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Covid-19, cosa succede in Austria, Germania e Polonia

Il Punto di Pierluigi Mennitti su Covid-19 in Austria, Danimarca, Germania, Polonia e Repubblica Ceca Avanti adagio verso l’allentamento delle misure restrittive per il contenimento del coronavirus. L’Austria è il primo paese europeo a compiere passi graduali verso il ritorno a una vita più normale. Il cancelliere Sebastian Kurz li ha annunciati ieri, in una…

Avanti adagio verso l’allentamento delle misure restrittive per il contenimento del coronavirus. L’Austria è il primo paese europeo a compiere passi graduali verso il ritorno a una vita più normale. Il cancelliere Sebastian Kurz li ha annunciati ieri, in una conferenza stampa.

AUSTRIA FELIX: DAL 14 APRILE GRADUALE RITORNO ALLA NORMALITÀ

Si parte subito dopo il giorno di Pasquetta, martedì 14 aprile, con la riapertura dei piccoli negozi fino a 400 metri quadrati, dei parchi, dei vivai e dei negozi di bricolage. E si proseguirà dal 2 maggio con il resto dei negozi, i parrucchieri e i centri commerciali. Tempi un po’ più lunghi per ristoranti, caffè e alberghi, che dovrebbero riaprire i battenti a metà maggio. Sempre sino a metà maggio confermata la chiusura delle scuole. In questo caso non c’è ancora una data di riapertura, ma sono confermati gli esami di maturità (il ministero comunicherà le modalità). Per il semestre estivo resteranno chiuse anche le università e l’attività proseguirà attraverso i corsi online. Per il momento  nessun via libera in vista per manifestazioni ed eventi come concerti e fiere: se ne riperlerà a giugno, quando saranno fatte ulteriori valutazioni.

Altre misure accompagneranno tuttavia il progressivo ritorno alla vita quotidiana. L’obbligo di mascherine introdotto per la spesa nei supermercati sarà esteso all’utilizzo dei mezzi pubblici, l’obbligo di restare in casa resta in vigore fino a fine aprile (naturalmente con le eccezioni per lavoro, acquisti o sport individuale). La settimana pasquale sarà il banco di prova per capire se potranno essere introdotti ulteriori attenuazioni alle misure in vigore. Resta tuttavia la possibilità che i confini restino ancora chiusi a lungo: sarà difficile ritrovare la libertà di viaggiare come l’abbiamo conosciuta sinora fino a quando non sarà trovato il vaccino o una cura medica efficace, ha detto Kurz.

L’Austria era stato uno dei primi paesi dell’Europa centrale ad adottare misure molto rigide, in stile italiano, dopo che il virus aveva cominciato a diffondersi nel paese e questo ha permesso di scongiurare un andamento drammatico. Ma è anche quello finito sul banco degli imputati (nel vero senso della parola) per l’avidità delle autorità tirolesi, che avevano mantenuto aperte le stazioni sciistiche più attente agli introiti del turismo che alla tutela della salute. Le notti brave di Ischgl, una specie di Ibiza alpina con i suoi “locali doposci”, sono state il focolaio da cui si sono dipanate infezioni in mezza Europa, dalla Norvegia all’Islanda, dalla Germania alla Svizzera. Ora l’associazione dei consumatori austriaca Vsv ha preparato un’azione collettiva contro il presidente del Land Tirolo, il sindaco di Ischgl, altri rappresentanti locali e la società di skilift per la ritardata reazione contro il diffondersi del virus.

LA DANIMARCA RIPARTE DA ASILI E SCUOLE ELEMENTARI

Anche la Danimarca avvia il suo percorso di normalizzazione e parte da asili e scuole elementari. Anche in questo caso la data di riapertura è subito dopo le festività pasquali, mercoledì 15 aprile. Porte nuovamente aperte per i bambini degli asili e per i ragazzi delle prime sei classi scolastiche (in Italia comparabili con le elementari). Si tratta di un primo, prudente passo verso l’apertura”, ha spiegato ieri sera la premier danese Mette Frederiksen, aggiungendo però che le altre misure finora prese resteranno in vigore e che gli stessi danesi devono abituarsi all’idea che molte di tali indicazioni restrittive li accompagneranno ancora per molti mesi. Anche per quanto riguarda i confini statali, quelli della Danimarca restano chiusi.

REPUBBLICA CECA: RIAPRONO ALCUNI NEGOZI, SI PUÒ GIOCARE A TENNIS

Primo tra i paesi dell’area Visegrad ad allentare le misure di sicurezza, la Repubblica Ceca ha deciso di ripartire da negozi e sport. L’esecutivo di minoranza che governa il paese ha disposto che esercizi commerciali come ferramenta, hobby e bricolage, officine di riparazioni di biciclette possono riaprire i battenti, a patto di osservare rigide regole di igiene: rispetto della distanza di due metri per i clienti, presenza di disinfettanti all’ingresso e dotazione di guanti. Accordato anche il permesso per la ripresa di sport individuali, come il tennis e il golf.

