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Fincantieri

Leonardo-Finmeccanica, le attese di Profumo e l’attivismo di Fincantieri con Naval, Vitrociset, Piaggio e Psc

Come prosegue l’attivismo di Fincantieri nei settori extra cantieristica, lo stato dell’arte dell’alleanza con la francese Naval Group nel settore militare e che cosa si dice in casa di Leonardo-Finmeccanica “Andiamo avanti: sono stati confermati gli accordi del governo precedente. Siamo abbastanza soddisfatti”. Così l’ad Fincantieri, Giuseppe Bono, ha commentato lo scorso primo agosto l’incontro…

“Andiamo avanti: sono stati confermati gli accordi del governo precedente. Siamo abbastanza soddisfatti”. Così l’ad Fincantieri, Giuseppe Bono, ha commentato lo scorso primo agosto l’incontro tra il ministro francese Bruno Le Maire e l’esecutivo italiano. Alla domanda se ci sono dei tempi per l’intesa Fra Stx e Fincantieri, Bono ha risposto: occorre “prendere tutto il tempo per fare bene”. Sulla soglia per lo scambio azionario, Bono ha aggiunto: “Non siamo arrivati a stabilire qual è l’ipotesi migliore”. Sul coinvolgimento di Leonardo (ex Finmeccanica): “Credo di sì”.

Non, dunque, sì. Risposta che di certo non ha rassicurato i vertici di Leonardo e delle parti politiche da tempo dubbiose sulle ricadute militari per la società italiana in caso di intesa fra Fincantieri e la francese Naval Group, partecipata da Thales, la concorrente transalpina di Leonardo-Finmeccanica.

LA POSIZIONE DELLA LEGA

La Lega pochi mesi definì un regalo i termini dell’acquisizione della maggioranza dei Chantiers de l’Atlantique (nuovo nome di Stx) da parte di Fincantieri, con l’Italia che ha accettato un azionariato 50/50 con la Francia salvo un 1% “in affitto” per dodici anni a Fincantieri.

CHE COSA HA DETTO IL MINISTRO FRANCESE

Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, alla fine dell’incontro con alcuni ministri del governo italiano, ha parlato di un colloquio “molto amichevole” con il ministro e vicepremier Luigi Di Maio.

FRA DI MAIO E BONO

E’ stato Di Maio a spiegare che è ribadita la tabella di marcia fissata a settembre 2017 per i Chantiers, facendo dire all’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono “siamo abbastanza soddisfatti”.

GLI SCENARI TRA FINCANTIERI E NAVAL GROUP

Quanto allo “stato di avanzamento” del progetto Poseidon che prevede un’alleanza estesa alla cantieristica militare fra Fincantieri e Naval Group, “in base ai dettagli forniti recentemente ai due governi”, per Le Maire, “sta alle 2 società proseguire nelle discussioni, al loro ritmo, per entrare in tutti i dettagli tecnici di un eventuale accordo per le partecipazioni incrociate”, ad oggi “non sarebbe saggio voler andare oltre, o di avere un quadro più ampio o un quadro che parli di fusione tra le due compagnie”.

PAROLE E RASSICURAZIONI

Negli scorsi mesi c’erano state rassicurazioni a livello istituzionale sul fatto che il gruppo Leonardo presieduto da De Gennaro partecipasse a pieno titolo all’alleanza per evitare che la società Naval Group la facesse da padrone nel militare erodendo quote di mercato al gruppo italiano attivo nella difesa e nell’aerospazio.

I TIMORI E LE INDISCREZIONI

Ma le attese dell’ex Finmeccanica non si starebbero realizzando. Infatti, come ha scritto a luglio Gianni Dragoni del Sole 24 Ore, “Leonardo è fuori dallo schema di alleanza nelle navi militari tra Italia e Francia messo a punto da Fincantieri e Naval Group e presentato ai due governi nei giorni scorsi”.

L’ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE

Su questa proposta dovranno pronunciarsi i due governi, ognuno è azionista di maggioranza della rispettiva società. “Non c’è ancora un accordo definitivo – ha aggiunto il Sole – Ma al momento si può dire che la delicata partita nella quale da settembre l’a.d. di Leonardo, Alessandro Profumo, ha cercato di inserirsi, per tutelare gli interessi del gruppo aerospaziale nelle capacità sistemistiche e nei sistemi di combattimento per le future navi militari prodotte da Fincantieri e Ng, non ha prodotto risultati tangibili”.

LA POSIZIONE DI PROFUMO

Il capo di Leonardo, Profumo, ha smorzato le polemiche: il gruppo Leonardo “è pronto per fare la sua parte” nell’ambito dell’alleanza di Fincantieri e Naval Group per la cantieristica navale militare, ha affermato l’amministratore delegato di Leonardo. “Noi facciamo cose diverse dalle navi. E’ uno stato di fatto: noi facciamo sistemi di combattimento e radar”, ha aggiunto Profumo a chi gli ha chiesto notizie sull’esclusione dell’ex Finmeccanica dall’intesa. Ma quando ci sarà l’accordo, ha osservato, “noi faremo la nostra parte come Thales, da parte francese, farà la propria”. Inoltre nei giorni scorsi Profumo a sorpresa, come ha notato il Fatto Quotidiano, ha avuto parole di apertura sia verso la Lega che verso il Movimento 5 Stelle, come è emerso in una intervista al quotidiano Libero. D’altronde, come ha sottolineato Start Magazine, sul caso Biraghi-cyber che ha scosso il gruppo presieduto da De Gennaro, le mosse del numero uno di Leonardo hanno ricevuto il plauso del sottosegretario alla Difesa, il pentastellato Angelo Tofalo.

