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Tom Barrack

Come Trump e i Democratici si strattonano sul clima

Tutte le ultime divisioni in materia di clima ed energia fra il repubblicano Trump e i Democratici

 

Ancora una volta la politica del presidente Usa Donald Trump sembra non seguire la strada della lotta al riscaldamento globale, dicono i suoi critici.

L’inquilino della Casa Bianca sta spingendo, infatti, gli Stati Uniti verso il più grande cambiamento nel diritto ambientale americano degli ultimi 50 anni.

A lui si contrappongono i Democratici che di fatto stanno procedendo da soli nell’occuparsi di politica climatica. A mostrare le novità è stata Amy Harder di Axios nella sua rubrica dedicata all’energia “Harder Line”.

COSA HA FATTO TRUMP

Trump, ha annunciato una serie di proposte per restringere drasticamente il campo di applicazione di una legge che disciplina le valutazioni ambientali delle infrastrutture americane, “un modo per accelerare la costruzione di tutto, dai ponti alle condutture”. Secondo Harder si tratta di un punto importante perché “rappresenta probabilmente una delle più grandi rivoluzioni al National Environmental Policy Act (NEPA) nei suoi 50 anni di storia, e potrebbero implicitamente escludere i cambiamenti climatici dalle valutazioni”.

GRANDI CAMBIAMENTI NEGLI USA

La Harder ha evidenziato che ciò è accaduto appena la scorsa settimana anche se nessuno se ne è accorto, in pratica, per via di altre notizie più importanti come le tensioni con l’Iran, gli incendi in Australia e così via. “Ma sul fronte dell’energia e dei cambiamenti climatici si stanno verificando dei grandi mutamenti che suggeriscono una maggiore polarizzazione e una maggiore aggressività che potrebbero durare a lungo, anche dopo le elezioni presidenziali”, soprattutto da parte Dem.

IL QUADRO LEGISLATIVO INTRODOTTO DAI DEMOCRATICI PER RAGGIUNGERE L?OBIETTIVO EMISSIONI ZERO

Ma cosa è successo in concreto? I leader democratici del Comitato per l’energia e il commercio della Camera hanno introdotto un ampio quadro legislativo che definisce le politiche che, secondo i legislatori statunitensi, potrebbero far raggiungere l’obiettivo zero emissioni di gas serra negli Stati Uniti entro i prossimi tre decenni. Dando quindi “sostanza politica a quella che finora era stata solo retorica da parte dei Democratici”, si legge su Axios.

REPUBBLICANI PIÙ FOCALIZZATI SUGLI INCENTIVI ALL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Alcuni Repubblicani, invece, stanno offrendo proposte di legge più focalizzate sull’innovazione. Il senatore Tom Reed, ad esempio, ha recentemente introdotto una serie di norme per fornire sussidi per tutti i tipi di tecnologie per l’energia pulita.

BLACKROCK DIVENTA “GREEN”

Ma sicuramente la notizia più importante è quella che arriva dal più grande investitore mondiale di denaro, il fondo BlackRock  che si è unito alla Climate Action 100+, una rete di investitori che spinge le aziende ad essere più trasparenti e aggressive nel ridurre le emissioni di gas serra. Questo gruppo rappresenta 41 trilioni di dollari di asset e come ha scritto Larry Fink, il numero di BlackRock, in una lettera di intenti “i dati sui rischi climatici obbligano gli investitori a riconsiderare le fondamenta stesse della finanza moderna. Ricerche di varie organizzazioni – inclusi l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, il BlackRock Investment Institute e molti altri, nonché i nuovi studi di McKinsey sulle implicazioni socioeconomiche del rischio fisico derivante dai cambiamenti climatici – rafforzano la nostra comprensione di come il rischio climatico avrà un impatto non solo sul mondo fisico, ma anche sul sistema globale che finanzia la crescita economica”.

TRUMP E L’IRAN

Ad aiutare indirettamente le politiche climatiche ci ha pensato il “petrolio americano”, conclude la Harder: “L’amministrazione Trump ha imposto ulteriori sanzioni all’Iran, ampliando una politica il cui fulcro è costituito dalle sanzioni sulle esportazioni di petrolio iraniano. I mercati petroliferi stanno però rispondendo con una scrollata di spalle. I prezzi sono incredibilmente bassi nonostante i disordini in Medio Oriente”.

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