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Ecco l’inchino di Bruxelles alla Germania per il salvataggio della banca tedesca NordLb

La Commissione europea e l’Antitrust Ue hanno dato ieri il disco verde finale al salvataggio statale della banca tedesca NordLb. Fatti, numeri, contraddizioni (di Bruxelles) e commenti

La Commissione europea e l’Antitrust europeo hanno dato ieri il disco verde finale al salvataggio della banca tedesca NordLb, che consiste in una ricapitalizzazione da 3,6 miliardi circa, stabilendo che la complessa operazione che rimetterà in piedi la banca, riportandola alla redditività con tagli dei costi e del personale e con un’iniezione di capitale a carico di due Länder e un gruppo di Sparkassen locali, non è aiuto di Stato.

CONFRONTI E PRECEDENTI

L’intervento statale consente di salvaguardare la stabilità finanziaria in Germania, senza passare da perdite per creditori privati, come quelle previste da bail-in e burden sharing. Su questi fronti la Germania ha spesso dato lezioni agli altri Paesi europei, Italia in primis, salvo poi sfuggire alle regole quando possibile, con il consenso di Bruxelles. Un caso simile a NordLb è stato nel 2016 quello della portoghese Caixa Geral de Depositos, ricapitalizzata dagli azionisti pubblici.

CHI SALVERA’ LA BANCA NORDLB

Il coinvolgimento dello Stato nel salvataggio di NordLb è stato dunque totale in quanto sono pubblici tutti gli azionisti della banca, ha scritto il Sole 24 Ore: “In base al progetto inizialmente illustrato dal top management della banca, l’iniezione di capitale è a carico della Bassa Sassonia per 1,5 miliardi, Sassonia-Anhalt per 200 milioni mentre per le casse di risparmio (tramite il fondo di garanzia dei depositi bancari) per 1,135 miliardi. In aggiunta, la Bassa Sassonia contribuisce con 800 milioni aggiuntivi, portando l’intervento complessivo in equity a quota 3,5 miliardi”.

CHE COSA HA DETTO VESTAGER

«La Germania investirà alle stesse condizioni che avrebbe accettato un investitore privato, in linea con le regole Ue sugli aiuti di Stato», ha detto la commissaria Ue alla Concorrenza, la danese ultra pro market Margrethe Vestager, che senza colpo ferire ha dunque dato il via libera al salvataggio statale di una banca pubblica.

LE CONTRADDIZIONI DI VESTAGER

“Le parole di Vestager tuttavia si scontrano con le ultime vicende della banca: NordLb nei mesi scorsi aveva ricevuto, e poi respinto, offerte da parte di due fondi privati, Cerberus e Centerbridge, che secondo indiscrezioni avevano presentato un’offerta da 600 milioni per il 49%. Quindi è difficile pensare che Berlino ora agisca come un operatore di mercato”, ha scritto Mf/Milano Finanza.

FUMOSITA’ E INCOGNITE

E’ anche incerto il ruolo del fondo delle casse di risparmio: “Secondo la Commissione, Lander e casse riceveranno una remunerazione «in linea con le condizioni di mercato»: non è chiaro su quali basi sia stata fatta questa valutazione, che probabilmente ha anche sfruttato la bassa redditività media del sistema bancario tedesco”, ha aggiunto Francesco Ninfole di Mf.

IL COMMENTO DI MILANO FINANZA

Ha commentato Milano Finanza: “Il vantaggio concesso da Vestager alle banche tedesche (come in passato NshNordbank) e in generale a quelle pubbliche mina la credibilità delle misure della Commissione: Bruxelles ha invece bloccato l’intervento del Fitd italiano, alimentato con il denaro di istituti privati, per salvare Tercas, banca che pesava meno dello 0,1% del settore. Quella decisione ha portato alla risoluzione delle quattro banche regionali (Marche, Etruria, Chieti, Ferrara) e quindi alle perdite per i creditori subordinati, a maggiori oneri per gli istituti italiani sani e a gravi difficoltà anche nelle crisi seguenti. A marzo la Corte di Giustizia Ue ha bocciato lo stop al Fitd della Commissione. Bruxelles non ha mollato la presa e ha fatto ricorso. Ma ieri ha dato l’ok a NordLb”.

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