L’ATTIVISMO DI BONO SULLA DIFESA

Se Leonardo borbotta, oltre le dichiarazioni pubbliche, per la prospettiva negativa dell’operazione Fincantieri-Naval, il numero uno di Fincantieri è sempre più agguerrito. Nei giorni scorsi Fincantieri ha acquistato il 10% del capitale sociale di Psc, gruppo industriale con sede a Roma specializzato nella progettazione e realizzazione di impianti tecnologici per grandi opere. L’annuncio è stato dalla società Psc, che con le divisioni elettromeccanica, navale, ferroviaria ed antincendio “è presente in 4 continenti, conta 2.500 collaboratori, un fatturato di 141 milioni di euro nel 2017, previsto in crescita a 200 milioni nel 2018 con un portafoglio ordini di oltre 800 milioni”, si legge in una nota. “Sono molto orgoglioso e soddisfatto dell’ingresso” di Fincantieri – dichiara il Presidente di Psc, Umberto Pesce – “perché rafforzerà la realizzazione del piano industriale con le importanti prospettive di crescita che prevedono di raggiungere nel 2020 un fatturato di oltre 300 milioni di euro e un portafoglio lavori di oltre un miliardo di euro”. La quota di Fincantieri in Psc è destinata comunque a crescere.

LE MIRE DI FINCANTIERI SU VITROCISET

Quella di Psc non è l’unica operazione di Fincantieri che si pone al di fuori del perimetro attuale del gruppo controllato da Fintecna (Cdp). D’altronde è lo stesso Bono a non far mistero di questo progetto: “Stiamo creando una divisione ingegneristica dedicata alle tecnologie di difesa a supporto della logistica per servire al meglio le necessità”, ha detto giorni fa Bono. Senza mai citare Vitrociset, l’amministratore delegato di Fincantieri ha approfittato della cerimonia del taglio della lamiera della prima delle dieci navi ordinate dal Qatar (valore della commessa, 4 miliardi di euro) nello stabilimento del Muggiano, alla Spezia, per annunciare la nuova sfida del gruppo.

L’ALLEANZA PER VITROCISET

Nei prossimi giorni sarà annunciato il via libera all’offerta congiunta presentata da Fincantieri e da MerMec, azienda pugliese che fa capo all’imprenditore Vito Pertosa. Vitrociset potrebbe essere inserita all’interno del network Fincantieri che già vede operative Seastema e Issel Nord, piccola azienda ligure comprata da Fincantieri a giugno del 2017.

IL RUOLO DI ISSEL NORD

La Issel Nord di La Spezia è un’impresa di nicchia da 25 anni impegnata nelle forniture di servizi tecnologici soprattutto nel settore dell’aerospazio. L’operazione «consentirà di rafforzare i rapporti commerciali nel settore della Difesa anche al di fuori del perimetro tradizionale di Fincantieri, con particolare riferimento all’aerospazio, ai sistemi di combattimento, di comando e controllo», si leggeva nel comunicato stampa dell’epoca.

CHE COSA FA VITROCISET

Il gruppo Vitrociset è specializzato in informatica e alta tecnologia e opera nella difesa, sicurezza, spazio, servizi al traffico aereo, con molti appalti di ministeri (Difesa, Interno, Esteri), organizzazioni internazionali (Nato), agenzie europee (Esa), aziende (Lockeed Martin per l’F-35, Unicredit, Enav), forze armate e forze di polizia, ha scritto Start Magazine sulla base di documenti aziendali.

I CONTI DI VITROCISET

Nel rendiconto consolidato del gruppo c’è una “sintesi pro-forma Ias dei risultati economici della capogruppo Vitrociset spa”. La produzione è scesa dai 141 milioni di euro del 2016 a 137 milioni di euro. Il prospetto poi indica in 984mila euro la perdita delle attività di funzionamento nel 2017 rispetto a un utile di 655 mila euro dell’anno precedente.

LO SCENARIO DI FINCANTIERI CON VITROCISET

Dietro la possibile acquisizione di Vitrociset, “sembrerebbe emergere la strategia di Bono che punta a inserire con l’ azienda romana un altro tassello per completare il suo puzzle militare”, ha scritto Repubblica. Il perno di questo progetto è il ramo militare dell’alleanza tra Fincantieri e la francese Naval Group (partecipata al 35% da Thales, concorrente francese di Leonardo) che si affianca al ramo civile dei cantieri Stx.

IL RUOLO DI GUARGUAGLINI

Non solo su Vitrociset: “Sulla scrivania di Bono – ha svelato La Verità – è finita anche anche la questione Piaggio aerospace, realtà industriale di Viallanova D’Albenga, stretta da una lunga crisi economica, produttrice del drone P1hh, in mano al 100% al fondo Mubadala degli Emirati Arabi Uniti. Al suo fianco questa volta ha un suo vecchio nemico, l’ex ad e presidente della vecchia Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini”.

Bono e Guarguaglini puntano su una Finmeccanica-2? I borbotti in casa di Leonardo si fanno sempre più corposi mentre ci sono novità nelle relazioni esterne del gruppo, come svelato da Start Magazine.

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