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America

Come e perché Trump stoppa China Mobile in Usa

La guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina registra una nuova mossa da parte di Washington. Dopo la decisione di Donald Trump di imporre salati dazi sulle importazioni da Pechino, arriva lo stop alla compagnia telefonica China Mobile. Non potrà operare in Usa per questioni di “sicurezza nazionale”. «SICUREZZA NAZIONALE A RISCHIO» Lo ha comunicato…

La guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina registra una nuova mossa da parte di Washington. Dopo la decisione di Donald Trump di imporre salati dazi sulle importazioni da Pechino, arriva lo stop alla compagnia telefonica China Mobile. Non potrà operare in Usa per questioni di “sicurezza nazionale”.

«SICUREZZA NAZIONALE A RISCHIO»

Lo ha comunicato qualche giorno fa il Governo statunitense, chiedendo alla Commissione Federale sulle Comunicazioni di bloccare la richiesta – datata 2011 – dell’operatore asiatico di introdursi sul mercato Usa.

«Dopo un significativo confronto con China Mobile, le preoccupazioni sull’aumento dei rischi per gli interessi nazionali degli Stati Uniti non sono state superate» ha scritto in una nota il National Telecommunications and Information Administration, una branca del Dipartimento del Commercio. La mossa ha fatto registrare un tonfo del titolo di China Mobile, che è sceso ai minimi da quattro anni a questa parte.

CONTROLLATA DAL GOVERNO

China Mobile è controllata, tramite China Mobile Communication, da Pechino. La nota del NTIA sottolinea come la compagnia sia sottoposta «all’influenza e al controllo del Governo cinese». La decisione di bloccarla è motivata «in larga parte dalla documentazione di attività di intelligence e di spionaggio economico all’indirizzo degli Stati Uniti, oltre che dalle dimensioni stesse dell’azienda e dalle sue risorse tecnologiche e finanziarie».

IL CASO ZTE

Non è la prima volta, nel giro di pochi mesi, che aziende cinesi che operano nella comunicazione e nella tecnologia finiscono nel mirini di Trump. A metà aprile infatti è subentrato un divieto rivolto alle aziende hi-tech Usa di vendere componenti alla cinese Zte. In quel caso, il timore era di perdere una tecnologia Usa a vantaggio di aziende cinesi. La motivazione addotta al provvedimento era legata all’accusa nei confronti della compagnia cinese di aver aggirato le sanzioni all’Iran e alla Corea del Nord. Il timore, evidenziato più volte dall’intelligence americana, è che la Cina stia tentando di appropriarsi delle tecnologie e delle proprietà intellettuali americane proprio attraverso la penetrazione nel mercato Usa.

LA GUERRA DEI DAZI

Episodi che lasciano intendere come l’escalation della guerra commerciale fra Usa e Cina sia soltanto all’inizio. Venerdì 6 luglio entreranno infatti in vigore i dazi imposti da Trump sulle 818 produzioni cinesi, pari a 34 miliardi di dollari. Una decisione che Pechino, con ogni probabilità, ripagherà con la stessa moneta.

Da quanto filtra, in quel caso pare che Trump sarebbe pronto a rilanciare, imponendo dazi per altri 400 milioni. Cifra che significherebbe quasi un blocco delle importazioni.

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