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Germania Economia

Come e perché in Germania l’economia non corre più come un treno

Revisione al ribasso delle stime di crescita per il 2019, brusco calo delle vendite al dettaglio nel mese passato. Tutti gli ultimi dati congiunturali non entusiasmanti in Germania. Numeri e approfondimenti

Ieri, alla vigilia delle prime stime sul pil dell’intera area, il governo tedesco ha rivisto le proprie stime di crescita per il 2019, portandole dall’1,8% indicato in autunno all’un per cento. Quest’anno si preannuncia quindi come il peggiore degli ultimi sei. «Nei mesi scorsi la dinamica economica ha rallentato, in Europa come su base mondiale», ha spiegato il ministro dell’Economia Peter Altmaier secondo il quale, in ogni caso, «lo slancio dell’economia continuerà ad andare avanti». «Abbiamo avuto anni buoni in Germania e si può andare avanti così, se si agisce in modo intelligente», ha poi aggiunto il ministro. «Si può tornare a rafforzare la crescita»

I MOTIVI DELLA FRENATA

L’economia tedesca ha subito nell’ultima metà del 2018 una brusca frenata, in parte legate alle difficoltà delle case automobilistiche, alle prese con i nuovi standard di inquinamento dei motori diesel, ha scritto oggi il Sole 24 Ore. L’intero anno si è quindi chiuso con un incremento del pil dell’1,5%, in netto rallentamento dopo il 2,2% del 2017 e del 2016.

IL RAPPORTO GOVERNATIVO

Il rapporto sull’economia presentato dal ministero prevede in ogni caso per quest’anno un rapporto debito/pil al di sotto della soglia del 60%, per la prima volta dal 2002, e un tasso di disoccupazione in ulteriore calo al 4,9% dal 5,2% del 2018.

IN CALO LE VENDITE AL DETTAGLIO

Anche un dato congiunturale diramato oggi non fa ben sperare Berlino: brusca battuta d’arresto per le vendite al dettaglio in Germania. A dicembre, mese dello shopping natalizio, le vendite al dettaglio sono scese del 4,3% rispetto a novembre, facendo peggio del -0,6% previsto dagli analisti. Su base annua, quindi nei confronti di dicembre 2017, le vendite al dettaglio hanno evidenziato una flessione del 2,1% (consensus +1,5%).

I DATI SULLA DISOCCUPAZIONE

Comunque il tasso di disoccupazione della Germania è rimasto al livello più basso dalla riunificazione del Paese nel 1990, nonostante i segnali di un rallentamento della crescita. È quanto emerge dai dati diffusi oggi dall’Agenzia per l’impiego del governo, che stima a gennaio una flessione destagionalizzata di 2.000 disoccupati in un mese, con un tasso di disoccupazione al 5%, invariato rispetto a dicembre e novembre. In dati grezzi, meno rappresentativi statisticamente, ma che sono un riferimento nel dibattito pubblico, il numero di disoccupati è aumentato di 196.000 nell’arco di un mese e diminuito di 165.000 nell’arco di un anno. “La disoccupazione è aumentata come al solito a gennaio” ma “la domanda da parte delle aziende per i nuovi dipendenti rimane elevata”, ha detto Detlef Scheele, il capo dell’Agenzia per l’impiego, citato in una nota.

CHE COSA DICONO I CENTRI DI RICERCA

L’Ifo, l’autorevole istituto economico tedesco, ha di recente dichiarato che il suo indice del clima economico tedesco era sceso a gennaio per il quinto mese di fila, raggiungendo il livello più basso dal febbraio 2016. L’economia tedesca ha invertito la rotta, ha detto l’Ifo, notando che i manager stanno adottando una visione più prudente delle prospettive aziendali per i prossimi sei mesi. Il mese scorso, l’istituto ha tagliato le sue previsioni del 2019 per il PIL tedesco all’1,1 per cento, dall’1,9 per cento precedente.

L’ARTICOLO DI HANDELSBLATT

Tuttavia, sostiene Handelsblatt, gli analisti sostengono che la ripresa economica della Germania è ancora integra, avendo solo perso un po’ del suo slancio. Nel quarto trimestre, dopo un leggero calo nei tre mesi precedenti, il PIL ha registrato un modesto aumento, mantenendo il rialzo all’1,5% per tutto l’anno, nono anno consecutivo di espansione.

LE STIME IN CONTROTENDENZA

Inoltre, l’economia è prevista rimbalzare all’1,6% di crescita nel 2020, secondo il rapporto del ministero visionato da Handelsblatt. L’aumento del 2018 ha segnato un rallentamento, tuttavia, rispetto alla performance dei due anni precedenti, quando il PIL era cresciuto del 2,2 per cento.

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