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Salvini Berlusconi

Che cosa ha in mente la Lega su commissario europeo, elezioni e non solo

Il post di Paola Sacchi, già inviata di politica all'Unità e a Panorama

 

“È passato da una forte incazzatura a una calma incazzatura. Matteo Salvini non staccherà la spina perché è convinto che alle elezioni non si andrà. E quando ci si andrà i Cinque Stelle perderanno ancora di più, dopo il voto a favore della presidente della Commissione UE. Chi li voterà? Ma chi come una parte del Pd, non tutti, perché c’è una parte meno giustizialista, pensa di usare ancora queste armi non capisce che gli si ritorceranno contro. Siamo balzati ancora in avanti di qualche punto rispetto alle Europee”.

Il maggiorente leghista sotto anonimato, che nella Lega soprattutto in certi frangenti è da sempre d’obbligo, spiega alla cronista però che la “calma incazzatura” di Salvini sul cosiddetto “Russiagate” sarà d’ora in avanti una condotta del leader leghista, ministro dell’Interno e vicepremier. E quindi, se la finestra per le elezioni politiche a settembre è ormai praticamente chiusa, resta quella del 2020 con annesse elezioni regionali, a partire dal l’Emilia, una sorta di madre di tutte le battaglie.

Non sono i giorni più felici per la la Lega e il suo “capitano”, seppur all’apice dei consensi. Lega in ostaggio, Lega accerchiata, caccia a Salvini. Così titolano i maggiori giornali italiani. Ma, spiega l’esponente di rango di Via Bellerio, che ormai i tempi delle cacce “non sono più quelli di una volta. Ormai dovrebbero mettersi contro una larga fascia dell’elettorato, che ci ha premiato, come una sorta di nuova Democrazia cristiana, un partito interclassista, votato da tutti”.

E per questo respinge la lettura secondo la quale la Lega viene definita di destra, anzi di estrema destra, viste anche certe alleanze: “Ma se noi nascemmo proprio osteggiati dalla destra che invocava la nazione e noi provocavamo con la secessione? Dire prima gli italiani non è né di destra né di sinistra. È pragmatismo, è risolvere i problemi, di cui il primo è abbassare le tasse e porre controllo all’immigrazione, tenendo presente che il maggiore e ormai quasi unico problema viene dall’Africa. Ecco, perché ogni paese europeo non stanzia un tot del proprio bilancio proprio per aiutare l’Africa? Ne avremmo un gran ritorno anche noi “.

E la politica internazionale? La Lega non rischia di avere una politica fragile? “Noi – rimarca l’interlocutore leghista – è chiaro che siamo nella Nato, con gli Usa, che abbiamo abbracciato una linea liberale e democratica ma con la Russia bisogna interloquire, la Russia non può essere lasciata alla Cina”. Stessa linea di Silvio Berlusconi? “Esatto”.

Ora la Lega rilancerà sul commissario Ue? C’è un’ipotesi in controtendenza lanciata dal ricercatore della Luiss Lorenzo Castellani, collaboratore di List di Mario Sechi, neodirettore dell’Agenzia giornalistica Italia, secondo la quale la Lega così otterrà di più. “Di certo, ora siamo nelle condizioni per ottenere il commissario più forte”.

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