skip to Main Content

Che cosa penso di idee e opere di Di Maio e Salvini (e delle tesi di Pansa). L’opinione di Cazzola

L’opinione di Giuliano Cazzola, blogger di Start Magazine 

“Ho visto di tutto nella mia vita, ma mai una situazione di questo genere. È una situazione senza via d’uscita, o meglio ne ha una sola: che questo governo se ne torni a casa e non se ne faccia nessun altro dello stesso livello. Non ci sono morti? No, arriveranno, perché una situazione di questo tipo non la regge nessuno”.

Sono parole di Giampaolo Pansa, grande giornalista e affermato scrittore che ha attraversato da osservatore attento e acuto cronista politico tutta la storia italiana del dopoguerra. Come dargli torto? In un Paese in cui un personaggio come Dibba diventa un protagonista di primo piano, c’è solo da vergognarsi.

“L’unica alternativa – ha proseguito Pansa – è quella di un governo di tecnici, come Mario Monti, sostenuto dai militari. Non è un golpe, perché non saranno i militari a governare, ma i tecnici”. Ho citato solo queste considerazioni delle tante che il mio amico Giampaolo ha ripetuto – partecipando a ‘’Piazzapulita’’ – come aveva già fatto in precedenti circostanze.

Ovviamente il decano del giornalismo in Italia è solito usare toni paradossali. Lo ha sempre fatto. Pertanto è opportuno sfrondare quanto fa parte di un modo di esprimersi per andare al nocciolo di quello che Pansa intende affermare.

L’attuale non è certamente un governo di terroristi, se con questa definizione si vuole risalire alle azioni delle bande armate e al ricorso alla violenza (anche se Di Maio considera suoi potenziali alleati i casseurs d’Oltralpe). Ma è indubbio che questa maggioranza sta facendo – pacificamente, d’accordo – dei danni al Paese, non in nome di un’ideologia politica malata come abbiamo conosciuto durante gli anni di piombo, ma soltanto per stupidità, arroganza, irresponsabilità.

Non passa giorno senza dover mettere sul loro conto un’escalation di errori talmente gravi da risultare incomprensibili. E non si risparmiano nulla. Si prenda, da ultimo, il caso dei rapporti con la Francia.

Siamo arrivati ad un passo dalla rottura delle relazioni diplomatiche, senza una ragione plausibile. Che senso ha avuto inventarsi la storia della ‘’moneta coloniale’’ come causa del sottosviluppo del continente nero e dell’immigrazione clandestina nel nostro Paese? Che cosa dovrebbero adoperare gli africani negli scambi internazionali? Forse la ‘’pizza di fango’’ del Camerun, la moneta di cui consigliava l’acquisto la signora Vaccaroni, il personaggio interpretato da Cinzia Leone, nei panni di un’impiegata delle Poste con la mania della finanza? Quanto è accaduto, poi, nei giorni scorsi a Vicenza ha dell’incredibile.

È consentito a due vice presidenti del Consiglio delegittimare pubblicamente – sulla base di gravi critiche non dimostrate – importanti istituzioni di garanzia, indipendenti per definizione e ruolo? Bankitalia e Consob sono state date in pasto a una platea di risparmiatori che pretendono di accollare a noi tutti gli effetti della loro dabbenaggine. L’Italia, nelle stime degli osservatori, è all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda le stime di crescita.

Il Paese è entrato nel nuovo anno portandosi appresso la recessione. La produzione sta crollando e lo spread riprende a salire. Di Maio festeggia il buon esito dell’emissione dei BTP, ma sorvola sui tassi di interesse che sono stati promessi e che saranno corrisposti per anni. E’ ormai evidente che il quadro macroeconomico, preso a riferimento per la manovra di bilancio (ancorché ridimensionato per evitare la procedura d’infrazione) non sarà confermato.

Ciò vuol dire che l’economia dovrà sottomettersi alle forche caudine delle clausole di garanzia. Ma i ‘’nostri’’, alla stregua di Sibille ingannatrici, continuano a garantire che il 2019 sarà un anno meraviglioso e che pertanto le cose si aggiusteranno da sole. Come contorno alla tempesta perfetta che si sta scatenando sull’economia reale e sui conti pubblici (per inciso: il governo si accinge ad affrontare la sfida del reddito di cittadinanza dopo aver sguarnito le direzione dell’Inps e dell’Anpal e senza aver trovato un’intesa con le Regioni che sono titolari della materia) ci siamo accorti che l’Italia non ha più una politica estera, quanto meno univoca. Ognuno va per suo conto. E tutti si occupano degli affari esteri meno che il ministro competente.

Che dire? Pansa ha certamente esagerato in certi paragoni (anche se io gli ho inviato le mie congratulazioni). È pur vero, tuttavia, che i terroristi non riuscirono a sfasciare il Paese nonostante il sangue sparso in una guerra, lunga più di un decennio, che avevano dichiarato alle istituzioni democratiche. La maggioranza giallo-verde ci sta riuscendo senza colpo ferire. Possiamo parlare – absit iniuria verbis – di terrorismo senz’armi?

Back To Top