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Terre Rare Smartphone

Terre rare, come il Giappone farà concorrenza alla Cina

Scoperto un maxi giacimento di terre rare in Giappone e la Cina trema. Articolo di Giusy Caretto La Cina potrebbe perdere il monopolio delle terre rare, quei minerali utilizzati in molti campi tecnologici, ma la cui quantità disponibile è davvero scarsa: in realtà, tali elementi sono abbastanza comuni nella crosta terrestre, anche se al momento…

La Cina potrebbe perdere il monopolio delle terre rare, quei minerali utilizzati in molti campi tecnologici, ma la cui quantità disponibile è davvero scarsa: in realtà, tali elementi sono abbastanza comuni nella crosta terrestre, anche se al momento sono stati localizzati solo in piccole aree del pianeta.

Ora il Giappone ha scoperto ingenti quantitativi di questi preziosi materiali nei propri mari. E si prospetta una rivoluzione economica per la regione asiatica.

17 ELEMENTI CHIMICI

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici: Scandio, Ittrio, Lantanio, Cerio, Praseodimio, Neodimio, Promezio, Samario, Europio, Gadolinio, Terbio, Disprosio, Olmio, Erbio,Tulio, Itterbio, Lutezio.

Questi elementi sono fondamentali per la costruzione di superconduttori, magneti, veicoli ibridi, fibre ottiche e componenti high-tech, come smartphone e pc.

LA SCOPERTA

Secondo una ricerca pubblicata negli Scientific Reports di Nature, il Giappone avrebbe individuato un’area ricca di terre rare, le cui quantità potrebbero, ad una prima analisi dei ricercatori, rispondere alla domanda globale del pianeta per tempi lunghissimi.

DOVE E QUANTE SONO LE TERRE RARE

Il giacimento è situato su fondali marini in acque giapponesi e, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe contenere oltre 16 milioni di tonnellate di terre rare, una quantità che dovrebbe soddisfare le richieste presenti e futuri.

“Ad oggi abbiamo sondato una piccola area del deposito e abbiamo scoperto che in essa vi sono circa 1,2 milioni di tonnellate di terre rare. Questo ci ha portato a ipotizzare che nella regione che ha caratteristiche simili a quella studiata, che si sviluppa per circa 2.500 chilometri quadrati a sud del Giappone, ci deve essere una quantità almeno 13 volte superiore”, ha spiegato Yutaro Takaya, ricercatore presso la Waseda University di Tokyo.

LA CINA PERDE LO SCETTRO?

Se la notizia fa gongolare tutto il mondo hi-tech e quello delle auto elettriche, la scoperta del giacimento non fa certo piacere alla Cina che fino ad oggi provava da sola (o quasi) a soddisfare le richieste mondiali.

Pechino, che vanta(va) le maggiori riserve di terre rare al mondo, le ha anche sfruttate come strumento geopolitico, anche alzando o abbassando i prezzi a proprio piacimento. Proprio il vicino Giappone, in occasione dell’arresto del comandante di un peschereccio cinese coinvolto in un conflitto con le guardie costiere giapponesi vicino alle controverse isole Senkaku, dovette rinunciare a una grande quantità di questi materiali.

Le cose, però, potrebbero presto cambiare. Non solo per le quantità di materali previsti, ma anche da un punto di vista tecnologico. I giapponesi hanno messo a punto un sistema molto efficace per separare gli elementi chimici, abbassando così di molto il costo della loro estrazione.

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