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Sundar Pichai

Google ringrazia il fisco light alla Trump e dice addio all’Irlanda

Alphabet, la controllante di Google, non utilizzerà più lo schema irlandese che ha consentito a molti colossi americani di abbattere il carico fiscale sui profitti realizzati al di fuori degli Usa

Trump silura l’Europa e con la maxi riforma fiscale gradita alle grandi imprese Usa fa marameo pure alle normative fiscali agevolate all’irlandese.

Risultato: Google rivede la sua struttura fiscale e rimpatria la proprietà intellettuale negli Stati Uniti.

STOP DOUBLE IRISH, DUTCH SANDWICH

Infatti a partire da quest’anno Alphabet, la controllante di Big G, non utilizzerà più lo schema noto come “double irish, dutch sandwich” che ha permesso per oltre un decennio a molti colossi americani di abbattere il carico fiscale sui profitti realizzati al di fuori degli Stati Uniti.

Solo nel 2018, riporta Reuters, questo sistema, perfettamente lecito dal punto di vista legale, ha consentito a Google di spostare 21,8 miliardi di euro lungo il triangolo fiscale Paesi Bassi-Irlanda-Bermuda, dove nel 2017 erano passati 19,9 miliardi.

IL SISTEMA

Secondo questo schema i ricavi generati fuori dagli Stati Uniti dai diritti di proprietà intellettuale venivano trasferiti prima a una sussidiaria olandese che poi li girava a sua volta alla controllata Google Ireland Holdings. Questa società con sede a Dublino risultava titolare dei diritti di proprietà intellettuale (brevetti e marchi), ma in base alla legge irlandese non veniva considerata come domiciliata nel Paese dal punto di vista fiscale perché gestita e controllata da un’ulteriore società basata all’estero.

I SOLDI DI ALPHABET ALLE BERMUDA

Nel caso di Alphabet alle Bermuda, dove non esiste imposta sui profitti. In questo modo Google e molte altre compagnie americane sono riuscite non solo a minimizzare le tasse pagate sugli utili realizzati al di fuori degli Stati Uniti, ma anche a ridurre il carico fiscale in patria.

STRATEGIA FISCALE MOLTO POPOLARE

Avendo come presupposto la proprietà intellettuale, lo schema double irish-dutch sandwich era particolarmente popolare fra big pharma e big tech, che su marchi e brevetti fondano gran parte del loro giro d’affari, ha scritto Mf/Milano Finanza.

Secondo alcune stime, a fine 2017 le società Usa detenevano oltre mille miliardi di dollari in controllate offshore. Il conseguente, enorme, ammanco di gettito fiscale ha spinto infine le autorità europee e statunitensi ad agire per impedire l’adozione di simili stratagemmi, ha aggiunto Reuters.

UNA SCELTA CHE SEMPLIFICA STRUTTURA FISCALE

Per Alphabet il regime agevolato avrebbe avuto termine nel 2020, dopo pressioni internazionali e interventi Ue, sicché la revisione attuata da Big G non è dovuta tanto a un ravvedimento fiscale quanto all’evoluzione del contesto normativo.

La società guidata da Sundar Pichai ha detto che la decisione mira a semplificare la sua struttura fiscale e risponde agli sforzi dell’Ocse di limitare l’elusione fiscale internazionale. Inoltre, ha aggiunto Alphabet, “considerando le tasse annuali e quelle pagate una tantum negli ultimi dieci anni, la nostra aliquota fiscale globale effettiva è stata pari a oltre il 23% e oltre l’80% di queste tasse è stata pagata negli Stati Uniti”.

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