Piccolo allentamento anche sulla chiusura dei confini, su cui la Repubblica Ceca è stata molto rigida, proibendo non solo l’ingresso di turisti ma anche il traffico dei lavoratori pendolari con la vicina Germania. Adesso, a partire dal 14 aprile, sarà possibile per i cechi di nuovo lasciare il paese per viaggi improrogabili, categoria in cui rientrano gli spostamenti per lavoro, per necessità mediche e per visite ai parenti. Per tutti coloro che usciranno dalla Repubblica Ceca saranno però obbligatorie due settimane di quarantena al rientro in patria.

GERMANIA: MERKEL NON INDICA ALCUNA DATA, È TROPPO PRESTO

Se i tedeschi speravano in un allentamento delle misure per dopo Pasqua, Angela Merkel si è premurata di disilluderli. In una conferenza ieri pomeriggio la cancelliera è stata piuttosto franca:

sarei un cattivo capo di governo se indicassi ora una data per la fine del lockdown, è troppo presto, abbiamo ora le prime indicazioni dell’effetto delle misure per contenere il contagio.

La Germania dunque resta per ora fedele alle misure prese, con i divieti di contatto che comportano bar e ristoranti chiusi (possibili solo le consegne a domicilio), prevalenza di homeworking, scuole e università chiuse, uscite solo per spese alimentari, passeggiate in due o in un ristretto numero di conviventi nell’appartamento, jogging, visite mediche. Per l’economia in stallo, entrano in funzione i meccanismi finanziari di aiuto decisi nei giorni scorsi dal governo.

Merkel ha aggiunto che il governo sta naturalmente riflettendo sulle strategie per una ripresa graduale all’interno di un quadro di mantenimento delle misure di tutela personale, e che diverse istituzioni stanno elaborando studi di fattibilità che verranno ben ponderati. Un lavoro comune che coinvolge scienziati, medici, psicologi, economisti e i responsabili di vari ministeri. Una cosa è certa, ha chiarito: la tutela della salute avrà sempre la priorità, anche quando potremo gradualmente allentare le misure prese. Secondo un documento attribuito al ministero dell’Interno, anche in Germania la ripresa potrebbe partire da asili e scuole elementari, magari proprio dopo la fine delle festività pasquali attorno al 20 di aprile, sempre se i dati sul contagio confermeranno la tendenza ottimistica degli ultimi giorni indicando uno sviluppo che non pregiudichi la tenuta delle strutture ospedaliere. Successivamente sarà il turno di negozi e ristoranti, a condizione di poter ampliare la capacità di realizzare i test, di adottare piani per l’isolamento dei contagiati e introdurre l’obbligo di utilizzo delle mascherine. Nota dolente quest’ultima, data la scarsità riscontrata in queste settimane. La Germania, ha detto Merkel, ha deciso la produzione interna di mascherine e altro materiale di tutela personale.

Per una svolta sarà importante la settimana di Pasqua: il lockdown alla tedesca, che nel complesso sta funzionando, si basa su regole consigliate e condivise più che imposte, e le sanzioni sono comminate solo in casi di gravi infrazioni. I comportamenti finora generalmente virtuosi dovranno però reggere le tentazioni del bel tempo arrivato, delle temperature primaverili e delle gite fuori porta. Il Land del Brandeburgo, che circonda Berlino, ha rivolto un appello ai cittadini della capitale affinché evitino di affollare le sue località nei giorni pasquali. Il Land settentrionale del Meclenburgo, le cui spiagge sul Baltico sono tornate ad essere il buen retiro dei berlinesi dopo la riunificazione, ha vietato i pernottamenti e chiuso i passaggi verso isole e penisole.

POLONIA: PRESIDENZIALI, SI VOTA IL 10 MAGGIO MA SOLO PER POSTA

Polonia in lockdown severo, ma la politica si è accapigliata fino all’ultimo sullo svolgimento delle elezioni presidenziali fissate per il 10 maggio. Le opposizioni erano contrarie, ma il partito di maggioranza PiS, favorito per la conferma del presidente in carica Andrzej Duda, ha ottenuto ieri sera il via libera del Sejm (la camera bassa) alla proposta di far svolgere la tornata elettorale ricorrendo al voto per corrispondenza (finora riservato a persone impossibilitate a recarsi al seggio). La proposta prevede anche che il presidente del Sejm possa decidere di spostare la data delle elezioni. Ora la legge passerà al Senato, che entro 30 giorni dovrà decidere se approvarla senza modifiche, emendarla o cassarla. Il testo introduce il voto per corrispondenza per tutti i cittadini alle prossime presidenziali, anche in caso di secondo turno. La polemica che si era insediata anche nella coalizione di governo, per l’ostilità del piccolo partner Porozumienie (Accordo). Il suo leader Jaroslaw Gowin si è dimesso, ma il partito non abbandonerà la maggioranza. Governo salvo e voto del 10 maggio probabilmente confermato con la novità della scheda esclusiva per corrispondenza. È al momento l’unica deroga alle rigide misure restrittive adottate.

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