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Colonnello

Tutte le reazioni dei mercati per i venti di guerra in Siria

Che cosa è successo a Borse, materie prime e monete dopo i tweet di Trump sulla Siria contro la Russia. L’articolo di Marcello Bussi, giornalista di Mf/Milano Finanza I venti di guerra in Siria e le sanzioni americane contro la Russia continuano a pesare sui mercati. In particolare, ieri è da registrare l’impennata dei prezzi…

I venti di guerra in Siria e le sanzioni americane contro la Russia continuano a pesare sui mercati. In particolare, ieri è da registrare l’impennata dei prezzi del petrolio, che hanno toccato i massimi dal dicembre 2014: il Wti è salito del 2% a 66,83 dollari al barile, il Brent dell’1,4% a 72,02. Mentre alla borsa di Mosca l’indice Moex, denominato in rubli, ha ceduto il 2,3% e l’indice Rts (in dollari) ha perso lo 0,7%.

COSA SUCCEDE SUI MERCATI

Dopo il ribasso di due giorni fa, invece, il rublo ha guadagnato lo 0,9% sul dollaro a 62,4581. Mentre a un’ora dalla chiusra di Wall Street, il Dow Jones perdeva lo 0,6%, lo S&P500 lo 0,4%, il Nasdaq lo 0,1%. In Europa invece Piazza Affari ha chiuso in calo dello 0,7%, Francoforte dello 0,8%, Parigi dello 0,6%.

IL TWEET DI TRUMP

A gettare benzina sul fuoco, è stato un tweet del presidente Donald Trump, con cui l’inquilino della Casa Bianca ha avvertito: «La Russia promette di abbattere tutti i missili sparati contro la Siria. Russia preparati, perché arriveranno missili belli, nuovi e intelligenti! Non dovreste essere partner di un animale che uccide con il gas il suo popolo e si diverte!». Il riferimento è all’alleato del Cremlino, il presidente siriano Bashar al-Assad, che ha lasciato il suo palazzo di Damasco, possibile obiettivo dei missili.

I GIUDIZI DEGLI ANALISTI

«Anche se la Siria non è un produttore di petrolio», ha osservato Eugen Weinberg, analista di Commerzbank, «la proattività degli Usa potrebbe portare conflitti nell’area mediorientale e possibili riduzioni dei rifornimenti di greggio». Alex Papi, strategist di Mps Capital Services, ha osservato che dal punto di vista grafico «il Brent continua a muoversi all’interno del trend rialzista in atto da inizio 2016. Quindi calma e sangue freddo: prima di ipotizzare un’ulteriore gamba rialzista che spianerebbe la strada verso gli 80 dollari al barile, è necessaria una chiusura settimanale sopra i 73 dollari».

LE INDISCREZIONI DI BLOOMBERG

Da notare che 80 dollari è il livello che sarebbe gradito all’Arabia Saudita, secondo le indiscrezioni dell’agenzia Bloomberg. Sempre ieri, ad acuire le tensioni, nel pomeriggio è arrivata la notizia che proprio in Arabia Saudita un missile è stato intercettato nel cielo della capitale Riad. Lo ha riferito l’emittente Al-Arabiya. Un giornalista dell’Afp ha dichiarato di aver udito tre forti esplosioni. In passato è già successo che missili lanciati dai ribelli yemeniti Houthi verso l’Arabia Saudita venissero intercettati e distrutti. Ribelli che hanno rivendicato anche l’attacco di ieri.

GLI SCHIZZI SUL PETROLIO

Il rialzo dei prezzi del petrolio è arrivato proprio mentre i fondamentali del settore suggerirebbero invece un abbassamento dei prezzi, grazie a un aumento della produzione e delle scorte negli Stati Uniti. Secondo i dati del Dipartimento dell’Energia Usa, le scorte settimanali di greggio Usa sono risultate pari a 428,638 mln di barili, in aumento di 3,306 mln di barili rispetto alla settimana precedente (-0,5 milioni il consenso). In Texas, infine, è stato registrato un incremento dell’attività estrattiva di gas e petrolio per il quindicesimo mese consecutivo.

GLI EFFETTI A WALL STREET

Tornando a Wall Street, in serata sono state diffuse le minute dell’ultima riunione del Fomc, il Comitato di politica monetaria della Federal Reserve, tenutasi lo scorso 21 marzo. Tutti i suoi membri, è scritto, «concordano nella necessità di ulteriori graduali rialzi dei tassi», tuttavia «alcuni membri del Fomc hanno ritenuto che, con le prospettive economiche più solide e una maggiore fiducia sul ritorno dell’inflazione al 2%, sarebbe più appropriato un rialzo dei tassi più rilevante rispetto a quanto previsto in precedenza».

(articolo di Mf/Milano Finanza)

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