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Lettera Bruxelles

La mia Francia può sforare il 3%, la vostra Italia no. Parola del commissario Moscovici (sbeffeggiato da Salvini)

Le parole di Moscovici sullo stato di salute delle finanze francesi e sull'impatto delle misure annunciate da Macron. Gli auspici di Salvini. E l'analisi dei provvedimenti in cantiere a Parigi. Fatti, numeri, commenti e polemiche

Scontro al calor bianco tra Parigi e Roma. Ecco tutti i dettagli e le polemiche.

CHE COSA HA DETTO MOSCOVICI SULLO SFORAMENTO DELLA FRANCIA

Il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, intervistato dal Parisien, ritiene che un eventuale sforamento, oltre il 3% del rapporto tra deficit e Pil, dopo l’annuncio delle misure del presidente Emmanuel Macron per smorzare la rabbia dei gilet gialli “può essere preso in considerazione”, anche se in modo “limitato, temporaneo ed eccezionale”. Per Moscovici la situazione della Francia non può essere paragonata a quella italiana.

ECCO LA SPIEGAZIONE DI MOSCOVICI SU FRANCIA E GERMANIA

“Se ci riferiamo alle regole, oltrepassare questo limite (del 3%) può essere preso in considerazione in modo limitato, temporaneo, eccezionale”, afferma Moscovici nell’intervista a Le Parisien. “Ogni parola conta – prosegue il commissario francese – l’eventuale sforamento del 3% non deve protrarsi per due anni consecutivi né eccedere 3,5% su un anno”.

IL GIUDIZIO DI MOSCOVICI SULLE MISURE DI MACRON

Per Moscovici le misure annunciate lunedì sera da Macron (e stimate intorno ai 10 miliardi di euro) sono “indispensabili per rispondere all’urgenza del potere d’acquisto”. Alla domanda di Le Parisien su un trattamento di favore alla Francia rispetto all’Italia sui conti pubblici Moscovici smentisce con forza. “Non c’è nessuna indulgenza, sono le nostre regole, soltanto le nostre regole”, insiste il commissario, aggiungendo: “Soprattutto non facciamo come se ci fosse da una parte una severità eccessiva e dall’altra non so quale lassismo”.

LE DIFFERENZE TRA ITALIA E FRANCIA SECONDO MOSCOVICI

Per il commissario socialista francese a Bruxelles, il paragone con l’Italia “è allettante ma sbagliato perché sono due situazione totalmente diverse”. “La Commissione europea sorveglia il debito italiano da tanti anni”, cosa che invece non ha “mai fatto” per la Francia.

LE PAROLE DI SALVINI SU MOSCOVICI E LA FRANCIA

“Sono ottimista sul fatto che la soluzione si trovi almeno noi come italiani. Noi come italiani la soluzione l’abbiamo trovata, confido nel buonsenso di Bruxelles e mi rifiuto di immaginare che si faccia finta di niente di fronte alle richieste miliardarie di un Macron in difficoltà e si facciano le pulci all’Italia. Sarebbe la fine di questa Unione europea”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini da Gerusalemme. “Rientro a a Roma oggi pomeriggio e per occuparmi dello 0.1% di deficit e di tutta la discussione italiana”, aggiunge. “Se ho sentito Di Maio? Onestamente no”, conclude.

EUROPA IN ALLARME

Eppure l’Unione europea è già in allarme sulla Francia, scrive Il Sole 24 Ore oggi, a dispetto delle rassicurazioni che arrivano da Parigi: “Le misure proposte da Emmanuel Macron corrono il rischio – in assenza di interventi correttivi – di portare fuori strada un bilancio pubblico che ha già lasciato molto perplessi i commissari e spingere il deficit oltre la soglia del 3%, forse persino al 3,6 per cento”.

I DETTAGLI DELLE MISURE ANNUNCIATE DA MACRON

Mancano ancora i dettagli, ma Olivier Dussopt, segretario di Stato francese con competenza sul budget, ha – già lunedì sera – quantificato il costo complessivo delle misure, che entreranno in vigore a gennaio, in otto-dieci miliardi di euro. L’annullamento dell’incremento dei contributi per alcuni pensionati potrebbe costare – secondo Les Echos – tra 1,5 e 2 miliardi, la defiscalizzazione degli straordinari fino a tre miliardi, la defiscalizzazione dei bonus quasi un miliardo e l’annullamento delle tasse sui carburanti fino a 4 miliardi. Altre stime puntano a 11 miliardi. Tenendo conto che il governo francese valuta in 2.040 miliardi il Pil nominale dell’anno prossimo è facile stimare – semplicisticamente e immaginando un Pil invariato – un aggravio del deficit compreso tra lo 0,33-0,45%.

IL GIUDIZIO DEL SOLE 24 ORE

“Difficile che le misure possano avere un vero effetto espansivo, spingendo ulteriormente il Pil nominale (e quindi il denominatore). Per quanto non brillantissimo – ma il terzo trimestre è andato piuttosto bene, senza i problemi di Germania e Italia – l’andamento del Pil francese sembra essere addirittura un po’ surriscaldato, se confrontato con il trend di fondo. La Commissione europea crede – sulla base di un’analisi più raffinata -che sia invece lievemente al di sotto del potenziale. In ogni caso non si possono immaginare moltiplicatori alti. Gli obiettivi delle misure di Macron sono del resto sociali e politici, non certo economici: non puntano a una crescita più rapida”.

PERCHE’ LA FRANCIA SI’ E L’ITALIA NO?

E’ una domanda sbagliata, almeno in parte, scrive il Sole 24 Ore: “Per due motivi: perché la Commissione ha già censurato la Francia per il vecchio budget, e tornerà con tutta probabilità a farlo nel prossimo esame previsto a maggio e dopo che il nuovo documento sarà formalizzato con tutti i numeri, e le eventuali misure correttive, resi espliciti. Poi perché il caso francese e quello italiano si differenziano, finora almeno, su un punto fondamentale: Parigi va nella direzione giusta, ma in misura non sufficiente; Roma invece va in una direzione opposta rispetto agli impegni”.

LA QUESTIONE DEL DEFICIT STRUTTURALE

Il punto che differenzia Italia e Francia, “e giustifica un trattamento diverso da quello francese” – scrive il Sole – “riguarda, ancora una volta, il deficit strutturale. Se quello francese viene ridotto in misura insufficiente, quello italiano viene aumentato. Roma avrebbe dovuto migliorarlo dello 0,6% e invece lo peggiora dello 0,8%. Per questo la lettera della commissione del 5 ottobre – molto breve rispetto a quella francese, e firmata dal vicepresidente Valdis Dombrovskis e da Pierre Moscovici – parla di «serie preoccupazioni»”.

PERCHE’ CON L’ANNUNCI DI MACRON TUTTO CAMBIA ORA A BRUXELLES E A ROMA. L’ANALISI DI POLILLO

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