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Alphabet, Google, i conti e le googlate sulla privacy

I conti di Alphabet che controlla Google stupiscono anche gli analisti più ottimisti, ma sul futuro della casa di Mountain View ci sono alcune incognite. Articolo di Giusy Caretto Alphabet, la controllante di Google, stupisce ancora. Anche nel primo trimestre 2018, la casa di Mountain View registra numeri importanti, mentre il mondo tech viene colpito…

Alphabet, la controllante di Google, stupisce ancora. Anche nel primo trimestre 2018, la casa di Mountain View registra numeri importanti, mentre il mondo tech viene colpito da scandali sulla privacy e inizia a mostrare le prime crepe, con i titoli che vacillano al Nasdaq.

Sarà sempre così? La domanda viene spontanea, in vista dell’introduzione delle nuove regole sulla privacy, che potrebbero costare care a Google.

I NUMERI

La trimestrale di Alphabet supera tutte le aspettative, anche quelle degli analisti più ottimisti. Nei primi tre mesi del 2018, l’utile netto è salito del 73% a 9,4 miliardi di dollari dai 5,4 miliardi dello scorso anno (ci si aspettava un balzo del 21%). I ricavi salgono da 24,75 a 31,15 miliardi di dollari, +24%.

Scende il margine operativo, mentre crescono le spese di traffico, attestatesi a 6,3 miliardi di dollari, più 35% rispetto allo scorso anno.

COSA SPINGE I CONTI DI GOOGLE?

La grande crescita, secondo quanto comunicato alla Sec, autorità borsistica degli Stati Uniti, è dovuta al cambiamento degli standard contabili, grazie a cui Alphabet ha messo in bilancio il fair value dei titoli non negoziabili.

COSA SUCCEDERA’ CON LE REGOLE SULLA PRIVACY?

Il futuro, però, non è così roseo, almeno secondo le prospettive. A partire dal 25 maggio, infatti, entreranno in vigore le nuove regole Ue sulla privacy contenute nel General Data Protection Regulation, che permetteranno agli utenti di potersi sottrarre alla “pubblicità personalizzata”. Coloro che violeranno le norme saranno soggetti a multe salatissime:

Alphabet ha già annunciato modifiche alle modalità con le quali viene richiesto e ottenuto il consenso dagli utenti, ma gli effetti veri potranno vedersi solo tra qualche mese. E la cosa potrebbe ostacolare l’attività del colosso per 95,4 miliardi di dollari, secondo i calcoli di Bloomberg.

Così, nonostante una trimestrale eccellente, il titolo da inizio anno, è sceso di quasi il 3,5%, una percentuale però davvero piccola rispetto al +90% fatta registrare da quando Pichai ha preso il controllo della holding.

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