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Emmanuel Macron Fintech

Leonardo-Finmeccanica, ecco come De Gennaro e Profumo invocano una difesa alla Macron

L'articolo di Michele Arnese

L’Italia deve seguire il modello Francia nel settore della difesa, dello spazio e della cybersicurezza.

E’ l’auspicio che si coglie dalle conclusioni del rapporto Ambrosetti-Leonardo sul futuro della difesa in Italia presentato di recente a Cernobbio.

Ad attirare le attenzioni di Leonardo (ex Finmeccanica) è in particolare “la programmazione di lungo termine degli investimenti in ambito militare della Francia”, come si evince da un box di approfondimento contenuto nel rapporto Ambrosetti.

Ma non solo. La Francia è indicata anche per altre ragioni. Ecco quello che si legge nel rapporto Ambrosetti-Leonardo.

Uno strumento di influenza nelle relazioni geopolitiche (e industriali) nel settore AD&S – è scritto – “è rappresentato dagli accordi Government-to-Government (G2G), attraverso i quali l’Amministrazione (il Governo o un suo rappresentante) è l’unico soggetto responsabile della stipula di un contratto come parte negoziale e gestisce direttamente l’attività di vendita di sistemi di difesa e sicurezza con lo Stato estero richiedente”.

“Negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento degli accordi G2G a livello internazionale – è il caso di Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia – in risposta all’evoluzione del mercato degli equipaggiamenti militari e alle crescenti richieste dei Paesi acquirenti”, si legge nel rapporto.

Inoltre, tali accordi consentono di creare un rapporto “privilegiato” di partnership con i Paesi cui si forniscono mezzi e sistemi che contribuiscono alla loro difesa e sicurezza.

Commenta e critica il rapporto Ambrosetti-Leonardo: “In Italia, ad oggi, l’applicazione di questo strumento (già adottato negli Stati Uniti d’America, nel Regno Unito e in Francia) è parziale, poiché la normativa in vigore limita il coinvolgimento dello Stato o del Ministero della Difesa al mero supporto tecnico-amministrativo e non ne prevede il coinvolgimento diretto nelle trattative commerciali”.

Dalla critica alla richiesta/auspicio per legislatore e governo: “Prevedere un dimensionamento adeguato delle risorse finanziarie stanziate alla Difesa, allineandosi ai valori dei Paesi comparabili (ad esempio, Francia e Regno Unito rispettivamente con 1,97% e 2,12% del PIL nazionale rispetto all’1,37% in Italia), con risorse specifiche e congrue per progetti di innovazione e Ricerca e Sviluppo”, si legge nel report scritto dagli analisti di Ambrosetti e dagli uomini di Leonardo-Finmeccanica.

Gli addetti ai lavori sono ansiosi di vedere se il governo Conte come e quanto invece taglierà i fondi come messo anche per iscritto nel recente comunicato della presidenza del Consiglio sulla manovra; prospettive che stanno facendo borbottare in casa di Leonardo.

Ecco di seguito il box di approfondimento della ricerca Ambrosetti-Leonardo con il “case study – La programmazione di lungo termine degli investimenti in ambito militare della Francia”:

La Francia ha varato la Legge di Programmazione Militare 2019-2025 che delinea una visione di lungo termine per la Difesa francese, denominata Ambition 2030, nella quale si pone l’obiettivo di “avere forze armate bilanciate e ad ampio spettro, in grado di garantire le capacità operative essenziali per la difesa della Nazione e di assicurare l’autonomia strategica della Francia anche in relazione allo sviluppo di un’autonomia strategica a livello europeo”.

Inoltre, la legge alloca circa 200 milioni di Euro tra il 2019 e il 2023 per la Difesa (escluse le pensioni) e definisce i quattro pilastri su cui fondare lo sviluppo futuro per il settore:

1. Fattore umano: incrementare il personale di 6.000 unità (di cui 3.000 impiegati in intelligence e tecnologie digitali).

2. Capacità operative: accelerare il tasso di rinnovo dell’equipaggiamento militare, con specifici target da raggiungere per ciascuna forza armata (Esercito, Marina e Aeronautica Militare).

3. Autonomia strategica: investire sulle capacità critiche affinché la Francia possa svolgere un ruolo centrale nelle coalizioni internazionali ed essere protagonista del consolidamento del comparto europeo; incrementare il numero di combattenti cyber da 3.000 a 4.000, con un investimento dedicato di 1,6 miliardi di Euro.

4. Sfide future: incremento dei fondi per innovazione in R&S da 730 milioni di Euro a 1 miliardo di Euro nel 2022; 1,8 miliardi di Euro all’anno per programmi di armamento strategici per il futuro (al 2030), che rappresenteranno un’importante leva per l’economia e l’occupazione nazionale.

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