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Covid Germania

Ecco come l’Italia sull’immigrazione sta svelando le contraddizioni di Francia e Germania

L’analisi dell’editorialista Guido Salerno Aletta sulla questione europea relativa ai migranti e sui veri motivi delle tensioni in Germania Se il governo tedesco è entrato in una fase di violenta fibrillazione per via della minaccia della Csu bavarese di sfilarsi dal governo sulla questione degli immigrati (minaccia al momento rientrata dopo un accordo nella serata…

Se il governo tedesco è entrato in una fase di violenta fibrillazione per via della minaccia della Csu bavarese di sfilarsi dal governo sulla questione degli immigrati (minaccia al momento rientrata dopo un accordo nella serata di ieri), per il Presidente del Bundestag Wolfang la situazione è ancora più grave: “l’Unione è sull’orlo dell’abisso”.

Il vertice europeo del 28-29 giugno ha determinato una prima grave frattura, dagli esiti incertissimi. Se, per responsabilità istituzionale, i Verdi si sono già dichiarati disponibili a subentrare alla Csu che davvero volesse sfilarsi dalla Grande coalizione, sono improbabili nuove elezioni politiche. Angela Merkel non potrebbe candidarsi ad un quinto Cancellierato: si aprirebbe innanzitutto una guerra di successione nella tradizionale compagine Cdu-Csu. Sarebbe una crisi nella crisi.

La tensione a Berlino è montata già nella giornata di domenica, quando Horst Seehofer, ministro degli Interni e presidente della Csu, ha manifestato la intenzione di dimettersi da entrambi gli incarichi: la Cancelliera Angela Merkel, a suo avviso, non sarebbe stata in grado di ottenere nel corso del Consiglio europeo del 28-29 giugno le “misure equivalenti” al piano che lo stesso Seehofer aveva predisposto già da tempo, intitolato Master Plan Migration, e che aveva rinunciato ad illustrare pubblicamente su esplicita richiesta della Cancelliera in attesa delle decisioni di Bruxelles.

Occorre contrastare con decisione i cosiddetti movimenti secondari dei migranti, respingere alla frontiera, ovvero rispedire nel Paese di primo ingresso, coloro che sono entrati nell’Unione attraverso un altro Paese, ma da questo non hanno ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato che consente la permanenza ed il ricollocamento sulla base di un meccanismo di quote.

La Cancelliera Merkel, che subito dopo il vertice di Bruxelles aveva fatto sapere che c’erano già accordi con una serie di Paesi sui ricollocamenti, era stata subito smentita dalle rispettive cancellerie. Con l’Italia, invece, un accordo era assolutamente impossibile.

Ieri è stata una giornata di incontri: prima a tre, presso il Bundestag, con Schaeuble, Merkel e Seehofer; poi tra Cdu e Csu. presso la sede della prima; infine in serata, alle 22, è previsto un incontro allargato alla Spd.

E’ stata la strategia italiana sulla questione dei migranti, da molti giudicata poco incisiva se non addirittura inconcludente, a far saltare così non solo gli equilibri politici tedeschi per via della impossibilità di implementare il Master Plan predisposto da Seehofer, ma prima ancora il collaudato asse franco-tedesco.

In coerenza con il piano tedesco, tutto incentrato sul contrasto ai movimenti secondari dei migranti, era stata redatta una bozza di documento conclusivo del Consiglio europeo che avrebbe dovuto essere esaminata nel corso del vertice informale del 24 giugno, preparatorio della riunione del 28-29. Alla netta contrarietà italiana, che non avrebbe partecipato ad una riunione il cui esito era già preconfezionato, la Cancelliera Merkel affermò che c’era stato un misunderstanding.

Al vertice informale, il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte presentò così un documento completamente nuovo (European Multilevel Strategy for Migration), focalizzato sul problema degli arrivi dei migranti, sulla cui base è stato redatto il documento conclusivo del Consiglio europeo: tutto molto generico, anche sulla questione dei movimenti secondari. Di qui la profonda insoddisfazione del ministro degli interni tedesco: Angela Merkel si era rimangiata una bozza di documento conclusivo, senza poi riuscire a concludere nulla di concreto.

Ora, Seehofer si sta giocando tutto: leadership politica e ruolo di ministro, rincorrendo a destra l’Fpd ed AfD che hanno i sondaggi a loro favore, in vista delle elezioni in Baviera del prossimo ottobre. Potrebbe avere scosso maldestramente l’albero, di cui altri raccoglieranno i frutti.

(articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza)

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