uscita gollista vuol dire fare il duro in Europa, non cooperare in Europa. E immaginiamoci un po’ cosa si appresta a fare la Francia in Italia.

Lei come la vede?

Ora che sta per arrivare la stagione delle nomine ai vertici degli enti pubblici, la preoccupazione principale di Macron, muovendo quella macchina potente e perfetta che è la diplomazia francese, sarà di affermare la potenza della Francia nell’economia italiana.

Non troverà ostacoli?

Renzi è sceso in campo per questo, per aiutare i francesi in questa posizione. Situazioni che abbiamo già storicamente vissuto con il Risorgimento, con la Prima guerra mondiale: è una vecchia tiritera dei rapporti italo-francesi.

Sta pensando anche al Trattato del Quirinale, impostato proprio sotto il governo Renzi?

Sì. Del Trattato del Quirinale non si sa nulla, finora è stato affidato a parti private, il Parlamento non ne ha mai avuto contezza.

La “comunione d’intenti”, chiamiamola così, tra Macron e Renzi che effetti avrà sulla politica italiana?

La comunione d’intenti c’è già stata, ma evidentemente non porta bene, perché le persone che scelgono come ufficiali di collegamento non sono eccellenti. Basta vedere il caso Gozi, che si era addirittura trasferito a Parigi come consulente e adesso si scopre che fa il consulente anche per Malta, il che la diplomazia francese non l’ha proprio gradito. Macron si sente un re taumaturgo, invece Renzi è come un contadino che vuole farsi toccare dal re. Renzi è un elemento di disturbo che lavora per suoi fini, mira a disgregare i partiti. Che è la stessa operazione condotta da Macron per arrivare al potere: lui ha disgregato gollisti e socialisti, Renzi, se lo imita, vuole disgregare il Pd, e prima voleva rottamare tutti. Ma non essendo un re taumaturgo, ha poi dovuto fare un passo indietro.

Questo lavoro di disgregazione potrebbe arrivare al suo culmine con la stagione delle nomine?

Fino alla stagione delle nomine il governo non dovrà cadere. Poi, potrà succedere. Del resto, la creazione di Italia Viva è servita proprio a questo scopo. E il governo Conte-2 è a termine.

Infatti per Renzi, come ha detto alla Leopolda, dovrà durare fino all’elezione di un presidente della Repubblica europeista…

E’ solo una cortina fumogena, perché Renzi sa benissimo quanto è difficile che questo governo duri. Lo dice per poter arrivare almeno fino alla stagione delle nomine.

L’opposizione a 360° di Macron mette a rischio anche il Trattato di Aquisgrana firmato con la Merkel?

Assolutamente no. I legami fortissimi, culturali ed economici, tra Francia e Germania resistono. I due litigano continuamente, ma Berlino e Parigi sono una coppia, invece l’Italia non è fidanzata con nessuno. E’ una signora abbandonata a se stessa.

(estratto dal Sussidiario; qui la versione integrale)

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