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G20

La tregua del G20 scalda i mercati

Il commento a cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte Sim

L’esito del G20, insieme all’attesa che l’Italia possa beneficiare di una cancellazione totale della procedura di infrazione, sta riportando i mercati in marcato risk on.

Dal G20 è arrivata una tregua più che un vero e proprio accordo: Trump differisce il momento dell’estensione dei dazi su ulteriori 300Mld$ di beni, offrendo anche la riabilitazione di Huawei ai rapporti con le imprese Usa (anche se non subito). La Cina si dimostra disponibile a riaprire i negoziati ed implicitamente fa capire di essere determinante per gli Usa anche per la trattativa con la Corea del Nord. Non a caso il disgelo Usa/Cina ha consentito a Trump di stringere la mano al leader nordcoreano al confine tra le due Coree.
Occorrerà poi verificare nei fatti quanto la tregua si tradurrà in accordi veri. L’impressione è che la Cina stia tessendo la sua tela di Penelope fino alle prossime presidenziali Usa, senza davvero mai arrivare ad un accordo con un presidente Usa in scadenza di mandato e quindi potenzialmente meno affidabile. Inoltre, è probabile che la volontà effettiva della stessa Cina di voler arrivare ad un vero deal sia praticamente molto bassa.
Ma i mercati vivono nel breve di percezioni e non possono oggi non festeggiare almeno la ripresa dei negoziati, interrotti dallo scorso 10 maggio.

Sul fronte Italia, nel week end del G20/Consiglio europeo si è materializzato un potenziale aut aut: o viene aperta formalmente la procedura per deficit eccessivo o si va per ora ad una cancellazione totale della stessa. Tertium non datur, ossia non sarebbe gradita dall’Italia l’ipotesi di rinvio ad ottobre, come emerso da indiscrezioni di stampa lo scorso venerdì. Il non gradimento sarebbe dovuto al fatto che la pendenza di una procedura di infrazione rinviata ad ottobre potrebbe rendere più ardua l’attuazione di misure fiscalmente espansive come la flat tax da implementare in una manovra da disegnare prima dell’estate.
Nel frattempo, oggi sarà approvato il bilancio di assestamento e domani arriverà l’attesa raccomandazione della Commissione, prima del verdetto finale dell’Ecofin il 9 luglio. In questo contesto si pone la lunga trattativa per la definizione del candidato alla presidenza della Commissione, per il quale il voto italiano potrebbe essere importante dopo i tentennamenti che stanno emergendo anche sul nome del socialista olandese Timmermans.
La settimana che si apre sarà in parte spezzata dalla festività dell’Independence Day Usa del prossimo giovedì. Venerdì sono poi attesi i dati sul mercato del lavoro Usa.

OPERATIVAMENTE

SPREAD/ITALIA: la forte propensione verso l’ipotesi di una cancellazione della procedura di infrazione insieme all’estrema scarsità di rendimenti nel mondo bond, spingono ad acquisti sui Btp. Rimane ancora aperta l’alea della decisione della Commissione domani. La possibilità di un temporaneo rialzo del tasso Btp indubbiamente diventa sempre meno probabile. Di fondo confermo il clima positivo per i Btp. Attendere la decisione della commissione di domani può comportare la perdita di una parte del rally dei tassi Btp atteso con primo obiettivo a 1,70%. Strategicamente, se si concorda con l’ipotesi di un clima comunque favorevole ai Btp (complice la scarsità di rendimento nel mondo bond e il buon andamento dei conti pubblici in termini soprattutto di entrate) potrebbe essere opportuno iniziare ad acquistare già oggi puntando al primo obiettivo di tasso prima dichiarato.

BORSE: l’esito del G20 autorizza gli operatori a far segnare un uovo record storico all’indice S&P500. La partita dipenderà da quanto la Fed utilizzerà tale andamento come pretesto per ridimensionare il ritmo di taglio tassi che gli operatori continuano ad immaginare molto celere ed incalzante, pur avendo di fatto tolto un taglio (3 e non più 4 da 25pb) entro la fine del 2020. Se questa progressiva rivisitazione dello scenario tagli da parte della Fed porterà a un progressivo rialzo dei tassi Treasury decennali fino al 2,20/2,30% nel mese di luglio, si potrebbero ripresentare pressioni ribassiste sui listini azionari che, a lor volta però, farebbero pressione sulla Fed. Fed che il 31 luglio verrebbe nuovamente incontro ai mercati con un taglio di 25pb ed eventualmente l’arresto anticipato del calo del bilancio (cosiddetto quantitative tightening). In estrema sintesi, dopo lo spike al rialzo di oggi/domani, attenderei prese di profitto successive sui listini azionari Usa per rientrare in area 2700/2800 punti per sfruttare i venti favorevoli delle banche centrali, Fed in testa.

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