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America

Vi spiego come l’Europa deve negoziare proficuamente con Trump

Il commento di Carlo Pelanda, analista di geopolitica, sui rapporti fra Unione europea e Stati Uniti È fonte di grave rischio il fatto che l’Ue lasci ai tecnici della Commissione Europea il compito di negoziare con gli Stati Uniti la materia dei dazi e degli accordi commerciali perché la trattativa è di natura interamente (geo)…

È fonte di grave rischio il fatto che l’Ue lasci ai tecnici della Commissione Europea il compito di negoziare con gli Stati Uniti la materia dei dazi e degli accordi commerciali perché la trattativa è di natura interamente (geo) politica. Dovrebbe essere invece una figura delegata dal Consiglio intergovernativo europeo con mandato politico a negoziare.

LE DIVERGENZE MACRON-MERKEL

Qualcosa del genere è stato tentato da Macron e Merkel nell’incontro con Trump. Ma i due, oltre ad aver accettato/richiesto visite a Washington separate e a distanza di pochi giorni, hanno portato posizioni diverse e non si sono consultati con gli altri Stati europei. Ciò ha creato un problema.

LE ATTESE USA SULL’EUROPA

Washington è certamente pronta a essere più morbida sul piano commerciale se l’Ue in cambio converge, in particolare, con il desiderio statunitense di imporre sanzioni totali contro l’Iran e, in generale, mostra la volontà di concordare con l’America la sua politica di accordi doganali – con Canada, Messico, Giappone, Mercosur, Australia, Nuova Zelanda – affinché gli Stati sotto pressione perché riequilibrino il saldo commerciale non trovino nel mercato europeo un’alternativa che indebolirebbe la posizione dell’America stessa.

LA POSIZIONE DELICATA DELL’UE

Inoltre, se l’Ue si colloca come terza forza globale, ma ricattata dalla Russia sul piano energetico e dalla Cina su quello degli accessi al mercato, l’America resterebbe isolata e da impero che progetta di tornare a essere grande si trasformerebbe rapidamente in regno minore. In sintesi, il problema è che Washington non trova un interlocutore politico con cui trattare questa materia, essendo Parigi più decisa a rendere l’Ue terza potenza indipendente, e la Germania desiderosa di proteggere i propri interessi mercantili, quindi riluttante ad andare in frizione eccessiva con Russia e Cina perché, appunto, sono in grado di ricattarla.

I RISCHI PER L’EUROPA

Se Washington prende una posizione dura con l’Ue, c’è il rischio che si formi per reazione un blocco euroasiatico a danno dell’America. Ma se prende una posizione morbida c’è il medesimo rischio. Tale dilemma degli strateghi americani potrebbe indurre il nucleo aggressivo dei consiglieri di Trump a suggerire un’azione volta a spaccare l’Ue per allineare meglio i singoli Paesi dell’Eurasia occidentale, ipotesi più realistica di quanto si pensi.

CONSIGLI NON RICHIESTI

Proprio per questo i governi europei dovrebbero nominare un delegato ad hoc con il mandato di trovare un compromesso politico con Trump, anche segretamente, cioè una forte convergenza euroamericana, ma con l’Ue in posizione autonoma, concordata con l’America, in modo da mantenere qualche relazione con Russia e Cina.

(Articolo pubblicato su Mf/Milano finanza)

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