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Turchia Droni

Ecco perché dal Fondo Ue per la Difesa Bruxelles escluderà Usa e Uk

La Commissione europea ha proposto di creare un Fondo Europeo per la Difesa. Ai finanziamenti non potranno accedere i gruppi statunitensi e britannici Più e più volte il presidente americano Donald Trump ha punzecchiato l’Unione europea minacciando che prima o poi gli Stati Uniti si sarebbero stancati di garantire in prima linea la sicurezza e…

Più e più volte il presidente americano Donald Trump ha punzecchiato l’Unione europea minacciando che prima o poi gli Stati Uniti si sarebbero stancati di garantire in prima linea la sicurezza e la difesa del territorio europeo. Allora l’Europa si difende, da sola.

Per il prossimo bilancio Ue a lungo termine 2021-2027, ieri la Commissione ha proposto di aumentare l’autonomia strategica dell’Unione tramite la creazione di un Fondo europeo per la Difesa per investimenti in tecnologie e attrezzature in settori come la cyber-security e la tecnologia dei droni.

Secondo il Financial Times, che ha visionato il documento legislativo, le condizioni per la partecipazione alle risorse stanziate escluderanno i “Paesi non membri” ovvero sia il Regno Unito post-Brexit sia gli Stati Uniti. Vediamo i dettagli.

TUTTI I NUMERI DEL FONDO

Sarà dotato di un bilancio di 13 miliardi di euro per sostenere gli investimenti transfrontalieri in tecnologie ed equipaggiamenti avanzati nel settore. In termini di risorse, il Fondo europeo per la Difesa metterà a disposizione 4,1 miliardi di euro per progetti di ricerca collaborativa (almeno 3 Stati membri coinvolti) attraverso delle sovvenzioni. Saranno resi disponibili altri 8,9 miliardi per completare gli investimenti degli Stati membri attraverso co-finanziamenti legati allo sviluppo di prototipi e alle esigenze di certificazioni e test.

MOGHERINI PROPONE RISORSE PER LA PACE

Inoltre, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini ha proposto ieri un nuovo fondo europeo per la pace di 10,5 miliardi di euro, uno strumento al di fuori del bilancio a lungo termine dell’Ue, per contribuire a migliorare la capacità europea di prevenire i conflitti e garantire la sicurezza internazionale.

L’UE SI DIFENDA DA SOLA

“Le misure che proponiamo aiuteranno l’Unione a prendere il suo destino in mano”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen, “per la prima volta nella storia dell’Ue, una parte del bilancio europeo è allocata a un investimento collettivo” nella Difesa. Secondo Katainen, il Fondo “farà la differenza”.

Tra i potenziali progetti troviamo la sicurezza informatica, il controllo delle frontiere, la tecnologia dei droni e software crittografato per i programmi spaziali dell’Unione. Come ha riportato un funzionario Ue al Defense Post, “attualmente l’80% della ricerca e dello sviluppo nell’Unione europea viene fatto su base nazionale. Il risultato sono 173 sistemi di armi che non sono interoperabili. Non possiamo proseguire in questo modo”. Il Fondo contribuirà a liberare l’Ue dalla dipendenza dagli Stati Uniti aumentando la sua “autonomia strategica”.

ESCLUSI STATI UNITI E REGNO UNITO

Come ha evidenziato il Financial Times, le risorse stanziate per la ricerca e lo sviluppo a partire dal 2021 saranno disponibili solo per gli Stati membri. Non saranno accettate le richieste di finanziamento né dal Regno Unito, che per quel momento avrà lasciato ufficialmente l’Ue, né dagli Stati Uniti.

Nonostante la Commissione preveda alcune eccezioni – in caso di competenze extra-Ue “necessarie per raggiungere gli obiettivi” del progetto – delinea condizioni stringenti per accedere al Fondo: restrizioni sul trasferimento di tecnologia, la necessità che l’azienda sia basata su territorio Ue nonché la relativa sicurezza del personale approvata da uno stato membro dell’Unione. Come regola generale, qualsiasi lavoro svolto dai contraenti dovrà essere situato in uno stato membro, comprese infrastrutture, strutture, asset e risorse.

IL PRECEDENTE CON GALILEO

In realtà, il regime previsto dalla Commissione europea è simile all’approccio intransigente già dimostrato con il Regno Unito nel caso della condivisione di informazioni sensibili relative al programma satellitare Galileo da 10 miliardi di euro.

Un approccio protezionistico alla Difesa comunitaria potrebbe danneggiare la futura collaborazione dell’industria della difesa britannica. Già la settimana scorsa, David Davis, l’attuale Segretario di Stato britannico per la Brexit, ha accusato l’Unione europea di mettere a rischio la sicurezza collettiva e di “spararsi ai piedi solo per dimostrare che la pistola funziona”.

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